La grafica rivoluzionaria di Emilio Mantelli in mostra a Crema

C’è decadenza e innovazione nelle opere grafiche di Emilio Mantelli: senza di lui l’illustrazione non avrebbe la stessa importanza nell’editoria di oggi. Il Museo Civico di Crema e del Cremasco ne ripercorre la storia

Fino all’11 dicembre un percorso inedito a cura di Edoardo Fontana conduce alla scoperta della figura di “bizzarra bellezza” di Emilio Mantelli (Genova, 1884 – Verona, 1918). Accanto alle sue opere, per meglio comprendere le origini di un percorso breve ma intenso, durato più di un lustro, la mostra presenta una panoramica sulla xilografia italiana del Novecento, con particolare attenzione agli artisti che hanno influenzato la pratica di Mantelli.
In mostra più di 250 opere tra riviste e documenti, alcune frutto della ricchezza di prestiti provenienti da collezioni private, come quelli milanesi di Carla Conforto e di Agostino Pagano, possessore di alcuni dei disegni di Mantelli, e pubbliche, come quella del Gabinetto di Disegni e Stampe di Palazzo Rosso a Genova. Questa collezione ha consentito di esporre nove xilografie dell’autore, alcune delle quali mai documentate prima.

Emma Dessau Goiten, Salomé, xilografia a colori, 1912. Collezione privata

Emma Dessau Goiten, Salomé, xilografia a colori, 1912. Collezione privata

LA MOSTRA DI EMILIO MANTELLI A CREMA

Oltre alle opere xilografiche, spiccano i volumi illustrati e le riviste, dove la collaborazione con L’Eroica si impone per quantità e per ricchezza di contributi.
Mantelli, nel corso di pochi anni, intervenne nella redazione del periodico, condizionandone ampiamente le scelte, fino a portare il primitivo impianto Liberty e neo-michelangiolesco, inizialmente imposto da Adolfo De Carolis con la sua scuola, verso un moderato modernismo. In mostra anche il ritratto di giovane donna realizzato da Giovanni Fattori, alla cui scuola del nudo Mantelli prese parte. Di difficile categorizzazione, lo stile del Mantelli, così libero e personale, e influenzato da numerose tensioni, non è mai ascrivibile a un manifesto, anche se presenta un perturbante decadentismo déco. La completezza e la ricchezza di fonti con cui è stata realizzata, consentono a questa mostra di riuscire nell’arduo compito di elaborare un’organica catalogazione sia dal punto di vista delle incisioni che della biografia dell’artista. Una bizzarra bellezza. Emilio Mantelli e la grafica europea svela alcuni momenti cruciali che aprirono la strada al nuovo, all’Espressionismo, all’importanza dell’illustrazione per l’editoria fino alla graphic novel.

Margherita Bani

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati