Una biennale dedicata all’arte delle popolazioni indigene. In Canada nel 2020

In concomitanza con l’apertura della Winnipeg Art Gallery, centro dedicato all’arte Inuit, sarà inaugurata una biennale focalizzata sulle espressioni artistiche contemporanee delle popolazioni indigene canadesi, neozelandesi e australiane

Una manifestazione dedicata alle espressioni artistiche delle popolazioni indigene, non solo tradizionali ma anche contemporanee: è questo l’obiettivo su cui si fonda la biennale che il Canada ha deciso di inaugurare nel 2020, in concomitanza con l’apertura della Winnipeg Art Gallery, centro dedicato all’arte Inuit che sorgerà a Winnipeg, la Capitale del Manitoba. Continuano così, da parte del Canada, le iniziative volte a promuovere e valorizzare il patrimonio artistico delle minoranze del proprio territorio, in questo caso della stirpe eschimese, pur aprendosi alle culture di altri paesi: la biennale, infatti, ospiterà anche artisti provenienti da popolazioni indigene della Nuova Zelanda e dell’Australia.

Inuit Art Center, rendering Michael Maltzen Architecture

Inuit Art Center, rendering Michael Maltzen Architecture

IL MUSEO

Della Winnipeg Art Gallery vi aveva già parlato Santa Nastro in questo articolo: si tratta di un centro di oltre 3.700mq che conterà su una collezione di 13.000 pezzi di arte contemporanea e tradizionale, per un investimento pari a 65 milioni di dollari. La WAG sarà articolata in più spazi, magazzini, studi, teatri, programmi educativi e sarà pronta entro il 2020. Il progetto nasce dalla Winnipeg Art Gallery, creata nel 1937 ed uno dei più antichi centri d’arte del Canada. Con la nascita dell’Inuit Art Centre, la WAG continuerà a lavorare sui programmi educativi, tuttavia il nuovo spazio sostituirà del tutto il precedente.

LA BIENNALE CANADESE (E QUELLA DI VENEZIA)

Da questo background nasce quindi la volontà di fondare una biennale dedicata all’arte dei popoli indigeni, co-organizzata da Jamie Isaac e Julie Nagam e che avrà luogo proprio all’interno dell’Inuit Art Center. “Gli artisti indigeni sono stati emarginati dai principali canoni artistici a causa dell’intolleranza sistemica e istituzionale”, ha dichiarato Isaac. “Fino a poco tempo fa, l’arte e gli artisti indigeni erano trattati come reliquie”. La biennale, il cui titolo sarà To Draw Water, si concentrerà sui temi dell’emergenza idrica, dei cambiamenti climatici e della sostenibilità. “Gli artisti indigeni contemporanei stanno producendo alcune delle opere più rilevanti, esaminando i problemi ed esplorando le dinamiche che ruotano attorno alle pratiche artistiche di oggi”, hanno spiegato Isaac e Nagam. “Siamo entusiasti di iniziare nuovi dialoghi e interazioni attese da tempo su una risorsa vitale e sacra: l’acqua”. La cultura delle minoranze etniche e l’impegno alla sua valorizzazione sono temi che il Canada ha scelto di presentare al pubblico anche alla prossima Biennale di Venezia, affidando il proprio Padiglione nazionale agli Isuma, collettivo guidato da Zacharias Kunuk e Norman Cohn, artisti di origine Inuit impegnati nel racconto e nella trasmissione della cultura della loro comunità attraverso i linguaggi della videoarte. Nel 2008 gli artisti hanno creato IsumaTV, il primo sito web al mondo dedicato all’arte Inuit, con oltre 6mila film e video in 84 lingue. L’archivio Igloolik Isuma, conservato alla National Gallery of Canada Library and Archives, con migliaia di ore di filmati grezzi e interviste agli anziani Inuit, raccoglie e tramanda la cultura delle comunità eschimesi.

– Desirée Maida

www.inuit.wag.ca

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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