Bonus Pubblicità 2022. Ultime settimane per usufruirne (e per sostenere l’editoria culturale!)

Le aziende che hanno regolarmente presentato domanda per l’accesso al credito d’imposta per l’acquisto di pubblicità su giornali ed emittenti radiotelevisive hanno tempo fino alle fine di dicembre per beneficiare del regime agevolato. Dal 2023 si cambia

Tra gli incentivi a disposizione delle aziende per la comunicazione esiste già dal 2017 il Bonus Pubblicità, che permette di ottenere un credito di imposta sulle spese sostenute per la pubblicità.

COS’È IL BONUS PUBBLICITÀ

L’agevolazione fiscale, promossa dallo Stato per contrastare la crisi delle imprese nel settore editoriale, è stata intensificata con la Legge di Bilancio 2021, per favorire la ripresa nel post-pandemia, consentendo alle aziende interessate di usufruire di un contributo a fondo perduto per la pubblicità anche sulle pubblicazioni online. E per tutto il 2022, la misura è stata prorogata nella formula più vantaggiosa, come specificato nella pagina del Dipartimento per l’informazione e l’editoria del sito web del Governo: “Limitatamente agli anni 2020, 2021 e 2022, il credito d’imposta è concesso nella misura unica del 50% del valore degli investimenti effettuati e viene meno il requisito dell’incremento minimo dell’1% rispetto agli investimenti effettuati l’anno precedente. Proprio l’anno che si avvia a conclusione, peraltro, ha beneficiato di un’estensione del limite del Bonus, fino a 50 milioni di euro (15 in più rispetto al provvedimento precedente).

LE AGEVOLAZIONI DEL 2022

Nella pratica, la misura ha generato negli ultimi anni un processo win-win, garantendo alle imprese italiane l’opportunità di farsi pubblicità senza impattare in modo troppo oneroso sul bilancio aziendale in anni di stasi economica, e, al contempo, dando respiro al mondo dell’editoria – che si trattasse di testate cartacee, online o radiotelevisive – a fronte di una inesorabile e drastica diminuzione di vendita degli spazi pubblicitari. Fino alla fine di dicembre 2022, infatti, le imprese che ne hanno fatto richiesta entro il termine previsto (lo scorso aprile) possono usufruire dell’agevolazione, premurandosi poi di inviare per via telematica, tra l’1 e il 31 gennaio 2023, la dichiarazione sostitutiva relativa agli investimenti effettuati. Dunque c’è ancora (poco) tempo per promuoversi e sostenere le attività editoriali (anche quelle di Artribune, perché no?!). Le spese ritenute ammissibili per accedere al Bonus Pubblicità riguardano nello specifico l’acquisto di spazi pubblicitari e inserzioni commerciali su “giornali quotidiani e periodici, nazionali e locali, in edizione cartacea o digitale, iscritti presso il competente Tribunale, ovvero presso il menzionato Registro degli operatori di comunicazione, e dotati in ogni caso della figura del direttore responsabile”. E “sono ammessi gli investimenti pubblicitari effettuati sulle emittenti televisive e radiofoniche locali, analogiche o digitali”; mentre non rientrano nel novero altre forme di pubblicità, come cartellonistica, display, affissioni, social e simili.

COME CAMBIA IL BONUS NEL 2023

Dal 2023, invece, tornerà in vigore il regime agevolato precedente alla pandemia, dunque un’applicazione del Bonus Pubblicità più limitata e meno vantaggiosa sotto il profilo economico. Il credito d’imposta, infatti, spetterà “nella misura unica del 75% del valore incrementale degli investimenti effettuati in campagne pubblicitarie esclusivamente sulla stampa quotidiana e periodica, anche online”. La variabile del valore incrementale (rispetto alle spese sostenute l’anno precedente) tornerà dunque a condizionare l’importo del credito, influenzandolo a ribasso; e l’emittenza radiotelevisiva, sia locale che nazionale, non sarà più considerata interlocutore valido di investimento pubblicitario. Questo comporterà anche l’obbligo, per chi presenta domanda di agevolazione, di documentare un incremento minimo dell’1% rispetto agli investimenti del 2022, pena l’impossibilità di accedere al credito. Per essere ancora più chiari, nel 2023 non si potrà più chiedere il credito di imposta sull’intero importo dell’investimento, ma solo sulla differenza – in positivo – tra gli investimenti effettuati nel 2022 e quelli che saranno effettuati nell’anno in corso. Il momento di investire e di sostenere l’editoria culturale di qualità inosmma è adesso.

https://www.informazioneeditoria.gov.it/it/

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Redazione

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