Case d’aste in pandemia. Le opinioni di Christie’s

Parola a Mariolina Bassetti, presidente di Christie’s Italia e presidente del dipartimento di Arte del dopoguerra e contemporanea di Christie's per l'Europa continentale.

Prosegue la nostra ricognizione sul mondo delle aste nell’epoca del Coronavirus. Stavolta abbiamo interpellato Christie’s.

Analizziamo l’impatto del lockdown sulle vostre attività presenti. Come avete riorganizzato i vostri flussi di lavoro per gestire le necessità operative di una casa d’aste e mantenere saldo il contatto con i clienti e i collezionisti?
La salute rimane la nostra priorità numero uno. Abbiamo messo in pausa tutte le aste nelle sale fisiche e le mostre pubbliche nelle nostre sedi, gli uffici sono chiusi. Oltre 1500 dipendenti sono passati a lavorare a distanza con successo e ci siamo adattati rapidamente su nuove piattaforme, a nuove modalità di lavoro, a riunioni scaglionate, lo spirito dell’azienda è sempre lo stesso. I nostri spedizionieri sono molto flessibili e di supporto. Abbiamo alcune importanti consegne: per esempio recentemente abbiamo annunciato la più prestigiosa collezione di orologi provenienti da un unico proprietario che verrà offerta in Asia. Ci stiamo anche concentrando sulle nostre vendite online, tra cui Pavilion Online: Chinese Art, nei mesi intermedi che precedono la nostra stagione live che, se tutto andrà bene, come speriamo, sarà a luglio. Abbiamo appena annunciato l’ampliamento del nostro calendario di aste online per i mesi di aprile e maggio e altre novità verranno presentate presto. Detto questo, è un periodo difficile e, come per tutte le aziende, ci stiamo adattando all’evoluzione della situazione. Siamo in contatto con i nostri clienti regolarmente e ci sosteniamo a vicenda all’interno di Christie’s. Come mai c’è un grande lavoro di squadra e un forte senso di solidarietà.

Sigrid Holmwood, Mother and Child, 2007. Courtesy Christie's

Sigrid Holmwood, Mother and Child, 2007. Courtesy Christie’s

Le case d’aste sembrano aver anticipato l’attuale e necessaria presenza online degli operatori dell’arte, avendo già in precedenza presidiato la rete con sessioni di vendita esclusivamente via web. Quali le previsioni per il futuro, seppure in un momento di grande incertezza, delle vostre attività? E quali i punti di forza e di debolezza di questo passaggio al virtuale?
La nostra Business Continuity in questo momento significa digitale, con i nostri team che si concentrano sulle vendite online, che stiamo appunto incrementando, e sulle vendite private. Christie’s propone vendite online da quasi un decennio, dal 2011 per l’esattezza. È una piattaforma che dà fiducia, considerando che nel 2019 abbiamo registrato transazioni per oltre 270 milioni di dollari tra vendite online-only, offerte scritte e offerte regolari fatte online per le nostre aste live. Vale la pena notare che il 64% di tutti i clienti globali ha acquistato o fatto offerte online nel 2019. E le nostre vendite online continuano a reclutare il maggior numero di nuovi acquirenti, il 41%. Nel nostro reparto di Private Sales c’è stato un alto volume di transazioni (soprattutto nelle ultime 3 settimane), con un aumento del 27% delle vendite in questo primo trimestre. Abbiamo anche amplificato e migliorato il digital marketing in modo da coinvolgere in maniera facile e interessante i nostri collezionisti, facilitato la navigazione e gli acquisti. La domanda è ancora presente, in tutte le categorie e regioni, i nostri clienti stanno dimostrando comprensione e flessibilità.

Dopo un 2019 all’insegna della crescita per le case d’aste, con il settore dell’arte moderna e contemporanea in vetta ai fatturati, è ora prevedibile uno scenario di rallentamento economico e tempistiche lunghe per un ritorno alla normalità. Qual è il sentiment dei vostri collezionisti in questo frangente e quali le strategie che sarà per voi prioritario prevedere?
Guardiamo agli aspetti positivi e alle opportunità, un’occasione per ricentrare il nostro business e accelerare l’innovazione. I cambiamenti significativi alla nostra offerta digitale continueranno. È molto difficile fare previsioni in un clima tanto incerto. Credo che non ci saranno grandi cambiamenti nel mercato storicizzato di opere di grandi qualità. L’economia dell’arte ci insegna che domanda e offerta trovano sempre un loro equilibrio, anche nei momenti di crisi. Il mercato dei giovani artisti soffrirà probabilmente nei prossimi mesi per poi riprendere in maniera più bilanciata e, forse, più sana. Il mondo dell’arte e il mondo intero saranno diversi una volta passato questo tempo e faremo in modo che Christie’s sia pronta, dimostrando la nostra capacità e flessibilità.

Cristina Masturzo

https://www.christies.com/

LE PUNTATE PRECEDENTI

Case d’aste in pandemia – Il Ponte
Case d’aste in pandemia – Sotheby’s

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Cristina Masturzo

Cristina Masturzo

Cristina Masturzo è storica e critica d’arte, esperta di mercato dell’arte contemporanea, art writer e docente. Dal 2017 insegna Economia e Mercato dell'Arte e Comunicazione e Valorizzazione delle Collezioni al Master in Contemporary Art Markets di NABA, Nuova Accademia di…

Scopri di più