Le opportunità della pandemia. L’editoriale di Massimiliano Tonelli

La pandemia si è abbattuta come una scure sul mondo intero, ma ha anche dato spazio a una serie di opportunità. Come quella, per l’Italia, di fare tesoro del ritorno di giovani “cervelli in fuga”, che possono diventare una risorsa preziosa per il rilancio del Paese.

Al netto delle chiavi di lettura pessimistiche per i prossimi mesi, il mondo della creatività dovrebbe paradossalmente gioire. Sembra un eccesso, ma forse non lo è. Lo scenario di brevissimo periodo è atroce, lo scenario di medio periodo è clamorosamente interessante e lo è in particolar modo per l’Italia. E lo è in particolar modo per il settore della cultura.
Ma cosa mai può esserci di così entusiasmante in una situazione tanto orrenda? È in arrivo una crisi economica mai sperimentata prima, abbiamo scoperto che l’azzeramento del turismo non è un bene ma al contrario una sciagura per musei e spazi culturali, e inoltre non sappiamo quando tutto questo finirà, al punto che non siamo nelle condizioni di pianificare il domani in maniera minimante efficace.

Tanti giovani stavano già tornando (da Londra verso Milano, soprattutto) ma questo processo potrebbe accelerare, mettendo a disposizione dell’Italia un capitale umano strabiliante, che ormai era pressoché perduto”.

E però, abbiamo detto, ci sono delle opportunità mai viste prima per l’Italia. Perché? Da dove provengono queste chance insperate? Da chi sono personificate?
La novità sono specificamente i movimenti demografici determinati da questa imponderabile crisi. O almeno i flussi che siamo presumibilmente e ragionevolmente in grado di prevedere. Succederà – è molto probabile – che una quota della fuga di cervelli che il Paese aveva subito nell’ultimo quarto di secolo rientrerà. Non va dimenticato che l’Italia ha investito per formare una intera generazione che, per tutta risposta (e non senza giustificazioni), aveva deciso di andarsene. Soprattutto nel Regno Unito. Questa diaspora potrebbe in parte ricomporsi in virtù del combinato disposto della crisi (che colpisce sia lì sia qui), del contagio e della Brexit. Tanti giovani stavano già tornando (da Londra verso Milano, soprattutto) ma questo processo potrebbe accelerare, mettendo a disposizione dell’Italia un capitale umano strabiliante, che ormai era pressoché perduto.

FARE TESORO DELLA GIOVANE CLASSE CREATIVA

Ma le buone notizie non terminano qui. Tutto questo si innesta su un humus nuovissimo, che beneficia di un’alfabetizzazione informatica e digitale insperata, caduta come manna dal cielo. L’intero Paese ha accorciato le distanze col resto dei partner occidentali nel giro di due mesi e mezzo, forzosamente. Viceversa sarebbero stati necessari forse dieci anni. Non tutte le quarantene vengono per nuocere.
Già, però poi i piccoli vantaggi in una situazione di grave disagio vanno valorizzati e sfruttati in maniera oculatissima. Il rischio enorme, adesso, è sciupare questa cornice di oggettive opportunità che vede un presumibile ritorno in massa della migliore classe creativa in un contesto fertile per quest’ultima, per le sue idee, per le sue proposte, per il suo business e per le sue innovazioni. Questa classe creativa insomma deve trovarsi la strada spianata, deve vedere rapidissimamente rimossi gli sciocchi ostacoli che si frappongono tra le idee e la loro concretizzazione. Altrimenti chi è dovuto tornare si convincerà di nuovo che qui non ci sono margini per fare bene e si deciderà di ripartire. Questa volta definitivamente.

Massimiliano Tonelli

Versione aggiornata dell’articolo pubblicato su Artribune Magazine #55

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Massimiliano Tonelli

Massimiliano Tonelli

È laureato in Scienze della Comunicazione all’Università di Siena. Dal 1999 al 2011 è stato direttore della piattaforma editoriale cartacea e web Exibart. Direttore editoriale del Gambero Rosso dal 2012 al 2021. Ha moderato e preso parte come relatore a…

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