Gli elefanti non sanno saltare

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA DELLE BATTAGLIE
Via Delle Battaglie 69A, Brescia, Italia
Date
Dal al

dal martedi al sabato 10.30-12.30 e 16.00-19.30

Vernissage
21/01/2012

ore 18.30

Contatti
Email: galleria@galleriabattaglie.it
Artisti
Ttozoi, Rudy Cremonini, Carlo Cane, Maurizio L’Altrella, Manlio Sacco, Giulio Zanet, Luca Bidoli, Gian Marco Capraro, Marco Carli Rossi, Daniele Duò, Ivan Lardschneider, Andrea Palamà
Curatori
Carolina Lio
Generi
arte contemporanea, collettiva
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Undici pittori e uno scultore riflettono sul binomio leggerezza/pesantezza nell’arte di oggi e su come queste due accezioni possono essere utilizzate simbolicamente per indicare possibilità e limiti della società di oggi.

Comunicato stampa

Sabato 21 gennaio, alle ore 18.30 inaugurerà presso Gallera Delle Battaglie a Brescia il progetto collettivo Gli elefanti non sanno saltare. La mostra, che resterà visitabile fino al 25 febbraio 2012, è curata da Carolina Lio e presenta al pubblico il lavoro di dodici artisti della scena italiana contemporanea: Luca Bidoli, Carlo Cane, Gian Marco Capraro, Marco Carli Rossi, Rudy Cremonini, Daniele Duò, Maurizio L’Altrella, Ivan Lardschneider, Andrea Palamà, Manlio Sacco, TTozoi e Giulio Zanet.

Undici pittori e uno scultore riflettono sul binomio leggerezza/pesantezza nell'arte di oggi e su come queste due accezioni possono essere utilizzate simbolicamente per indicare possibilità e limiti della società di oggi. Il titolo (oltre a essere una curiosità vera dal punto di vista scientifico) è una doppia metafora biologica e filosofica. Infatti, l'uomo contemporaneo ha ingigantito le sue conoscenze e le sue capacità pratiche, diventando un elefante che non riesce ad accettare biologicamente la sua fragilità organica e l'idea della morte, oltre ad essere spiritualmente sempre più ancorato a terra e alla logica consumistica.

Spiega il curatore della mostra: “La teoria di Bauman sulla società liquida asserisce proprio questo, e paragona la pesantezza delle nostre capacità acquisite alla leggerezza con cui scivoliamo sulle questioni fondamentali e spirituali dell’umanità. Potenti di abilità nozionistiche, scientifiche, geografiche, della possibilità di spostarci velocemente e di cambiare lavoro, casa, persino famiglia, gruppo di amici e abitudini, siamo diventati più fragili nelle nostra sfera intima. Come gli elefanti, abbiamo perso la capacità di saltare, ovvero abbiamo perso la capacità di staccarci dal suolo e dal materialismo, rinunciando al corpus di sicurezze impalpabili che rendono l’uomo padrone della propria vita e del proprio ambiente.”