In Calabria l’editore Rubbettino apre un museo sulla storia della stampa in un parco d’arte contemporanea

Si chiama CARTA e si fonda sul binomio impresa e cultura, con l’idea di raccontare non solo la storia aziendale, ma anche l’evoluzione della stampa e del libro, dall’invenzione dei caratteri mobili al digitale. Spazio anche a giovani artisti in residenza, per creare un parco d’arte legato al mondo dell’editoria

La Calabria è tra le regioni capofila per quantità e varietà dei musei d’impresa. Un circuito che, bisogna rilevare, nell’intera Penisola gode di ottima salute: sono sempre più numerose le aziende – grandi e piccole – che scelgono di investire su progetti culturali capaci di comunicare i propri valori al pubblico, utilizzando la formula del percorso museale per raccontarsi. Si punta, in questo caso, a veicolare l’idea all’origine dell’impresa, e il modo in cui si è scelto di realizzarla; dunque la quota d’innovazione dietro a una sfida aziendale, il suo legame con il territorio in termini di eredità e ricadute sociali ed economiche positive, i risvolti creativi e formativi dell’attività, quando presenti.

I musei d’impresa della Calabria e la rete SudHeritage

E in Calabria questa opportunità è stata colta negli ultimi anni da realtà con longeve storie aziendali (e familiari) alle spalle, diverse operanti nel settore enogastronomico – da Amarelli a Callipo, GIAS e Librandi – e tutte custodi di lavorazioni tradizionali, come il Lanificio Leo di Soveria Mannelli (in provincia di Catanzaro). Un sistema rodato e attrattivo, specie da quando la regione ha iniziato ad attirare un “nuovo” turismo oltre quello balneare, che si è compattato e riconosciuto nei valori di una rete appositamente creata per riunire i musei d’impresa calabresi, SudHeritage. Intravedendo le potenzialità dello strumento, la rete è nata per proporsi come “interlocutore con le istituzioni per rafforzare i musei di impresa esistenti, favorire la costruzione di nuovi musei da parte di aziende che detengono un patrimonio culturale e storico da valorizzare, costruire azioni trasversali di promozione e diffusione della rete dei musei di impresa”. Non ultimo “per testimoniare l’equazione impresa-cultura”. 

Rubbettino nel circuito dei musei d’impresa

L’ultimo ingresso nel circuito porta ancora una volta a Soveria Mannelli, dove più di cinquant’anni fa iniziava la storia dell’editore Rubbettino, pronto a inaugurare il suo museo d’impresa il 14 giugno 2024. Il nuovo spazio è in realtà l’evoluzione di un progetto culturale più ampio, ribattezzato CARTA, già avviato nel 2020, nel ventennale della scomparsa del fondatore della casa editrice, Rosario Rubbettino. Oggi a guidare l’azienda sono i suoi figli, Marco e Florindo, che hanno scelto di approfondire l’intreccio tra arte, cultura, natura e manifattura. 

Rubbettino e il progetto CARTA: il Parco d’Arte Contemporanea

Così si è configurato il percorso aziendale composto, oltre che dal nascente museo, da un Parco d’Arte Contemporanea, visitabile su appuntamento, esteso su 12.500 metri quadri nell’area verde che circonda l’azienda, per esporre la collezione di opere permanenti di artisti internazionali periodicamente ospitati in residenza a Soveria Mannelli. Il parco fu inaugurato ufficialmente nel settembre 2022, in concomitanza con le celebrazioni per il 50esimo anniversario di Rubbettino; da allora l’azienda ha accolto i giovani artisti Stefan Alber, Rachele Maistrello, Elisa Strinna e Giulio Saverio Rossi, oltre ai curatori Alessandro Fonte e Shawnette Poe, che hanno scelto di interpretare il parco come un ecosistema in cui tutte le parti – il mondo editoriale e tipografico, la storia aziendale e familiare, il portato culturale dell’area, le specie vegetali e animali, le opere –  interagiscono organicamente tra loro e con il sistema che le comprende. Campo di indagine: il legame materico che intercorre tra il mondo vegetale e quello della produzione editoriale/tipografica, attraverso la trasformazione della cellulosa in carta come elemento cardine dell’editoria e della tipografia. CARTA è anche il nome della collana editoriale di volumi che approfondirà il lavoro degli artisti ospitati nel parco: per ognuno di loro saranno realizzati una monografia e un taccuino che racconta il processo di elaborazione delle opere. 

Il museo CARTA, dall’invenzione dei caratteri mobili al digitale

Il nuovo museo si visita invece all’interno dello stabilimento industriale, dove un percorso espositivo immersivo che può contare su macchinari (tra linotype, grandi macchine da stampa del secolo scorso e i primi sistemi di desktop publishing), documenti ed espedienti interattivi guida alla scoperta delle tecniche di stampa, dalle prime invenzioni – con l’introduzione dei caratteri mobili – fino al digitale, non limitandosi a raccontare la storia aziendale, ma tracciando una storia del libro, dei processi di stampa e delle tecniche tipografiche, della carta e dei materiali a supporto della tipografia. L’area FabLab è invece pensata come laboratorio di creatività, design, innovazione e sperimentazione, aperta allo scambio con innovatori della comunicazione, del design e dell’artigianato digitale. Accanto, un piccolo bookshop. CARTA darà spazio anche a mostre, conferenze, seminari sui temi della cultura visiva e della tipografia. 

Livia Montagnoli

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati