Fibra flessa / Sentieri non-euclidei

Informazioni Evento

Luogo
NUOVO SPAZIO ESPOSITIVO DI CASSO
Erto e Casso, Casso, Italia
Date
Dal al

agosto: tutti i giorni, 10.00-12.30 e 14.30-18.30
settembre: dal venerdì alla domenica,10.00-12.30 e 14.30-18.30 (o, per gruppi e scuole, su prenotazione).

Vernissage
03/08/2019

ore 17,30

Artisti
Alberto Scodro, Giorgio Barrera, Mirko Baricchi, Filippo Romano
Curatori
Daniele Capra, Gianluca D’Incà Levis
Generi
arte contemporanea, doppia personale
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Dolomiti Contemporanee inaugura due nuove mostre presso il Nuovo Spazio di casso al Vajont. La mostra Fibra flessa, dedicata a Tempesta Vaia. E la mostra Sentieri non-euclidei.

Comunicato stampa

3 agosto 2019: inaugura al Nuovo Spazio di Casso la bipersonale Fibra flessa (schianta l’uomo non il bosco), una mostra di Giorgio Barrera e Filippo Romano dedicata a Tempesta Vaia.

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Fibra flessa (schianta l’uomo non il bosco)

Nuovo spazio di Casso, Erto e Casso (Pn)
4 agosto / 29 settembre 2019
inaugurazione sabato 3 agosto ore 17.30
a cura di Gianluca D’Incà Levis
opere di Giorgio Barrera e Filippo Romano

Di Tempesta Vaia si sa molto, oppure poco in realtà? La foresta è perduta? Solo nella prospettiva degli uomini, una prospettiva di breve periodo, ben diversa da quella della natura. Questa mostra bipersonale costituisce il secondo di una serie di apparati critici sviluppati nel Cantieredivaia (il primo è la collettiva To be Here and There, al Forte di Monte Ricco, Pieve di Cadore, fino al 22 settembre).
Cantieredivaia è il percorso di ricerca che Dolomiti Contemporanee ha intrapreso a fine ottobre 2019, insieme a numerosissimi partner scientifici, culturali, creativi, produttivi, all’indomani dell’evento calamitoso.
Vaia costituisce al tempo stesso una ferita, un vasto, problematico, campo di lavoro, e un’opportunità per il territorio. Il bosco è già in fase di rinnovazione. La riorganizzazione degli uomini è cosa più complessa.
Barrera e Romano hanno compiuto una ricognizione dei luoghi colpiti, nelle Dolomiti bellunesi e friulane. Attraverso la fotografia e il video, ci restituiscono ora un’immagine del paesaggio mutato e degli abitatori delle aree colpite.

La mostra rimarrà aperta dal 4 agosto al 29 settembre, si realizza nell’ambito dei Dolomiti Days, con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con Fondazione Dolomiti Unesco, UTI delle Valli e Dolomiti Friulane e Comune di Erto e Casso.

Si ringraziano i partner: Comune di Erto e Casso, Comune di Sappada, Pro Loco Sappada, Filiera Legno FVG, AIBO FVG, Progettoborca, Fondazione Francesco Fabbri. Lattebusche, Unterberger Speck del Cadore, Vini Biasiotto, Birra Dolomiti, Panificio Marcon.

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Giorgio Barrera
lavora con la fotografia e il video. Focalizza la sua ricerca sull'analisi dei linguaggi visivi, la creazione di immaginari, sul rapporto realtà e soggettività che realizza attraverso svariate sperimentazioni e metodologie progettuali. Ha vinto, tra gli altri, i premi Baume & Mercier, Canon, FNAC ha collaborato con vari Istituti di Cultura Italiani, con il Mibact e altre varie istituzioni e gallerie. Ha esposto all'Art Institute of Chicago, alla Somerset House a Londra, il Palazzo delle Esposizioni di Roma, il Museo Diocesano di Venezia, il Contact il Festival di Toronto. Nel 2017 ha pubblicato un saggio dal titolo “La battaglia delle immagini” che introduce una forma creativa di mediattivismo da realizzarsi con le immagini. Direttore artistico del Festival di Ragusa, è tra i fondatori del collettivo artistico Fotoromanzo Italiano protagonista di COOP Unseen Amsterdaam nel 2018. Sempre nel 2018 è stato co-curatore della mostra Supercity tenutasi presso il MUFOCO
Filippo Romano
Nasce nel 1968. Studia all’International Center of Photography I.C.P. di New York, città dove ha vissuto a lungo; attualmente risiede a Milano.
E’ un narratore di città e di spazi urbani. Collabora da diversi anni con la casa editrice Skira nel settore editoriale dell’architettura e ha pubblicato su Abitare, Domus, Io donna, Courrier International. Nel 2007 ha pubblicato il libro Soleritown sull’opera dell’architetto Paolo Soleri e ha vinto il premio Pesaresi/Contrasto con il progetto fotografico OFF China. Il suo lavoro è stato esposto al Festival di Guangzhou, nel febbraio 2005, al Festival di Lianzhou in Cina e al Festival di Roma con Waterfront nel maggio 2009.
Ha esposto alla Biennale di architettura di Venezia nel 2010 nel padiglione Italia con il progetto 106 statale Jonica. Dal 2011 lavora al progetto a lungo termine sul ghetto di Mathare Nairobi, esposto nella mostra MADE IN SLUMS NAIROBI alla Triennale di Milano. Nell’ottobre 2012 espone il lavoro Ville Palladiane al Palladio Museum di Vicenza.
Nell’ottobre 2014 il suo lavoro FOUND IN TRANSLATION sul confronto tra l’architettura di Palladio e Jefferson è stato esposto al Canadian Center for Architecture a Montreal.
E’ insegnante dal 2009 nel Master di fotografia di FormaNaba e dal 2012 insegna fotografia di base alla NABA Nuova Accademia di Belle Arti di Milano.

