Storia del National Museum of Mongolia, custode di un’affascinante civiltà millenaria

Lodoikhu Jargal, alla direzione del museo istituito oltre 30 anni fa, ne racconta la nascita, le opere più importanti qui custodite e l'influsso delle antiche tradizioni nomadiche ancora presenti in Mongolia

Annidata all’estremità orientale dell’Asia Centrale, la Mongolia è ancora oggi una terra che profuma di leggenda, fortemente legata alla cultura nomade e alla memoria delle orde dei Khan. Il National Museum of Mongolia, diretto da Lodoikhu Jargal, custodisce e racconta la storia di quest’affascinante civiltà dalla capitale Ulaanbaatar.

Lodoikhu Jargal direttrice del National Museum of Mongolia. Photo © National Museum of Mongolia

Lodoikhu Jargal direttrice del National Museum of Mongolia. Photo © National Museum of Mongolia

Come e perché è nato il Museo?
Nel 1924 venne fondato il Central Museum of Mongolia, che fu la base per molti altri futuri musei, incluso l’attuale National Museum of Mongolia. La missione di quel primo istituto era raccogliere oggetti storicamente, etnograficamente e intellettualmente importanti relativi al passato del Paese, a beneficio delle generazioni future. L’attuale Museo è nato nel 1991 dalla fusione dei dipartimenti storici, archeologici ed etnografici dello State Central Museum e del Museum of the Revolution, e occupa appunto l’edificio costruito per quest’ultimo nel 1971. Il Museo, in quanto organizzazione culturale, scientifica ed educativa, ha una significativa responsabilità nella conservazione del patrimonio culturale mongolo. Dal 2008, ci stiamo muovendo anche per sviluppare le relazioni e la collaborazione con altri musei e organizzazioni, sia nazionali che estere. Ad oggi, il museo è sostenuto sia dalla bigliettazione sia dai finanziamenti del Ministero della Cultura.

Com’è articolata la collezione? Quali periodi copre?
L’obiettivo principale del Museo è quella di custodire, preservare e promuovere il ricco patrimonio culturale della civiltà nomade dei nostri antenati, che hanno lasciato un segno indelebile non solo nella storia mongola ma anche nel mondo. Il Museo ospita la più grande e importante collezione al mondo di oggetti storici, etnografici e culturali mongoli (circa 60.000 pezzi), che vanno dall’antichità alla fine del XX secolo.

Abbiamo anche un archivio fotografico che va dalla fine dell’Ottocento ai giorni nostri.
Per cercare di ampliare la collezione con nuove acquisizioni, il Museo organizza spedizioni archeologiche e culturali sul campo. Recenti scavi hanno portato alla luce resti umani risalenti a circa 800.000 anni fa e si ritiene che questi primi esseri umani si siano diffusi in gran parte dell’Asia Centrale. Pertanto, si può ritenere che la Mongolia sia una delle culle dell’umanità. Gli scavi hanno anche rivelato luoghi di sepoltura, tombe, petroglifi e strumenti del Paleolitico, Mesolitico, Neolitico e dell’età del bronzo in tutta l’odierna Mongolia. Per più di mille anni, dal V secolo a.C. al IX secolo d.C., le tribù nomadi Khunnu, Turk, Uighur e Khidan stabilirono i loro domini in quella che oggi è la Mongolia. Mentre alcune di queste tribù erano mongole, altre erano turche e manciù, pertanto, l’origine della moderna cultura tradizionale mongola è profondamente legata a quella di altre tribù nomadi dell’Asia centrale.

Quali sono le opere più importanti?
Direi i costumi etnici mongoli, altamente significativi, perché rappresentano lo stile di vita e le tradizioni nomadi del Paese. così come i gusti estetici delle varie tribù, l’età, il sesso e la posizione sociale di chi li indossa. Inoltre, sono adatti al rigido clima locale, e quindi riflettono il nostro ambiente naturale. In collezione abbiamo stivali con protezione a piastre del periodo dell’Impero Mongolo (XIII secolo) e rari costumi da sciamano. Il Museo conserva anche gli abiti di gala di un principe e di una principessa dell’inizio del XX Secolo, l’abbigliamento dell’ultimo Khan mongolo, abiti dei capi di governo dell’epoca comunista e l’abito cerimoniale del primo presidente democraticamente eletto del XX Secolo. Inoltre, abbiamo diversi esemplari di Ger, le tipiche tende dei nomadi, in uso da millenni, e riccamente decorate, soprattutto pensate per essere fresche in estate e calde in inverno, grazie a un sistema

