100 anni di Jacovitti. Il fumettista in mostra a Roma e Molise 

A cento anni dalla nascita, due musei festeggiano Benito Jacovitti con un doppio progetto espositivo. Mostre parallele e complementari che contribuiscono ad approfondire la galassia creativa dell’autore

Due città, distanti e certamente diverse, unite nel segno di Benito Jacovitti (Termoli, 1923 – Roma, 1997) fuoriclasse del fumetto italiano e figura trasversale dell’editoria del secondo Novecento. A rendere omaggio all’affilatissima matita del maestro molisano sono oggi Termoli e Roma, che – chiedendo supporto alle due istituzioni culturali più rappresentative delle rispettive scene – hanno messo a segno un ammirevole progetto espositivo: una mostra diffusa che ripercorre l’eccentrica parabola del mitico disegnatore, a partire proprio dalle due località legate alla nascita e alla morte di questo ineguagliato genio.  

Benito Jacovitti. Photo Paolo Cresci
Benito Jacovitti. Photo Paolo Cresci

La mostra su Jacovitti a Termoli 

A dare il via a questa estesa e inedita rassegna, è stato lo scorso 7 ottobre 2023 il Macte – Museo di Arte Contemporanea di Termoli. È qui, nella città che diede i natali a Jacovitti nel 1923, che alcuni dei suoi personaggi più iconici sono stati ripescati dalle pagine dei fumetti, per incontrare il pubblico all’interno di un itinerario che approfondisce in maniera giocosa le invenzioni tecniche e linguistiche dell’autore.  
Visitabile fino al prossimo 24 febbraio 2024, la rassegna – dal titolo Jacovittissimevolmente. Tutte le follie di Jac! – presenta una folta selezione di tavole originali, scelte dal curatore Luca Raffaelli come rappresentative dello stile del maestro: uno stile personalissimo e rivoluzionario, che in verità ancora oggi attende di essere degnamente riconosciuto (così come avvenuto con altri colleghi come Magnus, Robert Crumb, Dino Battaglia e Andrea Pazienza, che ammetterà pubblicamente l’influenza del fumettista molisano nella sua produzione). 
La mostra”, ha dichiarato il curatore, “parte dall’analisi della sua capacità di improvvisazione fumettistica indagando, nelle varie sezioni espositive, le caratteristiche più importanti del suo metodo di lavoro: i riempitivi, salami, vermi e invenzioni che, senza alcun motivo logico o narrativo, invadono le sue tavole; i continui giochi di parole, le assurde linee cinetiche che mostrano i movimenti dei personaggi; le onomatopee del tutto particolari per cui il suono di uno schiaffo è proprio schiaffo!, il corpo, tagliato, spezzato, fatto a fette (a volte senza neppure procurare dolore), e la sua innovativa rottura della quarta parete, per cui i personaggi in difficoltà possono rivolgersi direttamente ai lettori o al loro creatore”. 

Benito Jacovitti, Dettaglio di tavola. Credits Silvia Jacovitti
Benito Jacovitti, Dettaglio di tavola. Credits Silvia Jacovitti

La mostra su Jacovitti a Roma 

Seguendo la “staffetta” proposta dal progetto espositivo, la mostra prosegue nella sale del Maxxi di Roma. Se nella tappa di Termoli a essere posta sotto la lente d’ingrandimento è soprattutto la componente tecnica e stilistica del protagonista, nell’episodio romano l’interesse si sposta principalmente sugli aspetti tematici e sentimentali legati alla sua produzione. 
Aperta al pubblico fino al 18 febbraio, Jacovittissimevolmente. L’incontenibile arte dell’umorismo (a cura di Dino Aloi e Silvia Jacovitti con il coordinamento curatoriale di Giulia Ferracci) prende luogo nello Spazio Extra del museo capitolino. 

Jacovitti. Il percorso espositivo al Maxxi 

Sono circa 400 le tavole e le illustrazioni autentiche incluse nel percorso espositivo, che vanta anche una ricca serie di giornali, albi e libri anch’essi originali. A segnare l’inizio del tragitto di visita sono alcuni disegni risalenti al 1939, quando un giovanissimo Jac inizia a pubblicare vignette sul settimanale satirico fiorentino Il Brivido. Qui troviamo anche sei preziose tavole inedite, le uniche rimaste della storia I tre re, disegnate nel 1941 e dedicate ai massimi poteri del tempo: il Papa, il Re e Mussolini.  
La mostra prosegue con le prime storie stampate su Il Vittorioso, celebre periodico dedicato ai fumetti, per poi condurre il pubblico nelle affollatissime Panoramiche, ricche di centinaia di figure e di battute, personificazione dell’Italia di quegli anni. Le pareti dello spazio centrale sono invece invase dai suoi cento personaggi: Giacinto corsaro dipinto, Oreste il Guastafeste, Battista l’ingenuo fascista, il celeberrimo Cocco Bill, Zorry Kid, Tom Ficcanaso, Occhio di Pollo, Pippo Pertica e Palla, la Signora Carlomagno, Microciccio Spaccavento e tanti altri eroi scanzonati. Alcune speciali sezioni della mostra sono inoltre dedicate a KamasuLtra, goliardica pubblicazione del 1977, e a Carosello, il programma televisivo a cui Jacovitti prestò la sua matita negli Anni Sessanta per una serie di animazioni e campagne pubblicitarie. 
L’artista diventa un fiume in piena che esonda, un mare in burrasca, una tempesta che si abbatte con la stessa incontenibile forza di chi vuole colpire nel segno, ovvero il suo pacifico lettore, che viene inesorabilmente travolto da questo uragano di invenzioni”, scrive Dino Aloi, co-curatore della tappa romana. “Grazie a lui riusciamo a ritrovare noi stessi, la parte migliore, quella divertente, che ci rammenta l’eterna fanciullezza a cui restiamo legati profondamente”.  

Alex Urso 

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Alex Urso

Alex Urso

Artista e curatore. Diplomato in Pittura (Accademia di Belle Arti di Brera). Laureato in Lettere Moderne (Università di Macerata, Università di Bologna). Corsi di perfezionamento in Arts and Heritage Management (Università Bocconi) e Arts and Culture Strategy (Università della Pennsylvania).…

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