In viaggio con Humboldt

Ormai costa pochissimo, tutti lo fanno, e nessuno più si guarda veramente intorno. È la fine del viaggio? Forse no, se esiste chi ancora riesce a inventarlo. È il caso della casa editrice Humboldt.

Sono frammenti. Pezzi, fisici, di viaggio. Come se fossero pietre, o a volte rugiada, o nebbia. O semplicemente polvere, del deserto nel suo Absolutely Nothing. Salgono i rumori: l’Ontani delle fiamme dell’Ogoh Ogoh a Bali, il carro allegorico che si prepara per il giorno di Nyepi, il giorno del silenzio. O si insinua la Fara Fara, battaglia musicale tra le rumba congolesi. Tanti tanti tanti viaggi, in un’epoca che non ha mai viaggiato così tanto, senza viaggiare davvero. Qui invece c’è l’essenza stessa del viaggio, nella sua dimensione più attesa, di “un ardente desiderio di viaggiare in terre lontane e inesplorate”. Come ci scuote una riga della lunghissima memoria di Alexander von Humboldt, che con il suo Viaggio alle regioni equinoziali del Nuovo Continente di quasi sei anni, iniziato alle fine del secolo dei Lumi, nel 1799, percorre le tre Americhe (chissà quante sono oggi) e ci regala l’immaginario e gli strumenti di lettura del viaggiatore moderno con i suoi trenta volumi di rilascio.

Haris Epaminonda - Humboldt books

Haris Epaminonda – Humboldt books

QUEL CHE RESTA DEL VIAGGIO

Il viaggio dei viaggi, nel senso che la sua forma ne riassume e comprende tutti i generi e tutti i modi: dal viaggio sentimentale a quello d’esplorazione, dal viaggio scientifico a quello letterario”: così Franco Farinetti, immenso geografo che ne introduce l’antologia. Lo spirito di Humboldt è ritornato magnificamente in una spericolata quanto meravigliosa avventura editoriale che ne porta il nome stesso, Humboldt, a memoria e a incitamento. Di cui non ha bisogno Giovanna Silva, fotografa visionaria e runner, dagli occhi come obiettivi fotografici, che ha costruito la più bella casa editrice di viaggio internazionale. Senza confronti. E che ci regala quello che resta del viaggio. Quel discorso disarticolato che ritroviamo nella memoria e che Giovanna ripropone sempre in una inaspettata combine fotografica, di racconto, artistica. Tanti occhi e tante sensibilità con fantastici compagni di viaggi, gli artisti. Il catalogo è un piacere agli occhi. Raccoglie incroci imprevisti di luogo ed emicranie, paesaggi e camicie hawaiane, scontrini e ossessioni, pire e pittori e pasti. Incastri continui con Vasta, Ontani, Höller, Monk, Rä di Martino, Calle-Henkel, Mulas, Basilico, Mollino, Perrone, Sterling o Epaminonda. E tanti altri con cui viaggeremo nelle nuove regioni equinoziali.

Cristiano Seganfreddo

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #40

Abbonati ad Artribune Magazine
Acquista la tua inserzione sul prossimo Artribune

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati