Edoardo Bonaspetti e Stefano Cernuschi lasciano Mousse. Il divorzio dopo 12 anni

Alla base ci sarebbe un disaccordo con l’editore. Intanto una lettera circola tra le gallerie, raccontando la fine di un rapporto con l’ideatore del progetto, nato a Milano nel 2006. Mousse va avanti rimescolando il team e con il proposito di rinnovarsi.

Edoardo Bonaspetti lascia Mousse. Partivano da Milano, ovviamente, i rumors che vedevano il fondatore del progetto editoriale e del giornale omonimo, poi edito dalla Contrappunto srl, uscire dall’impresa per non meglio precisati disaccordi con l’editore. Successivamente, ma in sordina, ha cominciato a circolare il 7 maggio 2018, tra le gallerie e i soggetti culturali che negli anni hanno sostenuto il progetto, una mail laconica che recitava pressappoco così: “cari amici, dopo anni di collaborazione Edoardo Bonaspetti sta lasciando Mousse. Gli auguriamo il nostro meglio e lo ringraziamo per l’impegno che ha profuso negli anni al progetto. La casa editrice e il team di editors, designers, comunicatori, commerciali di Mousse Magazine, Publishing e Agency continueranno il loro lavoro con l’impegno e l’entusiasmo che ha da sempre caratterizzato la qualità delle nostre iniziative”. Poche le spiegazioni circa le ragioni del “divorzio” e qualche omissione.

Edoardo Bonaspetti

Edoardo Bonaspetti

ALTRE DEFEZIONI

Soprattutto, quello che la lettera manca di citare è che ad andarsene sarebbe, sempre secondo le indiscrezioni raccolte da Artribune,- poi confermate dal colophon online della casa editrice – anche Stefano Cernuschi, figura tutt’altro che secondaria, a capo fino ad oggi di tutto l’apparato editoriale di Mousse, cosa che rafforzerebbe peraltro il sospetto di una disarmonia crescente terminata poi nella fuoriuscita. Mousse Publishing è stata fondata nel 2006. Nata come un giornale, noto per l’alta qualità scientifica degli interventi e dell’approccio curatoriale, oggi distribuito in tutto il mondo, il progetto ideato da Bonaspetti (all’epoca con Alessio Ascari a sua volta dopo pochi anni fuoriuscito per fondare nel 2009 la piattaforma Kaleidoscope) è cresciuto nel tempo diventando anche casa editrice, con un focus specifico sui libri d’artista e sulle monografie e, successivamente, agenzia di comunicazione, di grafica e di produzione di progetti culturali, firmando negli anni collaborazioni con La Triennale di Milano (di cui Bonaspetti ha curato il programma arte negli ultimi anni), Club to Club, la Biennale dell’Immagine in Movimento di Ginevra, la fiera miart.

IL FUTURO DI MOUSSE

“L’idea di Mousse”, raccontava nel 2016 Bonaspetti ad Artribune, in occasione del decennale della rivista,  “è nata durante Untitled, una mostra dedicata a giovani artisti italiani che avevo co-curato a Milano. Erano i miei primi passi nel mondo delle arti visive e avevo fatto molta ricerca; data la mia formazione in giornalismo, il passo successivo verso un progetto editoriale è stato breve. Il freepress era una soluzione d’incontro tra costi di produzione ragionevoli, un veloce ingresso nel settore e questioni di visibilità.”. Ma quale sarà il futuro di Mousse? Come cambierà il progetto, da sempre fortemente identificato con le personalità di Bonaspetti e Cernuschi? Nel colophon oggi figurano nel ruolo di Managing editor Francesco Tenaglia e in quello di Associate editor Antonio Scoccimarro. Per il momento non si conoscono le nuove strategie, ma nella nota inviata da Mousse si preannunciano dei cambiamenti: “questo momento di rinnovamento”, si legge, “coinvolgerà le aree editoriali, strategiche e di distribuzione, per offrire una presenza ancora più centrale ed integrata nella vita degli art lovers, fornendo informazione e ricerca, proponendo nuove interpretazioni del mondo dell’arte contemporanea, che sta evolvendo a grande velocità”. Nel frattempo altre collaborazioni si schiudono per Bonaspetti, recentemente nominato presidente della giuria del Premio Fondazione Henraux, formata da Ilaria Bonacossa, direttore di Artissima, Eike Schmidt, alla guida degli Uffizi, Roberta Tenconi, curatrice del Pirelli Hangar Bicocca, Andrea Viliani, direttore del Madre. Ma è difficile credere che Bonaspetti&Cernuschi non puntino a capitalizzare la loro credibilità.

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Redazione

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