Inaugura a Londra il Serpentine Pavilion di Lina Ghotmeh. Ecco com’è

Dal 9 giugno e per tutta l’estate si potrà visitare nei Kensington Gardens il padiglione temporaneo ideato dall’architetta franco-libanese, omaggio alla convivialità attraverso la tavola e la condivisione di cibo e pensieri

È Lina Ghotmeh – recentemente sotto i riflettori per l’incarico da progettista del Museo di Arte Contemporanea che sorgerà nel deserto saudita di AlUla – a firmare il Serpentine Pavilion 2023 a Londra. L’architetta franco-libanese, di stanza a Parigi, vanta, tra gli altri riconoscimenti, il Premio Schelling 2020, il Tamayouz 2020 “Woman of Outstanding Achievement”, il French Fine Arts Academy Cardin Award 2019; è stata docente alla Louis I Khan di Yale e all’Università di Toronto, e guarda all’architettura come a un sistema simbiotico con arte e design, ispirato dalla relazione con la natura.

IL SERPENTINE PAVILION DI LINA GHOTMEH

Nei Kensington Gardens della capitale inglese, il suo padiglione inaugura il 9 giugno e sarà aperto per i prossimi quattro mesi, per ospitare la consueta programmazione d’arte estiva. À table, come si intitola mutuando una tipica espressione mediorientale il padiglione temporaneo (il ventiduesimo della serie) firmato Ghotmeh, è un invito a sedersi intorno a una tavola per condividere idee e tradizioni senza pregiudizi. All’interno, un tavolo concentrico si dispone lungo il perimetro, offrendo uno spazio per fermarsi a riflettere, condividere storie, ricordi, preoccupazioni, formulare soluzioni comuni, concretizzando il tema dell’Archeologia del Futuro caro alla curatrice. Al contempo, il richiamo al cibo come espressione di cura affonda le radici nella prolifica dinamica che ispira le forme progettate da Ghotmeh a partire dal rapporto con la terra, intesa come Madre Natura, dispensatrice di sostentamento. Chiare, in proposito, sono le parole di presentazione condivise dall’architetta: “À table è un invito a dimorare insieme, nello stesso spazio e attorno allo stesso tavolo. È un incoraggiamento a entrare in dialogo, a riunirsi e a pensare a come potremmo ristabilire il nostro rapporto con la natura e la Terra”. In tal senso, contribuisce a creare un ambiente immersivo il paesaggio sonoro creato appositamente da Tarek Atoui, partendo dagli schizzi della progettista e dai materiali architettonici utilizzati per realizzare l’architettura effimera.

L’ARCHITETTURA ORGANICA DI LINA GHOTMEH

Sotto il profilo formale, il padiglione – costruito con materiali di origine biologica e a bassa emissione di carbonio, in linea con la politica di sostenibilità di Serpentine – si presenta come uno scheletro con le nervature in legno che supportano un tetto sospeso (una struttura completamente smontabile), e sembra evocare il modello africano delle capanne toguna dei Dogon del Mali, nell’auspicare la ricreazione di un ambiente dove ruota l’intera vita della comunità, come forma di costante relazione collettiva. Ma è vivo anche l’omaggio all’originale Serpentine South, teahouse inaugurata nel 1934 e trasformata negli Anni Settanta in galleria d’arte: per questo, il lavoro dell’architetta ha contemplato anche la definizione di un menu ispirato alle tradizioni mediterranee. Con il progetto del Serpentine Pavilion, Ghotmeh lavora per la prima volta sulla progettazione di uno spazio nel Regno Unito, selezionata, tra gli altri, dal direttore artistico di Serpentine, Hans Ulrich Obrist. L’impresa è finanziata per il nono anno consecutivo da Goldman Sachs e apre le danze delle Park Nights nel cuore della città, con un fitto calendario di eventi multidisciplinari, tra musica dal vivo e poesia, danza e incontri formativi promossi dalla Serpentine.

Livia Montagnoli

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