Vittorio Sgarbi contro Italia Nostra: assurdo non prestare l’Uomo Vitruviano di Leonardo al Louvre

Vittorio Sgarbi consegna ad Artribune la propria posizione sull'insensata decisione del Tar di sospendere il prestito al Louvre de l'Uomo vitruviano di Leonardo, in seguito al ricorso presentato da Italia Nostra

Italia Nostra ha ottenuto dal TAR la sospensione del prestito dell’Uomo vitruviano, il celebre disegno di Leonardo, conservato all’Accademia di Venezia, favorendo una posizione retriva, di infantile ritorsione per il mancato prestito (mai richiesto) della Gioconda all’Italia, che invece cederebbe e concederebbe  l’Uomo vitruviano. Non è ancora un divieto al prestito ma una sospensione temporanea ,in attesa della sentenza prevista  per il 16 Ottobre, che comporta l’intollerabile subordinazione del Ministro dei Beni Culturali e dei suoi tecnici e restauratori favorevoli al prestito e smentiti provvisoriamente da un’azione giudiziaria. La confusione è totale, e anche l’attribuzione delle competenze.Il potere della politica è del tutto evaporato, anche in un caso di sottile diplomazia culturale come quello, sostenuto con grande efficacia, e dialogando con il suo giovane corrispondente francese Franck Riester ,da Franceschini, con le garanzie e le autorizzazioni del direttore dell’Accademia, Giulio Manieri Elia.

UNA MIOPE POLEMICA E UN PARADOSSO

Quello che Italia Nostra ignora, nella sua miope polemica, non è solo che l’Uomo vitruviano, senza utilizzarlo per ritorsione, può serenamente viaggiare, non è fragile e non corre rischi , come garantisce l’Istituto centrale del Restauro, interpellato, ma che non prestarlo non porterebbe alcun vantaggio all’Italia, perché il disegno non sarebbe esposto ma starebbe nei depositi dell’Accademia dove, anch’io, da Soprintendente a Venezia, l’ho sempre visto. Il povero Francesco Bonami, che non lo ha mai visto (ma se lo può’ immaginare ) è convinto che sia esposto all’Accademia, e che lo vedano il 2,5% dei dodici milioni di turisti, trecentomila dei quali vanno all’Accademia, ma non lo vedono perché vive, non visto da nessuno, nei depositi. Non è mai esposto. Forse in un anno lo vedono 6 (sei) persone. Ciò che Italia Nostra  ignora, o finge di non sapere, è che lo scambio, vantaggioso per noi, c’è stato, nonostante le insinuazioni e i pettegolezzi sulla diversità dei “pesi”. È vero che l’Uomo vitruviano è un simbolo universale, ma è altrettanto vero che è un non fragile disegno che può essere esposto in condizioni di assoluta sicurezza al Louvre, fra altrettanto importanti disegni (senza proteste) con i “lumen” che ne preservino l’integrità, come sanno i tecnici esperti; e che, nell’accordo, esso è stato concesso al Louvre per una ragione molto chiara.

LE RAGIONI DEL PRESTITO

Le celebrazioni di Leonardo nel 2019, di Raffaello ,nel 2020 e di DANTE, nel 2021, (e, in attesa, di Canova, 2022, tutte date relative all’anno della morte) sono state incardinate in comitati ministeriali insediati soltanto nel febbraio 2018, un tempo troppo breve per il primo (Leonardo),con le celebrazioni conseguenti. Si è così ragionevolmente convenuto di realizzare ,in Italia, iniziative marginali o minori ,mentre la grande mostra di Leonardo non poteva che essere quella, già da anni impostata, con tutti i prestiti e le garanzie relative, dal museo del Louvre ,dove l’Uomo vitruviano sarebbe (e, spero, sarà) in ottima compagnia. Non ha senso quindi immaginare un scambio di Leonardo con Leonardo, ma è giusto, logico e previsto che lo scambio sia con Raffaello che ,con il tempo utile per organizzare importanti mostre, sarà celebrato a Roma, alle Scuderie del Quirinale, e a Urbino, in Palazzo ducale. Nell’intesa tra ministro italiano e francese , il Louvre darà all’Italia due capolavori assoluti, di importanza pari all’Uomo vitruviano: il ritratto di Baldassarre Castiglione e l’Autoritratto con un amico, mirabile, di Raffaello. Bravo Franceschini.E nessun dubbio che, in uno Stato vero come la Francia, nessuna autorità contrasterà la decisione del ministro francese.

LE SOLITE STORIE ITALIANE

In Italia invece nulla è certo, se non che da una sentenza negativa del TAR (e magari da una successiva del Consiglio di Stato) deriverà, inevitabilmente, che la Francia non presterà i due dipinti di Raffaello, cadendo i fondamenti dell’accordo. Così avremo ottenuto uno straordinario risultato: non vedremo, nè in Francia ne in Italia, l’Uomo vitruviano (che, a Venezia, vive nei depositi), e non vedremo, nella mostra di Roma, i due capolavori Raffaello. Un ottimo risultato, grazie alla insensata azione di una Italia Nostra, che sembra sempre più Fratelli d’Italia.

Vittorio Sgarbi

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