3 agosto 2019: inaugura al Nuovo Spazio di Casso la bipersonale Fibra flessa (schianta l’uomo non il bosco), una mostra di Giorgio Barrera e Filippo Romano dedicata a Tempesta Vaia.

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Fibra flessa (schianta l’uomo non il bosco)

Nuovo spazio di Casso, Erto e Casso (Pn)
4 agosto / 29 settembre 2019
inaugurazione sabato 3 agosto ore 17.30
a cura di Gianluca D’Incà Levis
opere di Giorgio Barrera e Filippo Romano

Di Tempesta Vaia si sa molto, oppure poco in realtà? La foresta è perduta? Solo nella prospettiva degli uomini, una prospettiva di breve periodo, ben diversa da quella della natura. Questa mostra bipersonale costituisce il secondo di una serie di apparati critici sviluppati nel Cantieredivaia (il primo è la collettiva To be Here and There, al Forte di Monte Ricco, Pieve di Cadore, fino al 22 settembre).
Cantieredivaia è il percorso di ricerca che Dolomiti Contemporanee ha intrapreso a fine ottobre 2019, insieme a numerosissimi partner scientifici, culturali, creativi, produttivi, all’indomani dell’evento calamitoso.
Vaia costituisce al tempo stesso una ferita, un vasto, problematico, campo di lavoro, e un’opportunità per il territorio. Il bosco è già in fase di rinnovazione. La riorganizzazione degli uomini è cosa più complessa.
Barrera e Romano hanno compiuto una ricognizione dei luoghi colpiti, nelle Dolomiti bellunesi e friulane. Attraverso la fotografia e il video, ci restituiscono ora un’immagine del paesaggio mutato e degli abitatori delle aree colpite.

La mostra rimarrà aperta dal 4 agosto al 29 settembre, si realizza nell’ambito dei Dolomiti Days, con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con Fondazione Dolomiti Unesco, UTI delle Valli e Dolomiti Friulane e Comune di Erto e Casso.

Si ringraziano i partner: Comune di Erto e Casso, Comune di Sappada, Pro Loco Sappada, Filiera Legno FVG, AIBO FVG, Progettoborca, Fondazione Francesco Fabbri. Lattebusche, Unterberger Speck del Cadore, Vini Biasiotto, Birra Dolomiti, Panificio Marcon.

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Giorgio Barrera
lavora con la fotografia e il video. Focalizza la sua ricerca sull'analisi dei linguaggi visivi, la creazione di immaginari, sul rapporto realtà e soggettività che realizza attraverso svariate sperimentazioni e metodologie progettuali. Ha vinto, tra gli altri, i premi Baume & Mercier, Canon, FNAC ha collaborato con vari Istituti di Cultura Italiani, con il Mibact e altre varie istituzioni e gallerie. Ha esposto all'Art Institute of Chicago, alla Somerset House a Londra, il Palazzo delle Esposizioni di Roma, il Museo Diocesano di Venezia, il Contact il Festival di Toronto. Nel 2017 ha pubblicato un saggio dal titolo “La battaglia delle immagini” che introduce una forma creativa di mediattivismo da realizzarsi con le immagini. Direttore artistico del Festival di Ragusa, è tra i fondatori del collettivo artistico Fotoromanzo Italiano protagonista di COOP Unseen Amsterdaam nel 2018. Sempre nel 2018 è stato co-curatore della mostra Supercity tenutasi presso il MUFOCO
Filippo Romano
Nasce nel 1968. Studia all’International Center of Photography I.C.P. di New York, città dove ha vissuto a lungo; attualmente risiede a Milano.
E’ un narratore di città e di spazi urbani. Collabora da diversi anni con la casa editrice Skira nel settore editoriale dell’architettura e ha pubblicato su Abitare, Domus, Io donna, Courrier International. Nel 2007 ha pubblicato il libro Soleritown sull’opera dell’architetto Paolo Soleri e ha vinto il premio Pesaresi/Contrasto con il progetto fotografico OFF China. Il suo lavoro è stato esposto al Festival di Guangzhou, nel febbraio 2005, al Festival di Lianzhou in Cina e al Festival di Roma con Waterfront nel maggio 2009.
Ha esposto alla Biennale di architettura di Venezia nel 2010 nel padiglione Italia con il progetto 106 statale Jonica. Dal 2011 lavora al progetto a lungo termine sul ghetto di Mathare Nairobi, esposto nella mostra MADE IN SLUMS NAIROBI alla Triennale di Milano. Nell’ottobre 2012 espone il lavoro Ville Palladiane al Palladio Museum di Vicenza.
Nell’ottobre 2014 il suo lavoro FOUND IN TRANSLATION sul confronto tra l’architettura di Palladio e Jefferson è stato esposto al Canadian Center for Architecture a Montreal.
E’ insegnante dal 2009 nel Master di fotografia di FormaNaba e dal 2012 insegna fotografia di base alla NABA Nuova Accademia di Belle Arti di Milano.

