Le anticipazioni su come sarà l’Asian Art Biennale 2024 a Taiwan 

È prevista a novembre l’apertura della nona edizione dell’Asian Art Biennale 2024 a Taichung, sull’isola di Taiwan. Sono da poco stati annunciati i curatori della mostra. Abbiamo intervistato uno di loro, Fan Yen Hsiang, per chiedergli quali tematiche saranno affrontate

Fang Yen Hsiang, membro del team curatoriale della Asian Art Biennale 2024 (il cui titolo è ancora da definire), ci anticipa cosa vedremo a partire dal prossimo 16 novembre al National Taiwan Museum of Fine Arts di Taichung, sull’isola di Taiwan. 

Qual è il tema della Asian Art Biennale 2024? 
Quando ho iniziato a organizzare la biennale del 2024, sono rimasto affascinato dal concetto di “forza” o “potere del divenire” in un mondo che è preda di una crisi dai mille volti. In un’era in cui l’intelligenza artificiale generativa consente di creare nuovi mondi senza sforzo, o di animare l’immaginazione con semplici comandi, le nostre percezioni e comprensioni di questo potere variano ampiamente. All’interno dei nostri spazi abitativi, le complesse interazioni e collaborazioni fra le persone, altre forme di vita ed entità non viventi sono caratterizzate da dettagliati processi di scambio, conflitto e negoziazione. Mentre il mondo raggiunge livelli sempre più bassi, continuiamo ad affrontare le sfide e i cambiamenti di questa era tardo-capitalista. Questa situazione ci invita a ritirarci dai sistemi che perpetuano la violenza, offrendoci la possibilità di sperare, resistere o semplicemente prepararci per ciò che verrà dopo. Pensare a come favorire nuove relazioni e nuovi futuri è un compito fondamentale nel mondo di oggi. Si sviluppa su più livelli: in primo luogo, affrontando l’ambiente, dove esploriamo nuove realtà ecologiche e tecnologizzate, chiedendoci come possiamo recuperare e ricostruire le nostre identità e relazioni ecologiche. In secondo luogo, in termini di spazi abitativi e ambienti di sopravvivenza – da un approccio etico alla terra al colonialismo – esaminiamo come espandere le nostre percezioni per tenere il passo con il metabolismo di Gaia. In terzo luogo, consideriamo l’attuale stato della contemporaneità, plasmato dai movimenti di resistenza in tutta l’Asia, all’ombra dell’incertezza. Mentre si profila la prospettiva di un futuro violento e vuoto, esploriamo come rispondere e possibilmente sfuggire a queste condizioni. Queste questioni significative saranno presentate nella mostra attraverso i concetti di polifonia e sintonia, con l’obiettivo di coinvolgere profondamente i visitatori in questi temi. 

Sulla base di quali criteri avete selezionato gli artisti da invitare? 
Abbiamo regolari discussioni collettive all’interno del team dei curatori, ognuno dei quali sviluppa il proprio punto di vista e concetto. Pertanto, il contenuto del lavoro di un artista è il nostro criterio principale per la selezione degli artisti. In linea con il tema della mostra, oltre all’espressione estetica e alla profondità di indagine nel loro lavoro, è cruciale anche il modo in cui vengono suscitati i dialoghi creativi, perché creano una prospettiva particolare sul nostro tema, ponendo domande e facilitando le discussioni. In secondo luogo è importante l’interazione e la risonanza tra le opere; nella mostra servono come mezzo per comprendere il mondo da varie angolazioni. 

Come interagisce la Biennale con la città di Taichung? Avete pensato anche programmi specifici per bambini e studenti? 
Oltre ad alcune opere esposte che saranno creazioni site-specific in dialogo con la città, lo sviluppo del concept della Asian Art Biennale 2024 è stato in parte ispirato dall’ambiente e dalla cornice storica di Taichung. Ciò include le relazioni visibili e invisibili tra i corsi d’acqua della città, l’idrologia e i paesaggi urbani; il declino della città vecchia in seguito alle trasformazioni urbanistiche e allo spostamento del centro cittadino; e come le nuove generazioni di storici e operatori culturali rispondono, costruiscono comunità culturali, dialogano e creano nuove condizioni di vita. La Piazza ASEAN, precedentemente nota come la prima piazza cittadina, è stata rivitalizzata grazie alle attività e alle esigenze di vita della comunità del sud-est asiatico di Taichung. Parte dell’Asia è proprio qui, in questa città, non solo oltre i confini. Intendiamo co-organizzare progetti comunitari in quest’area con associazioni locali, collaborando a proiezioni di film ed eventi musicali come estensioni della Biennale. Per bambini e studenti, stiamo attualmente collaborando con le istituzioni educative locali per pianificare una serie di laboratori partecipativi che prevedono molti progetti di performance, musica e conferenze all’interno della mostra. 

Come descriveresti la scena artistica contemporanea dell’Asia orientale? 
È caratterizzata da diversità e varie energie ed è relativamente istituzionalizzata, ogni Paese ha le sue caratteristiche e peculiarità distintive. È spinta da una convergenza piena e diversificata di energie provenienti da diverse comunità, settori, formazioni e classi. È anche sorretta da politiche culturali nazionali robuste e predominanti che modellano anche il panorama artistico e le tendenze di sviluppo. Spinta da tali forze, le sue dinamiche si sincronizzano con quelle della struttura sociale, e vanno di pari passo con il suo ritmo. L’ecosistema artistico rispecchia l’ambiente sociale o urbano piuttosto che sfuggirgli. 

Pensi che la Biennale possa aiutare a costruire il dialogo tra i Paesi e le culture asiatiche?
Credo che ogni singola opera d’arte sia un elemento di un modo di pensare proveniente da contesti culturali diversi, così come lo sono gli artisti e i curatori. Molti dei nostri artisti invitati possiedono intrinsecamente radici multiculturali e questa diversità si riflette nei loro risultati creativi. Sebbene la rottura della rappresentanza nazionale nelle mostre del Sud-Est asiatico non sia una novità, la Biennale funge da piattaforma per il dialogo e lo scambio culturale, non riguarda solo il dialogo attraverso l’espressione artistica, ma è anche costantemente esplorata dal punto di vista metodologico. 

Come promuovere questo dialogo? Con sole mostre o anche con una piattaforma di eventi fuori Biennale? 
A partire da alcuni lavori particolari, organizzeremo panel online transnazionali ed eventi di lettura, riunendo artisti, ricercatori e collaboratori di varie città. In termini di promozione, siamo attualmente in trattative con alcuni media e piattaforme di Taiwan che conducono scambi culturali e stiamo organizzando programmi di dialogo volti a sviluppare collaborazioni. 

Niccolò Lucarelli 

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Niccolò Lucarelli

Niccolò Lucarelli

Laureato in Studi Internazionali, è curatore, critico d’arte, di teatro e di jazz, e saggista di storia militare. Scrive su varie riviste di settore, cercando di fissare sulla pagina quella bellezza che, a ben guardare, ancora esiste nel mondo.

Scopri di più