Tefaf Maastricht 2019. Il report dalla mega fiera

La sensazione che si ha una volta varcata la soglia d’ingresso? Essere catapultati in una Wunderkammer, in un caleidoscopio di forme, colori e opere vive. Un arazzo floreale disegnato dalla ditta Tom Postma accoglie i visitatori, con tulipani bianchi e colonne ricolme di fiori. Ed è solo l’inizio.

L’ITALIA AL TEFAF

Capofila della rappresentanza italiana al Tefaf è il cinquecentesco Ritratto familiare di Bernardino Gatto detto il Sojaro, in un brulichio di occhi che ricambiano il nostro sguardo, esposto dalla Galerie Canesso, insieme a un’interessante rappresentazione secentesca di un cane dalmata del fiorentino Tiberio Titti.
La Galleria d’Arte Carlo Virgilio & C. si distingue con un trittico scomposto di affascinanti paesaggi di Carlo Bonavia, una caverna con una cavità a cupola – il tempio di Diana descritto da Cicerone –, conformazioni rocciose e una florida natura capricciosa. Giacometti Old Masters cattura a colpo d’occhio con Mosè e i serpenti di bronzo (1656-57) di Luca Giordano, il viso del bambino in primo piano squarciato da un urlo, la contorsione dei muscoli, la capigliatura serpentina della donna di spalle e l’avviluppo delle nuvole che fuggono in spirali contorte. Un altro dipinto dello stesso autore, Diogene, è esposto da Lampronti: il blu oltremare alla Guercino, le mani e il collo rigonfi di vene pulsanti, il pallore delle tinte lunari.
La galleria Dickinson, oltre a presentare uno straordinario quadro di Giorgio Di Giovanni, La fuga di Clelia, vanta un paesaggio innevato con scena di caccia di Courbet, dalle sfumature brune e rosate, e un misterioso notturno di Füssli, in cui un leone cerca di affondare le zanne nella carne di un quadrupede e del suo cavaliere.
Carlo Orsi si schiera con un nuovo ritrovamento: Susanna e i Vecchioni dell’incisore Francis Floris, la delicatezza del nudo, l’accurata resa delle piante rampicanti, la trasparenza dell’acqua nella quale si abbeverano delle anatre e una rana uniscono in un’opera perizia fiamminga e influenze dalla pittura italiana; a colpire sono anche la tavolozza aranciata di Domenico Puligo, a cavallo tra Rinascimento e Manierismo, e l’architettura di boccoli di Marguerite-Louise d’Orléans, opera di Giovanni Battista Foggini.
Gallo Fine Art sceglie come assi nella manica Loth e le sue figlie dell’Orbetto e il palermitano Ignazio Francesco Marabitti con il modellino in terracotta di un’estatica Santa Rosalia.

TEFAF Maastricht 2019. Giovanni Battista Foggini, Ritratto di Marguerite Louise d’Orléans. Courtesy Carlo Orsi

TEFAF Maastricht 2019. Giovanni Battista Foggini, Ritratto di Marguerite Louise d’Orléans. Courtesy Carlo Orsi

ITALIA E ITALIANI D’OLTRE OCEANO

Per quanto riguarda le gallerie newyorchesi, Berko propone il pittore francese Jacques Courtois con un curioso ritratto, Giovane fiorentino che gioca con dei gatti, mentre Jack Kilgore Il Ricevimento del napoletano Vincenzo Irolli, una folla concitata e vestita a festa è distribuita intorno a pietanze e tavolini, Il pittore in erba di Cesare Tallone, talentuoso e precoce artista che, maestro di Pellizza da Volpedo e dei futuristi, sarà spesso a Roma con Michetti e Antonio Mancini, di cui è presente un Autoritratto con piatto. Quest’ultimo autore risulta particolarmente apprezzato nell’edizione 2019. Non a caso il suo Ritratto di fanciullo con violino, rappresentato dalla galleria milanese Bottegantica (in buona compagnia: Giacomo Balla e Giovanni Boldini), viene scelto come copertina di Chapeau e il poster occhieggia ai passanti nelle strade della cittadina olandese.
Il Novecento è ben rappresentato dalle gallerie romane Antonacci – con il cartone di Adolfo de Carolis e Plinio Nomellini – e Antonacci Lapiccirella con l’incantevole ritratto di fanciulla di Vincenzo Gemito.

LA SCULTURA IN OLANDA

Sculture che lasciano a bocca aperta da Bowman Sculpture. L’Otello di Pietro Calvi, il contrasto tra bronzo e marmo, della pelle nera con l’elaborato intarsio del mantello che incornicia e protegge il volto, è semplicemente delizioso. La stima raggiunta nel 2015 nell’asta del 16 dicembre (Sotheby’s, Londra), incluso il premium, è di € 172,200. E poi Dosia di Auguste Rodin, l’agata indiana di Emily Young.
Attenzione merita Tommaso Brothers Fine Art. Da una parte il gruppo di Saturno e Opis di Paul Heermann, notevoli i dettagli della mano che afferra il piede della dea, la veste che scopre in un risvolto il piccolo seno e le piume di Saturno, suo marito; dall’altra la statuetta della Carità realizzata su modello di Alessandro Algardi per lo splendore del bronzo e dalla patina dorata e rossastra.

