Vincenzo Agnetti – Le stanze delle predizioni

Informazioni Evento

Luogo
ARCHIVIO VINCENZO AGNETTI
Via Machiavelli 30, Milano, Italia
Date
Dal al

29 marzo ore 18 – 22; dal 30 marzo al 2 aprile ore 11 – 20.

Vernissage
29/03/2022

ore 18

Biglietti

ingresso libero

Artisti
Vincenzo Agnetti
Curatori
Guido Barbato
Uffici stampa
ALESSANDRA SANTERINI
Generi
arte contemporanea, personale
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L’Archivio Vincenzo Agnetti presenta in anteprima, in occasione della 26° edizione della fiera internazionale di arte moderna e contemporanea a Milano, la mostra Le stanze delle predizioni.

Comunicato stampa

Il titolo di questo nuovo allestimento è una citazione di Agnetti relativa alla sua mostra del 1977 al Museo Castello di Portofino, che era costituita da cinque stanze ciascuna delle quali era dominata da una o più opere che ne determinavano il senso. Nella Stanza delle predizioni erano esposti i Mutamenti cioè un I KING e un’opera della serie Le stagioni si ripetono, lavori quindi che riguardavano il futuro visto da una specifica angolazione quella dei mutamenti, della loro ciclicità e del desiderio di predirli.

Molte delle opere di Agnetti ruotano attorno al tempo e alla previsione del futuro: si può senz’altro dire che l’artista, nel corso del suo percorso artistico, ha aperto molte stanze delle predizioni. Negli spazi dell’Archivio sono oggi allestite alcune di queste opere per rendere evidente un aspetto laterale, ma non marginale del suo lavoro. Così oltre a opere della serie Mutamenti (I King e Le stagioni si ripetono) sono esposte Profezia, il Ritratto di tutti, l’Apocalisse e un assioma che rimanda al senso dell’intuizione come primo motore di qualunque predizione. Altre stanze delle predizioni saranno oggetto di futuri approfondimenti.

La mostra Le stanze delle predizioni sarà inaugurata il 14 settembre e verrà presentato il nuovo Quaderno di approfondimento a cura dell’Archivio.

L’ingresso alla mostra presso l’Archivio Vincenzo Agnetti è libero.Gli orari sono: 29 marzo ore 18 – 22; dal 30 marzo al 2 aprile ore 11 – 20.

Vincenzo Agnetti

Figura di primo piano nel panorama dell’arte concettuale e la sua intensa attività artistica, concentrata in quindici anni dal 1966 al 1981, trae linfa da uno straordinario lavoro, iniziato ancor giovanissimo, di ricerca e di sperimentazione nel campo della poesia, della pittura e della tecnologia. Ha viaggiato molto accumulando scritti, progetti, schemi, idee, costruendo e sedimentando nei suoi Quaderni argentini quello che esprimerà nel suo lavoro, in modo da “iniziare dalla fine”, come egli stesso scriverà. Il fermento degli anni ‘70 è il contesto ideale per sviluppare il suo discorso: le sue opere si propongono come strumenti critici che si incuneano nella ricerca dell’intervallo, dell’interspazio, del margine. Si tratta di critica operante che ingloba aspetti della politica, del linguaggio, dell’arte. La ricerca del negativo, propria di quegli anni, trova in Agnetti uno dei suoi massimi esponenti e si svilupperà lungo tutto il suo percorso con modalità espressive e tecniche di volta in volta diverse, all’incrocio tra tecnologia, arte e poesia. E’ un maestro della poetica dell’azzeramento che invita l’operazione concettuale ad entrare paradossalmente in contatto con un mondo visionario e profondamente ancorato alle emozioni. Il medium espressivo per Agnetti è organico al discorso che vuole rappresentare, per questo la sua ricerca sui differenti modi di creare arte, sulle tecniche e sui materiali è così importante: la parola, l’immagine fotografica, la tecnologia manipolata, la carta fotografica esposta e graffiata, la scultura accompagnata alla fotografia e ancora alle registrazioni e ai video, le installazioni, le performance sono sempre utilizzati come supporto del progetto artistico. E’ un artista concettuale che non espone concetti ma li costruisce e li rende visibili e percepibili all’occhio dell’osservatore, che può decodificare il senso concettuale delle sue opere e che entrando nel suo spazio è invitato attraverso un’operazione concettuale rigorosa a entrare i contatto con un mondo visionario paradossalmente ancorato alle emozioni.

Archivio Vincenzo Agnetti

E’ un’associazione istituita nel 2015 su iniziativa della famiglia, che ha sede è nello studio dell’artista, luogo carico di memoria e fascino creativo, a Milano in Via Machiavelli 30. Soci fondatori dell’Archivio sono la figlia Germana Agnetti e il nipote Guido Barbato, rispettivamente presidente e segretario dell’Archivio Vincenzo Agnetti. L’attività dell’Archivio è affiancata dal Comitato scientifico composto da: Bruno Corà, critico d’arte e amico personale di Agnetti, presidente della Fondazione Burri; Marco Meneguzzo, critico d’arte e docente all’Accademia di Brera; Giorgio Verzotti, critico d’arte e docente alla NABA di Milano. L’Archivio è un luogo di studio il cui patrimonio consiste nella conservazione, acquisizione e catalogazione scientifica della documentazione relativa alle opere e alla vita dell’artista per poterla fare conoscere al pubblico italiano e internazionale. Promuove quindi la raccolta, la pubblicazione, la diffusione delle opere, scritti, documenti, dati, testimonianze, notizie e di qualsiasi altro materiale che riguardi la produzione artistica e la vita di Vincenzo Agnetti. Lo spazio dell’Archivio è anche un luogo di esposizione, d’idee, di proposte, d’iniziative, di ricerche che vogliono svilupparsi sulla stessa lunghezza d’onda di pensiero e di intuizione di Agnetti.