Tuono Pettinato, il fumettista che voleva essere un gatto

Molto più che un semplice fumettista.... Tuono Pettinato è una vera e propria istituzione del fumetto italiano contemporaneo. Impossibile non scambiarci due chiacchiere, ora che è uscito in libreria il suo nuovo libro: “Chatwin”.

Tra i tanti fumettisti ospitati in questi anni sul nostro magazine non poteva certo mancare Tuono Pettinato (Pisa, 1976), nome di punta della “nona arte” italiana. Lo abbiamo incontrato per parlare del suo nuovo libro: un omaggio ai gattini, così come la tavola inedita che ci ha regalato.

Cosa significa per te essere fumettista?
Un fumettista è un gatto che passa la maggior parte del tempo a catturare e uccidere un topo e il resto del tempo a mostrarlo in giro ad amici, parenti, colleghi ed estranei, sperando che possano apprezzare il topo.

Per i patiti di fumetti non hai bisogno di presentazioni. Ma cosa raccontiamo a chi non ti conosce? Chi sei, da dove vieni, da quanti anni hai la matita in mano?
Ho disegnato cagnolini ossessivamente da quando ho scoperto Snoopy e i Peanuts da bambino. Sono cresciuto assieme a un gruppo di autori fenomenali, i Superamici, e ho cominciato a pubblicare biografie di personaggi storici. Adesso ho realizzato un fumetto che parla di gattini che dal titolo sembrerebbe una biografia storica ma non lo è.

Il titolo del libro (edito da Rizzoli Lizard) è Chatwin. Ce lo racconti?
Un paio di anni fa mi sono fissato con i volantini dei gattini smarriti, tanto da farmeli spedire dagli amici ogni volta che li avvistavano per strada. Il linguaggio e la semi-invisibilità di questi volantini mi hanno fatto pensare ad una comunicazione sotterranea, che solo chi ne è direttamente coinvolto può notare. Da qui è nata l’idea di raccontare le disavventure di un gatto domestico che decide di scappare di casa, ed il suo impatto con un mondo sconosciuto, pieno di insidie e cattiverie.

Dopo le biografie a fumetti su Garibaldi, Galileo, Alan Turing e Kurt Cobain, da dov’è saltata fuori l’idea di raccontare la vita di un gatto randagio?
Credo che questo nuovo fumetto sia in qualche modo imparentato con Corpicino, un fumetto di finzione ma con molta realtà dentro, che avevo pubblicato nel 2013 per GRRRzetic. Entrambi i libri nascevano da un mio bisogno di spiegarmi alcuni lati oscuri del mondo che mi circonda, dal turismo dell’orrore ai volantini dei gatti scomparsi. Dopotutto anche un evento apparentemente insignificante come la sparizione di un gattino può rivelarsi una tragedia, specie per il gattino.

La tavola di Tuono Pettinato per Artribune Magazine #53

La tavola di Tuono Pettinato per Artribune Magazine #53

Nel fumetto ognuno dei felini protagonisti sembra personificare pregi e difetti degli uomini, rendendo la storia una favola per certi versi perfetta…
Non è facile ricostruire una socialità gattesca una volta che si è scappati di casa rinunciando a tutti i comfort, in nome dell’indipendenza. Curiosamente, Chatwin ha bisogno di apprendere dai libri degli umani il bisogno di cercare il suo lato gattesco fuori dalle mura domestiche. E lui cerca di farlo, goffamente, allo sbaraglio, armato di mappe che non userà mai. Nel suo percorso incontra diversi tipi di società gattesche, quella crudele di Rudolph, quella vagabonda e trascendentalista di Walt e quella malinconica di Dharma. Sbaglia tutto ma va avanti cocciutamente, con una determinazione a mio parere ammirevole.

Come sempre nei tuoi fumetti il lettore è di fronte a un tenero inganno. Ovvero, sotto disegnini falsamente innocui si nascondono personaggi spesso spietati, riferimenti intellettuali, filosofici e citazioni musicali. Immagini un lettore ideale quando scrivi?
Il lettore che già mi conosce ha capito il mio gioco ed è ben lieto di cadere nelle mie trappole. Al lettore che sfoglia il mio libro per la prima volta auguro di non fermarsi all’apparentemente innocuo disegno cartoonesco e di lasciarsi invece straziare dal dolore come noi altri. Troppo comodo, uscire illesi dai fumetti.

Considerando che gli ultimi lavori erano stati realizzati tutti a quattro mani – prima con Dario Moccia (We are the champions e Big in Japan) poi con Francesca Riccioni (Non è mica la fine del mondo), com’è stato tornare a lavoro in solitaria?
Son due situazioni molto diverse. Lavorare in coppia consente di confrontare le nostre idee sulla storia, e per me è sempre l’occasione per apprendere cose che non conosco, dalla vita di Alan Turing ai luoghi più segreti di Tokyo. E quando si riesce a collaborare a chilometro zero, attorno a un tavolo, è ancora più divertente. Allo stesso tempo, dopo quasi un decennio di letargo, i miei progetti nel cassetto di storie da autore unico stanno ormai scalpitando per uscire fuori e farsi imprimere su carta.

Cosa ci riserva per il futuro lo scrigno magico di Tuono Pettinato?
Cagnolini, anzitutto. Poi un libro per bimbi, che mi vede nel ruolo di sceneggiatore. E altre storie, per me necessarie, dove come al solito cerco di affrontare argomenti drammatici con l’umorismo. E poi un ritorno a Oriente verso il Paese del Sol Levante. Mi hanno detto che anche lì è pieno di gattini.

Alex Urso

Tuono Pettinato – Chatwin
Rizzoli Lizard, Milano 2019
Pagg. 160, € 19
ISBN 9788817104036
https://rizzolilizard.rizzolilibri.it/libri/chatwin/
http://tuonopettinato.blogspot.com/

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #53

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Alex Urso

Alex Urso

Artista e curatore. Diplomato in Pittura (Accademia di Belle Arti di Brera). Laureato in Lettere Moderne (Università di Macerata, Università di Bologna). Corsi di perfezionamento in Arts and Heritage Management (Università Bocconi) e Arts and Culture Strategy (Università della Pennsylvania).…

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