Sentieri non-euclidei

a cura di Daniele Capra
artisti: Mirko Baricchi e Alberto Scodro
Nuovo spazio di Casso, Erto e Casso
dal 4 agosto al 29 settembre 2019
inaugurazione sabato 3 agosto ore 17.30

Dolomiti contemporanee è lieta di annunciare Sentieri non-euclidei, mostra bipersonale con opere di Mirko Baricchi e Alberto Scodro. Il progetto, a cura di Daniele Capra, presenta nel Nuovo spazio di Casso una ventina di lavori su tela e di natura scultorea realizzati recentemente dagli artisti, nonché degli interventi sviluppati in residenza che raccolgono alcuni dei più significativi stimoli ambientali del luogo.
Il titolo della mostra fa riferimento alla nascita, nell’Ottocento, della geometria non-euclidea che consentì il superamento delle teorie basate sui postulati di Euclide, ampliando le potenzialità analitiche e generatrici della disciplina. Sentieri non-euclidei analizza infatti come l’opera sia l’esito di un flusso mentale e di un processo fisico/materico di stratificazione caratterizzati da percorsi non-lineari. Da parte dell’artista si registrano infatti, frequentemente, sviluppi apparentemente contraddittori e uno svolgimento temporale in forma anti-cronologica, che rendono inadeguati/inefficienti gli ordinari i criteri di lettura dell’opera e richiedono invece l’adozione di modelli interpretativi prima mai messi a punto. L’opera – e, più in generale, il lavoro stesso dell’artista – non è cioè l’esito di un tracciato cartesiano ordinato e coerente, ma il risultato di istanze plurime ed eterogenee, che modellano il percorso in forma complessa. Ciò richiede a chi guarda il medesimo approccio di colui che si muove all’interno di un bosco che non conosce, nel quale deve porre attenzione alla disposizione degli alberi, ai dislivelli, al muschio, alla presenza di corsi d’acqua o di massicci rocciosi invalicabili.

La pratica di Mirko Baricchi (La Spezia, 1970; vive e lavora a Vicenza e La Spezia) è rivolta in forma esclusiva sulla pittura ed è focalizzata sul processo esecutivo dell’opera, caratterizzato da una processualità rapida ed incessante, basata su azioni di stesura ed asportazione del colore sulla superficie. Nella sua pratica è centrale il lavoro fisico sulla tela che, nella continua contraddizione del fare-cancellare, assurge ad una funzione esplorativa. Le opere della serie Selva e Wood presentate a Casso rimandano all’universo del bosco, al mondo selvatico popolato da un’intricata e nebbiosa foresta di segni orizzontali, verticali e trasversali. Sono contemporaneamente immagini bidimensionali e spazi mentali in cui far camminare lo sguardo, paesaggi ulteriori che sono nella testa dell’artista e nelle proiezioni psichiche dell’osservatore.
La ricerca di Alberto Scodro (Marostica, 1984; vive e lavora a Nove e Bruxelles) è mirata ad evidenziare linee di tensione ed elementi di discontinuità dei luoghi, delle architetture e della materia, che sono oggetto di interventi di carattere essenzialmente scultoreo ed installativo, molti dei quali site-specific. In particolare l’artista rivolge la propria attenzione alle possibilità espressive insite nelle caratteristiche chimico-fisiche dei materiali, alle deformazioni ed alterazioni innescate dalla temperatura, nonché alla combinazione in forma sorprendente, e talvolta ironica, degli elementi costitutivi. I lavori presentati a Casso raccolgono alcune recenti sculture realizzate stratificando in modo incoerente sabbie, cristalli di vetro ed oggetti, nonché un’opera che testimonia in forma scultorea la complessità e la creatività dell’architettura animale.

La mostra rimarrà aperta dal 4 agosto al 29 settembre, si realizza nell’ambito dei Dolomiti Days, con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con Fondazione Dolomiti Unesco, UTI delle Valli e Dolomiti Friulane e Comune di Erto e Casso.