Uncommon Places an accelerationist aesthetics

Informazioni Evento

Luogo
PALAZZO DA SCHIO
Via Capitano G. Sella, 4 , Schio, Italia
Date
Dal al

Martedì al Venerdì dalle 10 alle 18
Sabato e Domenica dalle 10 alle 19

Vernissage
15/04/2016

ore 18

Contatti
Telefono: +39 3937663322
Email: manon.comerio@gmail.com
Artisti
Luca Campigotto, Davide Bramante, Andrea Galvani, Hiroyuki Masuyama, Juliane Eirich, Olaf Otto Becker, Regine Petersen, Alvaro Sanchez Montanes
Curatori
Camilla Boemio
Generi
arte contemporanea, collettiva
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In un contesto inedito, ricco di storia e di suggestioni, il Palazzo da Schio diventa la venue di una mostra di analisi che nasce dall’interazione dall’ideatrice del progetto Manon Comerio e la curatrice-teorica Camilla Boemio.

Comunicato stampa

Uncommon Places an accelerationist aesthetics
(Luoghi non comuni_un’accelerazione estetica)
mostra a cura di/a project curated by Camilla Boemio
un progetto di/project by Manon Comerio
Palazzo da Schio
Via Capitano G. Sella 4 – Schio, Vicenza
dal 15 aprile al 15 maggio 2016/from april 15 to may 15, 2016
Inaugurazione/Opening
Venerdì 15 aprile 2016 alle ore 18/Friday april 15, 2016, 18 pm

In un contesto inedito, ricco di storia e di suggestioni, il Palazzo da Schio diventa la venue di una mostra di analisi che nasce dall’interazione dall’ideatrice del progetto Manon Comerio e la curatrice-teorica Camilla Boemio.
La mostra vuole indagare il paesaggio naturale e quello urbano in un'altra dimensione, che è quella dell'immaginario in uno stato di accelerazione estetica.
Un immaginario che davanti allo spettacolo naturale cerca non un altro da sé, né la conferma delle proprie certezze, ma evidenzia i modi per integrare più visioni.
Viviamo nell’epoca del tempo senza tempo nel quale l'immagini si sovrappongono raccontandoci di paesaggi scomposti dai quali fuoriescono storie parallele, elementi vernacolari e rimandi di costruzioni estetiche geo -temporali.
L’endiadi di essere e tempo a cui Martin Heidegger aveva consacrato il suo capolavoro del ’27 sembra oggi riconfigurarsi nell’inquietante forma di un perenne essere senza tempo. Figlio legittimo dell’accelerazione della storia inaugurata dalla Rivoluzione industriale e da quella francese, il fenomeno della fretta fu promosso, sul piano teorico, dalla passione illuministica per il futuro come luogo di realizzazione di progetti di emancipazione e di perfezionamento. La nostra epoca postmoderna, che pure ha smesso di credere nell’avvenire, non ha per questo cessato di affrettarsi, dando vita a una versione del tutto autoreferenziale della fretta: una versione nichilistica, perché svuotata dai progetti di emancipazione universale e dalle promesse di colonizzazione del futuro.
Il processo di trascendimento del presente viene in parte assolto nella mostra con la narrazione di lavori poliedrici composti da scenari diversi: dalla serie Broken Line e Ilulissat di Olaf Otto Becker, a Regine Petersen con Find a Fallen Star, a Luca Campigotto con una selezione di paesaggi estrapolati dalle sue note serie, la San Pietroburgo di Davide Bramante, all’inedito lavoro per l’Italia dello Spagnolo Alvaro Sanchez Montanes,ad una serie di opere iconiche dell’artista Andrea Galvani, fino a Hiroyuki Masuyama con un allestimento site-specific e alla Tedesca Juliane Eirich con una selezione delle serie Korea Diary e Itoshima.
Camilla Boemio è la curatrice di Diminished Capacity il Primo Padiglione Nazionale della Nigeria alla 15°.International Architecture Exhibition La Biennale di Venezia.
La mostra vede le collaborazioni con le gallerie: Arte Ricambi, di Verona e Bugno Gallery, di Venezia.