Chiudono i bunker dei Savoia e di Mussolini. Comune di Roma incapace di affidare la gestione

Gestiti con successo fino allo scorso 20 marzo dall’associazione Roma Sotterranea, i due bunker rimarranno chiusi fino a quando non verrà indetto il nuovo bando e selezionati i nuovi assegnatari. E intanto rimangono senza manutenzione

Chiusi per Covid, ma anche perché il contratto dell’associazione cui è stata affidata la loro gestione è scaduto e, intanto, il Comune non ha indetto un nuovo bando per decretare chi in futuro dovrà prendersene cura. È questa la storia del bunker dei Savoia all’interno di Villa Ada e del bunker di Benito Mussolini all’interno di Villa Torlonia, entrambi a Roma, gestiti e custoditi fino allo scorso 20 marzo da Roma Sotterranea, associazione attiva nella Capitale dal 2000 e specializzata in speleologia urbana. Durante il periodo in cui Roma Sotterranea ha gestito i due siti – il bunker dei Savoia per 6 anni (ovvero per due mandati triennali), il bunker di Mussolini 3 anni (un solo mandato) – i beni sono stati visitati da migliaia di persone, sebbene nell’ultimo anno a causa della pandemia siano stati quasi sempre chiusi al pubblico. L’associazione, però, ha continuato a occuparsi della loro manutenzione – necessaria data la peculiarità dei siti – e adesso, in attesa del nuovo bando e che venga designata la nuova gestione, i bunker rischiano di cadere in stato di abbandono.

Tempio di Flora e teatro, Villa Ada. Foto Roma Sotterranea

Tempio di Flora e teatro, Villa Ada. Foto Roma Sotterranea

IL BUNKER DEI SAVOIA A VILLA ADA E IL BUNKER DI MUSSOLINI A VILLA TORLONIA

Come spiegato sul sito di Roma Sotterranea, il bunker Savoia fu realizzato tra il 1942 e il 1943 per la famiglia Savoia, che viveva nella Palazzina Reale, oggi sede dell’ambasciata d’Egitto. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Re Vittorio Emanuele III fece costruire un rifugio per sé e la sua famiglia, a 350 metri dalla Palazzina Reale, scavato all’interno di una collina. Dopo la guerra, il bunker è rimasto in stato di abbandono per circa 70 anni. È stato riaperto al pubblico nel 2016, dopo un’opera di recupero promossa dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali del Comune di Roma e realizzata da Roma Sotterranea, in virtù di una convenzione esistente tra le due parti a seguito di un bando pubblico. Il bunker è stato chiuso nel 2017 allo scadere della convenzione, per poi essere riaperto a marzo 2018 a seguito di un nuovo bando pubblico vinto da Roma Sotterranea.
Il bunker Mussolini si trova all’interno di Villa Torlonia, dove Mussolini visse con la sua famiglia tra il 1925 e il 1943. Nel 1940 Mussolini fece costruire il bunker: vecchie cantine furono trasformate in rifugio antiaereo, ma erano lontane dalla residenza (il Casino Nobile) e quindi poco sicure. Nel 1941 si decise quindi di trasformare in rifugio antiaereo un ambiente del seminterrato del Casino Nobile, dotandolo di porte antigas, sistema di aereazione e copertura in cemento. Nel 1942 infine Mussolini fece costruire un vero bunker antiaereo, una struttura cilindrica 6 metri sotto terra protetta da 4 metri di cemento armato, ma non fu però completato. Non venne mai utilizzato da Mussolini, ma dai civili durante i bombardamenti sulla città. Il sito è stato recuperato e aperto al pubblico per la prima volta nel 2014, per essere poi chiusi nel 2016 e riaperti nel 2018 per volontà della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e ad opera dell’Associazione Roma Sotterranea.

Bunker Mussolini a Villa Torlonia. Foto Roma Sotterranea

Bunker Mussolini a Villa Torlonia. Foto Roma Sotterranea

IL FUTURO DEL BUNKER DEI SAVOIA E DEL BUNKER DI MUSSOLINI

Nonostante il contratto per la gestione dei due siti si sia concluso e il Comune di Roma non abbia ancora indetto un bando per designare i nuovi assegnatari, l’associazione Roma Sotterranea si è offerta di custodire i beni fino all’arrivo della nuova gestione, per proseguire così i lavori di manutenzione. Ma il Comune di Roma ha dato risposta negativa: “abbiamo saputo che il Comune sta lavorando al nuovo bando, però trascorrerà un po’ di tempo prima che subentri il nuovo assegnatario”, spiega ad Artribune Roma Sotterranea. “Per questo lasso di tempo, avevamo chiesto di poter essere i custodi del bunker e ci hanno detto di no. I bunker sono luoghi che soffrono l’umidità, bisogna fare costantemente interventi di deumidificazione, e se stanno chiusi per molto tempo, al loro interno si moltiplicano muffa e insetti. Dato l’anno di chiusure a causa della pandemia, avevamo chiesto di prolungare il contratto di un altro anno, e anche in questo caso ci hanno detto di no”. Per evitare l’insorgere di questi problemi, causati dalla peculiarità strutturali dei bunker, il Comune avrebbe dovuto preparare il nuovo bando di affidamento con congruo anticipo rispetto alla fine del contratto di gestione di Roma Sotterranea, o affidare all’associazione una sorta di gestione “ad interim”. “Essere almeno nominati custodi ci avrebbe permesso non di prenderci cura dei bunker nei prossimi mesi, ma anche di lasciare il mobilio che abbiamo portato all’interno dei siti”, continua l’associazione. “All’arrivo dei nuovi assegnatari, avremmo messo loro a disposizione quei materiali, se avessero voluto. Ma abbiamo dovuto smontare tutto”.

– Desirée Maida

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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