TEFAF Maastricht 2019. Testa di Guanyin, Cina, Dinastia Ming. Courtesy Vanderven Oriental Art

TEFAF Maastricht 2019. Testa di Guanyin, Cina, Dinastia Ming. Courtesy Vanderven Oriental Art

ORIENTALISMO

Estremamente affascinanti il Shibayama Cabinet e Sho-Kannon (Giappone) della Galleria Jacques Barrère.
Vanderven Oriental Art, che stupisce per la testa in stucco policromo di Guanyin (Cina, Dinastia Ming) l’espressione serena, la bocca stretta in un silente sorriso e la raffinata acconciatura bluastra – il doppio fermaglio rosso intarsiato di rotelle che ferma lo chignon in due eleganti volute – e per European Lady, un curioso ritratto di un’elegante signora dal turbante piumato e largo scollo del décolleté in uno specchio ovale.

CURIOSITÀ DA MAASTRICHT

L’orologio in miniatura di Johann Heinrich Kohler (1720) da J. Kugel è solo un delizioso accessorio, parte di un apparato sorprendente, come la stanza coperta dai pannelli di José Maria Sera (1938) in cui l’influenza di Tiepolo è ben evidente.
Meccanismi affascinanti anche gli orologi a pendolo e gli automi di Mentink & Roest e il Cabinet secentesco della Galerie Gismondi. E poi la coppia di pannelli di Scagliola con pappagalli e ciliegie multicolori di Kunsthandel Jacques; le nature morte di ceramica dell’artista contemporanea Lilla Tabasso da Piva & C.
Tornando indietro nel tempo, i pettini in avorio del periodo bizantino, provenienti dal Sud Italia, con coppia di animali fantastici e busti sotto nicchie, alla Galerie Neuse di Brema. E la casa di bambole settecentesca, realizzata da Anna Maria Trip, presente come punta di diamante della galleria John Endlich Antiquairs; infine le clessidre, i teschi, le pipe e i microscopi della gotica Delalande.

ALLESTIMENTI DA PREMIARE A TEFAF

François Leage, specializzata in mobili francesi del Settecento, alla sua prima partecipazione a Tefaf, si distingue per un apparato strabiliante. Crea un involucro, un ambiente caratterizzato da pareti bianche a grottesche, un lampadario con cristalli di rocca e candele di cera, candelieri a bracci, una mini carrozza spagnola dal valore di più di un milione di euro, una cassettiera di Pierre Macret.
Jean-Michel Renard ricostruisce un salottino borghese con pregiati strumenti musicali.
In ultimo il Diorama, realizzato sedici anni prima dell’invenzione della fotografia da Daguerre in collaborazione con l’amico e pittore Charles Bouton, con i suoi effetti scenici e la luce calda e cangiante, alla galleria Perrin.

TEFAF Maastricht 2019. Franco Albini, Coppia di poltrone. Courtesy Alexandre Biaggi

TEFAF Maastricht 2019. Franco Albini, Coppia di poltrone. Courtesy Alexandre Biaggi

IL CONTEMPORANEO

Le sculture di Barry X Ball da Fergus McCaffrey catturano l’attenzione del pubblico di tutte le età. Le sue appropriazioni di sculture antiche e barocche, come Purity in onice rosa iraniana (dall’opera di Antonio Corradini, 1720-24), sono realizzate con l’aiuto di ingegneri informatici, utilizzano la stampa 3D e creano effetti sorprendenti grazie alla scelta di materiali pregiati e sofisticati.
L’estro di Jason Jacques Gallery si dipana dalla selezioni di lavori in ceramica al tavolo trasparente di Théophile Blandet, realizzato con materiali riciclati, sino alle sculture di Kim Simonsson ispirate alle verdi foreste finlandesi. Beck & Eggeling presenta il bouquet di Bertozzi & Casoni e l’onirico Rondò delle idee galanti di Fausto Melotti.
Poverista il booth di Cardi, con Mario Merz, Pier Paolo Calzolari e Uomo con berretto di lana di Michelangelo Pistoletto. Altro italiano, Massimo De Carlo con Luigi Ontani, i quadrati ricamati di Alighiero Boetti, Jim Hodges e la sua superficie pralinata, glitter e stelline, il polacco Piotr Uklański e lo svizzero John Armleder.
Da segnalare anche Almine Rech, con la liberalizzazione dei costumi di Tom Wesselman, le grafie di Twombly e Forg. E ancora, Ben Browns con una versione del David di Donatello riletta da Lucio Fontana, materica e impressionistica, e infine la mostra dedicata a Piet Mondrian da Pace, con tre splendidi acquerelli, come Studio di un crisantemo.

LUXURY, DESIGN, ANTICHITÀ

Meritano menzione lo stand Alexandre Biaggi con la lampada bianca da tavolo, frutto della collaborazione del designer Jean-Michel Franz e Alberto Giacometti, la Pigeon lamp di François Xavier Lalanne, le poltrone ocra di Franco Albini e l’eclettico ripiano-mensola realizzato da Osvaldo Borsani e Lucio Fontana, con il nastro di legno dipinto.
Gli elefantini d’argento porta fiammiferi della Vieille Russie e le due consolle napoletane della galleria Alberto di Castro, sormontate da padiglioni decorati a ghirlande e chimere.
Lo stand di Wallace Chan, che presenta lavori dell’artista cinese, sfavillanti, organici, dal corpo di titanio e pelle cosparsa di minuziosi brillantini.

– Giorgia Basili

www.tefaf.com

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Giorgia Basili

Giorgia Basili

Giorgia Basili (Roma, 1992) è laureata in Scienze dei Beni Culturali con una tesi sulla Satira della Pittura di Salvator Rosa, che si snoda su un triplice interesse: letterario, artistico e iconologico. Si è spe-cializzata in Storia dell'Arte alla Sapienza…

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