Antica scultura mongola. Photo Nathan McCordAntica scultura mongola. Photo Nathan McCord

Antica scultura mongola. Photo Nathan McCord

Quanto sono ancora presenti le antiche tradizioni, nella vita dei mongoli contemporanei?
Su 3,2 milioni di abitanti, il 40% sono pastori nomadi. Lo stile di vita nomade è incentrato sulla famiglia e sulla comunità e prevede l’allevamento di animali come pecore, capre e yak. Alleviamo anche il cammello battriano, in grado di sopportare sia le basse sia le late temperature. Il cammello così come lo yak è usato come bestia da soma specialmente per trasportare le Ger da un accampamento all’altro, una volta smontate. Le comunità nomadi abitano per lo più decine di chilometri di distanza da qualsiasi comunità stanziale, e conducono vite piuttosto dure, quasi sempre senza poter usufruire dell’elettricità. E ancora, spesso attendono anche un paio di settimane prima di ricevere le edizioni correnti dei quotidiani nazionali e locali.  Ci sono stati pochissimi cambiamenti nel modo di vivere dei nomadi mongoli per diverse centinaia di anni. I loro antenati abitavano una vasta area della steppa dell’Asia Centrale e della steppa montana, spostandosi da un luogo all’altro alla ricerca di pascoli migliori per i loro animali da quando iniziarono ad esistere, attraverso le dinastie degli Unni nel 200 a.C., l’impero di Gengis Khan nel XIII Secolo e fino a dopo la rivoluzione socialista degli anni Venti. In un certo senso, l’era digitale è una buona occasione per presentare la ricca storia e lo stile di vita della Mongolia, che nel tempo è rimasto fedele a se stesso.

Avete anche programmi specifici per le scuole e per i visitatori più giovani?
Dal 2000, il museo ha sviluppato una nuova politica educativa per i giovani e gli studenti. Nell’ambito di questo programma, abbiamo sviluppato il progetto Mongolian History Alive!. Poi, nel 2006 è nato Hero, ciclo di appuntamenti e laboratori sulla vita tradizionale mongola, specificamente pensato per i bambini. Gli educatori del museo e gli insegnanti lavorano insieme spiegando e illustrando ai bambini il loro patrimonio culturale, e ci assicuriamo che comprendano il valore della conservazione culturale.

Un laboratorio per bambini. Photo © National Museum of Mongolia

Un laboratorio per bambini. Photo © National Museum of Mongolia

Negli anni il museo ha poi implementato i Family Tickets, da utilizzare nei Family Day, quei giorni in cui sono disponibili biglietti a basso prezzo per gruppi familiari. Nella Sala Didattica per l’Infanzia sono disponibili repliche di costumi per bambini di età compresa tra 3-5 e 5-16 anni in modo che possano immedesimarsi nei loro antenati e farsi fotografare. Come parte dell’esperienza di apprendimento, il museo ha prodotto cruciverba per ragazzi, lezioni di storia e attività varie all’interno delle sale espositive.

Che tipo di pubblico avete? C’è una fascia di età più rappresentata rispetto ad altre?
Siamo il primo museo in Mongolia a incoraggiare l’accesso al museo e alle sue collezioni a un pubblico ampio e diversificato, da quello generico alle scolaresche. Il Museo accoglie circa 80.000 visitatori all’anno, di cui circa la metà sono turisti stranieri. La fascia più ampia di visitatori è però costituita dagli studenti. Stiamo comunque sviluppando nuove strategie e più efficaci strategie di marketing per aumentare ancora di più l’interesse del pubblico verso il museo.

Niccolò Lucarelli

http://en.nationalmuseum.mn/

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Niccolò Lucarelli

Niccolò Lucarelli

Laureato in Studi Internazionali, è curatore, critico d’arte, di teatro e di jazz, e saggista di storia militare. Scrive su varie riviste di settore, cercando di fissare sulla pagina quella bellezza che, a ben guardare, ancora esiste nel mondo.

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