Reportage da Manila

Tra arte, storia e cultura, un focus sulla capitale delle Filippine. Alla scoperta di musei, gallerie e talenti contemporanei. E se volete saperne di più, non vi resta che sfogliare le pagine del nostro Magazine, dove troverete un ricco apparato di mappe e fotografie.

Il primo europeo a mettere piede sull’arcipelago formato da 7mila isole denominato Filippine fu un esploratore portoghese, Ferdinando Magellano, il 16 marzo 1521, seguito da una massiccia colonizzazione spagnola: sono loro ad aver unito le isole dell’arcipelago e ad aver introdotto il cattolicesimo su un territorio musulmano e buddista.
Per più di tre secoli, cioè fino al 1896, le Filippine rimangono sotto la corona di Spagna, come testimonia ancora oggi Intramuros, il piccolo centro storico di Manila, tra il forte Santiago e la chiesa di Sant’Augustin, vestigia di una civiltà spazzata via dalla colonizzazione americana, cominciata nel 1905 e interrotta soltanto dall’occupazione giapponese durante la Seconda Guerra Mondiale. Gli USA appoggiarono anche la corrotta dittatura di Fernando Marcos e sua moglie Imelda (nota per una collezione di scarpe che contava migliaia di paia), durata fino al 1986.
Oggi le Filippine sono governate da Rodrigo Duterte e Manila è una megalopoli sfaccettata, dove coesistono realtà contraddittorie ma estremamente vitali, dai grattacieli alle ville in stile modernista ai quartieri periferici.

UN PIZZICO DI STORIA

L’area metropolitana di Manila è una delle più grandi e la più densamente popolata del mondo, con i suoi dodici milioni di abitanti suddivisi in diciassette città differenti, di cui la più antica, fondata dagli spagnoli nel Cinquecento da una colonia musulmana sul fiume Pasig, dà il nome all’agglomerato urbano. Manila prende il nome dalla parola Maynilad, che significa “qua dove si trova il nilad”, e si riferisce al fiore bianco di una magnolia locale.
Affacciata su un’ampia baia, che incornicia la Baywalk, la città è dominata da un’attività frenetica, da un traffico congestionato e dai forti contrasti sociali, che caratterizzano anche la vita culturale e artistica della città. Un altro angolo di pace è il Rizal Park, che prende il nome dall’eroe nazionale José Rizal, artista e poeta dissidente ucciso dagli spagnoli nel 1896.

LA SCENA CONTEMPORANEA

Il centro economico di questa metropoli vibrante e dinamica si chiama Metro Manila ed è caratterizzato da uno skyline dove svettano decine di grattacieli. In quest’area si trova Makati, cuore commerciale e imprenditoriale della città nonché quartiere delle gallerie d’arte contemporanea delle Filippine, considerate uno dei mercati emergenti più promettenti di tutta l’Asia.
Una scena che ha trovato solo di recente una collocazione internazionale alla Biennale di Venezia, dove le Filippine hanno aperto il loro padiglione nazionale nel 2015, dopo mezzo secolo di assenza. Del resto la nazione possiede ancora pochi artisti di fama internazionale, a parte il concettuale David Medalla, nato nel 1938 a Manila ma trasferitosi prima a Londra nel 1960 e poi a New York negli Anni Novanta. Oggi la tendenza in voga predilige una pittura neopop, con colori sgargianti e una figurazione semplice e diretta, ma gli artisti delle nuove generazioni guardano alle esperienze concettuali radicali degli Anni Settanta, condotte da personalità come Ray Albano o Judy Freya Sibayan.
Nel 2017, all’ultima Biennale di Venezia, le Filippine erano rappresentate dai grandi dipinti figurativi di Manuel Ocampo insieme alle installazioni di Lani Maestro, invitati da Maria Joselina Cruz, che prendevano spunto da una scena tratta dal romanzo Noli me Tangere dello scrittore José Rizal, quando il protagonista dell’opera, Crisostomo Ibarra, guarda il giardino botanico di Manila e vede contemporaneamente i giardini d’Europa. Una scena che vive un momento di mutazione, in un processo di apertura all’arte internazionale, nel corso del quale gli artisti emergenti acquisiscono consapevolezza della loro storia, trasformando la cultura locale in un serbatoio di spunti e suggestioni interessanti.

GLI ARTISTI

Quali sono gli artisti filippini che hanno avuto maggiori riconoscimenti a livello internazionali, oltre a Medalla? Ernest Concepcion, nato nel 1977, lavora sulla decostruzione delle immagini e oggi vive a Manila, dopo aver partecipato alla Biennale del Museo del Barrio a New York nel 2013. Ronald Ventura, classe 1973, realizza dipinti figurativi che uniscono suggestioni provenienti da fonti d’ispirazione diverse, dai fumetti ai graffiti fino alla mitologia asiatica e alla religione cattolica; il suo dipinto Grayground (2011) è stato venduto all’asta per un milione di dollari a Sotheby’s Hong Kong, cifra record per un artista filippino. Patricia Perez Eustaquio (1977) si interroga sulla percezione e sulla memoria attraverso sculture realizzate con tessuti, che ha esposto nel 2016 al Palais de Tokyo.
Fra gli artisti delle ultime generazioni spicca Martha Atienza (1981), che con i suoi video di impegno sociale ha vinto il Baloise Art Prize ad Art Basel nel 2017, mentre le opere di Dex Fernandez (1984), influenzate dalla Pop Art e dai graffiti, sono state esposte alla fiera di Melbourne nel 2018.

Artinformal, Manila. Greenhills Gallery

Artinformal, Manila. Greenhills Gallery

LE GALLERIE

I collezionisti di Manila sono orientati prevalentemente su artisti filippini, che raggiungono sul mercato locale quotazioni considerevoli e vengono presentati all’unica fiera delle Filippine, Art Fair Philippines, fondata nel 2013, che si tiene a febbraio nell’Ayala Center di Malaki. Nello stesso quartiere ci sono le principali gallerie cittadine, come Silverlens, Finale, Drawing Room e Art Informal, mentre lo spazio alternativo più attivo, il Green Papaya Art Project, si trova a Quezon. Ma la scena è in rapida evoluzione: alcuni collezionisti delle ultime generazioni come Marcel Crespo si sono avvicinati all’arte internazionale e alcune gallerie cominciano a partecipare anche a fiere di prestigio come Art Basel Hong Kong e arrivano in Italia tramite miart e Artissima.

I MUSEI

A livello istituzionale invece le strutture sono poche: l’unico museo di livello internazionale è il MCAD – Museo d’Arte Contemporanea e Design, che fa parte del collegio di Santa Benilde per le arti e il design. Situato nel basement di un grattacielo, il MCAD non possiede una collezione permanente ma presenta una programmazione di mostre di notevole interesse e attualità, affidata a Maria Joselina Cruz, che ha visto un susseguirsi di collettive dedicate a temi politici, antropologici e sociali, oltre ad alcune personali di artisti come Shirin Neshat, Michael Lin, Apichatpong Weerasethakul e il nostro Eugenio Tibaldi.

Ludovico Pratesi

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #48

Abbonati ad Artribune Magazine
Acquista la tua inserzione sul prossimo Artribune

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Ludovico Pratesi

Ludovico Pratesi

Curatore e critico d'arte. Dal 2001 al 2017 è stato Direttore artistico del Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro Direttore della Fondazione Guastalla per l'arte contemporanea. Direttore artistico dell’associazione Giovani Collezionisti. Professore di Didattica dell’arte all’Università IULM di Milano Direttore…

Scopri di più