Intervista a Giulia Neri, la psicologa dell’illustrazione

Ama i film di Wes Anderson e dei Fratelli Coen, definisce i suoi lavori introspettivi e musicali e lavora soprattutto in digitale. Conosciamo l’illustratrice Giulia Neri

Giulia Neri (Bologna, 1979) vive e lavora in Alto Adige a Brunico, in Val Pusteria. Particolarmente attenta a tutto ciò che è emozione, grazie alle sue notevoli capacità introspettive, mette a fuoco i diversi aspetti dell’interiorità umana. Colori tenui e mancanza di sfondi consentono alle figure di emergere e di restituire atmosfere immerse nella quiete più profonda. La stessa delle montagne in cui vive.

Giulia Neri - Blu

Intervista a Giulia Neri

Formazione e illustratori di riferimento
Mi sono diplomata all’Istituto Statale d’Arte di Bologna, dove ho seguito l’indirizzo di pittura, scelta che ho portato avanti anche durante i seguenti tre anni all’Accademia di Belle Arti. Ho poi abbandonato completamente il disegno per frequentare la facoltà di psicologia e, dopo la laurea, quattro anni di specializzazione in psicoterapia cognitivo-costruttiva. Ma l’amore per il colore è tornato come un tornado nel 2013 e ha riconquistato ogni spazio, facendomi diventare un’illustratrice a tempo pieno. 
Autori di riferimento: Mattotti in primis, Adami e Hopper.

Traduci la tua ricerca in tre aggettivi.
Introspettiva, evocativa, musicale. 

Quali tecniche ti sono più congeniali?
Lavoro principalmente in digitale.

I tuoi gusti in merito a cinema e musica.
Come generi musicali ascolto musica indie e musica classica principalmente. 
Per quanto riguarda il cinema, ho un amore folle per i film dei fratelli Coen e di Wes Anderson.

Hai un sogno nel cassetto?
I sogni nel cassetto prendono polvere. Per ora ho realizzato tutto quello che desideravo, e ne sono davvero felice. Tanti sacrifici, ma ne è valsa la pena.

Illustrazione di Giulia Neri per Artribune Magazine © Giulia Neri
Illustrazione di Giulia Neri per Artribune Magazine © Giulia Neri

L’illustrazione secondo Giulia Neri

Definisci il processo creativo di un tuo lavoro.
Lavoro principalmente per metafore e similitudini. Quando lavoro per articoli di giornale mi appunto i concetti salienti e da lì inizio ad assemblare immagini. I lavori personali, invece, partono da una sensazione. 

Qual è la richiesta più singolare ricevuta?
Le richieste più strane sono quelle dei clienti privati a cui tante volte devo dire di no. Definirle surreali a volte è riduttivo.

Un tuo parere sul panorama nazionale dell’illustrazione.
L’illustrazione ha preso sempre più piede nel mondo dell’editoria, della pubblicità e della vita quotidiana in generale: sono grata di essere nata in questo periodo storico in cui l’amore per quello che facciamo è così forte. Ma ci saranno sicuramente momenti in futuro in cui la fotografia verrà preferita all’illustrazione, o le immagini stock, per motivi puramente economici, prenderanno il posto delle illustrazioni commissionate. Credo sia il naturale corso della storia che si ripete ciclicamente.

A cosa lavori in questo momento e quali sono i progetti per il futuro?
Sto lavorando a un libro che uscirà in ottobre, e a due mostre importanti che farò in Italia. Insomma, ho un po’ di progetti di cui prendermi cura.

Roberta Vanali

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #73

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Roberta Vanali

Roberta Vanali

Roberta Vanali è critica e curatrice d’arte contemporanea. Ha studiato Lettere Moderne con indirizzo Artistico all’Università di Cagliari. Per undici anni è stata Redattrice Capo per la rivista Exibart e dalla sua fondazione collabora con Artribune, per la quale cura…

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