Fondamenta, la piattaforma di Artissima che fa incontrare pubblico, artisti e gallerie

In attesa della 27esima edizione, in programma dal 6 all’8 novembre, Artissima sbarca online con una piattaforma che, grazie a un taglio curatoriale, riunisce una serie di opere incluse nelle diverse sezioni della fiera.

Non è una viewing-room, non è un tour virtuale, non è una mostra ma un progetto collettivo”. Con queste parole Ilaria Bonacossa, direttrice di Artissima, descrive Fondamenta, l’iniziativa che riunisce 200 opere, presentate online fino al 5 luglio e selezionate dai curatori delle diverse sezioni della fiera in collaborazione con le gallerie. Posizionata sul crinale tra mostra e viewing-room, l’iniziativa di Artissima merita una riflessione critica, in quanto si presenta con uno spiccato indirizzo curatoriale rispetto alle proposte di altre fiere internazionali. Perché? Innanzitutto sono privilegiate opere di matrice concettuale rispetto a lavori di gusto pop, con una certa predilezione verso la scultura, che appare come il linguaggio più rilevante all’interno di Fondamenta, a differenza della maggior parte delle fiere online, dove predominano le opere bidimensionali.

DALLA MAIN SECTION AI DISEGNI

La sezione più ampia di Fondamenta è la Main Section, curata dalla stessa Bonacossa, con una gamma di opere davvero notevole, che può attirare anche collezionisti raffinati e consapevoli. I quali possono iniziare a valutare la scultura Cube (Todo Modo), 2020 di Francesco Arena, proposta dalla galleria Sprovieri, o il disegno a biro rossa Senza titolo, del 2020, di Diego Perrone, dal delicato timbro poetico, suggerito da Massimo De Carlo. Intrigante e ironica l’opera Aspiradora, 2017, di AlbertoBorea, proposta dalla galleria argentina Revolver, mentre Viandanti, 2019, appare come un’opera fondamentale per comprendere appieno il processo creativo di Namsal Siedlecki, giovane e assai promettente stella di Magazzino. A proposito di giovani, generosa è la proposta di Fabrizio Prevedello con Accumulazione per scomparsa (171), 2017, una grande scultura in ardesia e cemento acquistabile da Cardelli & Fontana, da far dialogare per contrasto con Untitled, 2016, di Luca Francesconi, che rilegge l’Arte Povera con accenti minimalisti, presentata da Pedro Cera. Equilibri poetici caratterizzano altre sculture interessanti, come Senza titolo, 2020, di Giovanni Kronenberg, giocata sull’incontro tra mondo vegetale e minerale, proposta da Renata Fabbri, insieme a Untitled, 2017, di Navid Nuur, che strizza l’occhio a un’estetica Post Human, suggerita da Plan B, e a Foto-sensibile, 2013, di Mario Airò, rappresentato da Tucci Russo. Da Roma arrivano tre proposte non banali: The Water Babies (Shell and Octopus), 2019, di Emiliano Maggi da Operativa, Rendez-vous (Corrimano), 2020, di Corinna Gosmaro, sostenuta da The Gallery Apart, e Gaviscon, 2018, di Giovanni De Cataldo da Z2O Sara Zanin, che reinterpretano il ready made oggettuale con intuito e consapevolezza.

Diego Perrone, Senza titolo, 2020. Courtesy dell’artista e Massimo De Carlo, Milano, Londra, Hong Kong

Diego Perrone, Senza titolo, 2020. Courtesy dell’artista e Massimo De Carlo, Milano, Londra, Hong Kong

Alcune opere da segnalare nella sezione Disegni, curata da Letizia Ragaglia e Bettina Steinbrügge, che hanno scelto esclusivamente artiste donne. “I disegni sono microcosmi che permettono uno sguardo intimo sul mondo degli artisti e delle artiste”, affermano le curatrici. Qui spiccano Osservatori di onde, 2010, di Eva Marisaldi, proposto da De Foscherari, Relay Race, 2017, di Mariana Castillo Debal (Pinksummer), Gehen, Second life F, 2018, di Irma Blank, suggerito da P420 e un foto collage storico di Tomaso Binga, Oh Oh, 1977, presentato da Tiziana De Caro. Infine, una scultura inserita forse in maniera un po’ forzata nella sezione è La rivoluzione non è più solo necessaria, ma è indispensabile, 2011, di Liliana Moro, proposta da Francesco Pantaleone.

DA BACK TO THE FUTURE A PRESENT FUTURE

A proposito di opere storiche, uno sguardo a Back to the Future, curata da Lorenzo Giusti e Mouna Mekouar, rivela alcune sorprese nell’ambito dei lavori fotografici di matrice concettuale. Primo tra tutti Untitled (Zuppiera), 1991, un’opera di Franco Vimercati, artista sostenuto da Giuseppe Panza di Biumo riservato a collezionisti dal palato fine e proposto da Raffaella Cortese, seguito da Photomatic d’Italia. Ingrandimento 13, 1972-74, opera di Franco Vaccari presentata da Mazzoli e infine Barrell with Explosion (Düsseldorf), 1992, di Roman Signer, proposto da Häusler.
All’interno di Present Future, curata da Ilaria Gianni e Fernanda Brenner, segnaliamo Untitled (Nests), 2017 di Ariel Schlesinger (Dvir) e O espírito das águas / The water spirits 7, 2017, di Jonathan De Andrade, presentato da Continua.
Nella sezione New Entries, che il curatore Valerio Del Baglivo ha dedicato a opere legate “a una ricerca di definizione dell’identità”, spiccano alcune sculture: Rp 7, dalla serie Anarcheologia, 2017, di Stefano Canto, presentata da Materia, Breath seeps through her tightly closed mouth #12, 2018, di Ivana Bašić, sostenuta da Novembar, e Herbario Imaginario, 2014, di Gabriella Ciancimino (Gilda Lavia).

‒ Ludovico Pratesi

www.artissima.art/fondamenta/

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Ludovico Pratesi

Ludovico Pratesi

Curatore e critico d'arte. Dal 2001 al 2017 è stato Direttore artistico del Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro Direttore della Fondazione Guastalla per l'arte contemporanea. Direttore artistico dell’associazione Giovani Collezionisti. Professore di Didattica dell’arte all’Università IULM di Milano Direttore…

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