Bianco. Il nuovo libro di Bret Easton Ellis

È un solo aggettivo a dare il titolo alla nuova fatica letteraria di Bret Easton Ellis. Uno spaccato della società americana di oggi.

Il titolo dell’ultima fatica letteraria di Bret Easton Ellis avrebbe dovuto allineare tre aggettivi – bianco, ricco e privilegiato. Ma poi l’editore (Alfred A. Knopf e poi Einaudi) ha preferito fermarsi a Bianco, la categoria a cui Easton Ellis sente di appartenere.
Bianco, ricco, privilegiato e, nel suo specifico caso, anche scorretto, sino ad affacciarsi sul burrone del trash, senza però mai precipitarvi davvero. Perché Easton Ellis, scrittore e sceneggiatore per Hollywood, è un pettegolo dotato di una scrittura urticante, uno sconcertante fustigatore della società in cui sta però comodamente a mollo tra New York e Los Angeles: almeno quanto lo è stato Tom Wolfe negli Anni Settanta.

Bret Easton Ellis - Meno di zero (Einaudi, Torino 2017)

Bret Easton Ellis – Meno di zero (Einaudi, Torino 2017)

LA STORIA DI BRET EASTON ELLIS

A 29 anni Easton Ellis pubblica il suo primo best seller, Less than zero (1985), con cui definisce i valori della Generazione X a cui appartiene: il protagonista qui è un diciottenne pallido, attraente, passivo, strafatto e bisex.  Nel 1991 poi Easton Ellis crea l’orrendo personaggio di Patrick Bateman, lo yuppie di Wall Street laureato ad Harvard che di notte si trasforma in efferato serial killer. American Psycho (altro best seller, dieci anni dopo interpretato al cinema da Christian Bale) diventa il simbolo di uno stile di vita follemente materialista avvolto in una boria spesso minacciosa che ha avuto come corrispettivo il profilo presidenziale di George W. Bush. Ma non Trump: perché secondo Easton Ellis di Bianco Trump è invece il frutto avvelenato che si beccano oggi gli smidollati Millennial bollati dall’autore come “Generazione Inetti. Senza pietà Easton Ellis descrive la loro autocommiserazione per l’elezione inattesa del presidente arancione, la presunta superiorità morale dei suoi amici liberal fa sbottare:
Siete solo il cazzo di bamboccioni, più cazzo di bamboccioni che io abbia mai sentito in tutta la mia cazzo di vita e per favore cazzo vedete di darvi una calmata cazzo – ho capito, ho capito quel Trump del cazzo non vi piace un cazzo, ma cazzo ne ho abbastanza e che cazzo”.

Bret Easton Ellis - American Psycho (Einaudi, Torino 2001)

Bret Easton Ellis – American Psycho (Einaudi, Torino 2001)

IL LIBRO

Bianco è un libro sgradevole e insieme glamour (citati a iosa gli incontri dell’autore con Tom Cruise, Quentin Tarantino, Jean-Michel Basquiat, Kanye West, David Foster Wallace…) ma non destrorso, anzi. Per molti versi è liberatorio, proprio per la sua esibita scorrettezza.
Easton Ellis non fa mistero di essere o essere stato un ubriacone, un consumatore di droghe, un assiduo frequentatore di chat omosessuali: eppure polemizza a fondo con quella parte della sua tribù sessuale quando la vede irrigidirsi ideologicamente dietro lo scudo del politicamente corretto.
Certo, da noi l’ossessione del politically correct non è mai stata così soffocante come negli Usa e questo è un libro davvero molto americano, eppure… Quando Easton Ellis racconta gli effetti dei suoi tweet (strumento che utilizzare per micro performance scrittorie) o schernisce l’autocondizionamento idiota di chi posta su Facebook utilizzando qualsiasi mezzo per raggiungere il maggior numero possibile di like, quando fa riferimento al mestiere di “reputation manager on line”, ecco allora accade il miracolo. Seppure in filigrana ‒ a noi da questa parte dell’oceano ‒ appare la perfetta profilazione degli iscritti a quelle piattaforme politiche che hanno sostituito nei fatti il meccanismo democratico in cui per due secoli si sono identificate le comunità politiche occidentali.

Frank Sinatra

Frank Sinatra

FRANK SINATRA E KANYE WEST

A sorpresa Easton Ellis, verso la fine di questo romanzo-autobiografia che è anche un saggio di critica sociale, tratteggia la figura di Frank Sinatra (?!) che individua ‒ senza alcuna empatia ‒come esempio del successo di un bianco, ricco e privilegiato oggi non più ripetibile. Fa anche di peggio: va avanti per pagine e pagine a rievocare la squallida vicenda di Charlie Sheen, bianco, bello, ricco, dotato forse di poco talento e di certo alla fine piombato in un baratro di droga, prostituzione e violenza. E qui invece un qualche genere di empatia è evidente.  Per Easton Ellis, Sheen è il prototipo di eroe del post impero (Sinatra lo era stato per l’impero) affermatosi dopo l’attentato alle Torri gemelle dell’11 settembre.
Il libro però non si conclude con il ritratto di Sheen: c’è un altro bianco, ricco e privilegiato a cui Easton Ellis dedica pagine ammirate: Kanye West. L’endorsement pro Trump ripetuto in più occasioni da questo multimilionario bipolare lo affascina. Kanye, “insolente, un gangster… solitario, sincero, pieno di difetti, contraddittorio, un ribelle, orribile per alcuni, fantastico per altri…” (così lo definisce Easton Ellis) è dunque anche lui un (nero)-bianco, ricco e privilegiato che si permette di esprimere opinioni non conformi.
Viviamo in tempi difficili. E volgari. Ma di certo interessanti.

Aldo Premoli

Bret Easton Ellis – Bianco
Einaudi, Torino 2019
Pagg. 280, € 19
ISBN 9788806242374
https://www.einaudi.it

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Aldo Premoli

Aldo Premoli

Milanese di nascita, dopo un lungo periodo trascorso in Sicilia ora risiede a Cernobbio. Lunghi periodi li trascorre a New York, dove lavorano i suoi figli. Tra il 1989 e il 2000 dirige “L’Uomo Vogue”. Nel 2001 fonda Apstudio e…

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