Niente più grandi mostre al Forte Belvedere. Un nuovo piano di gestione per lo stupendo spazio di Firenze
Con alle spalle una storia di grandi mostre di arte contemporanea, rinata nell’ultimo decennio, il Forte Belvedere scandisce la programmazione culturale estiva di Firenze, da una prospettiva panoramica con pochi eguali in città. Sarà la Fondazione Mus.E a gestirlo per i prossimi dieci anni, tra eventi e un laboratorio di urbanistica. Ma niente mostre

Con l’avvicinarsi dell’estate, a Firenze, si appresta a riaprire al pubblico il Forte San Giorgio, meglio conosciuto come Forte Belvedere. Costruito a partire dal 1590 su progetto di Bernardo Buontalenti per volere di Ferdinando I de’ Medici, il complesso doveva completare l’assetto difensivo dell’Oltrarno, come testimoniato dalla posizione sopraelevata sull’abitato – che ne fa uno dei punti panoramici tra i più favorevoli della città – e dall’articolato sistema di bastioni e cannoniere in dotazione al Forte, che custodiva anche una camera del tesoro segreta.
La storia del Forte Belvedere
Modello esemplare (e ben conservato) di architettura militare del tardo Cinquecento, caratterizzata dall’assenza di torri e da una pianta poligonale con angoli sporgenti per il posizionamento delle artiglierie, il Forte fu realizzato al limitare del Giardino di Boboli per proteggere la residenza medicea di Palazzo Pitti, che qualche decennio prima era stata collegata in sicurezza a Palazzo Vecchio grazie all’invenzione del Corridoio Vasariano. I lavori per completarlo si protrassero fino al 1600, e l’edificio centrale, con le sue sembianze da villa medicea suburbana, fu anche residenza del Granduca durante l’epidemia di peste del 1630.
Il Forte, in realtà, non subì mai un assedio, e già alla fine del Settecento Pietro Leopoldo aprì le porte del Belvedere ai fiorentini. L’uso militare cessò ufficialmente solo nel 1859, e nel 1901 il complesso fu incluso nell’elenco redatto dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale. Dopo una breve parentesi come caserma, durante la Seconda guerra mondiale, il Forte del Belvedere passò al demanio civile nel 1954 e fu restaurato per consentirne l’apertura al pubblico in sicurezza.

La tradizione espositiva del Forte Belvedere. Dagli Anni Sessanta al rilancio con Sergio Risaliti
Dunque la storia del Forte come polo espositivo ha origine negli Anni Sessanta e vanta diverse episodi memorabili che hanno fatto di Firenze una piattaforma per l’arte contemporanea riconosciuta a livello internazionale, come la mostra con le sculture di Henry Moore che nel 1972 fece registrare 350mila presenze o quella dedicata ad Arnaldo Pomodoro del 1984. Più di recente, dopo una chiusura prolungata dal 2000 al 2004 per ristrutturazione, il complesso – che dal 2019 è di proprietà comunale – è tornato a ospitare con cadenza regolare eventi e manifestazioni estive, riacquistando nell’ultimo decennio anche la sua funzione espositiva: l’ultima mostra, personale di Nico Vascellari, risale al 2023; ma dal 2013, sotto la direzione artistica di Sergio Risaliti, il Forte del Belvedere ha accolto numerosi progetti dedicati all’arte contemporanea, dalla mostra di Zhang Huan a quelle di Giuseppe Penone, Antony Gormley, Jan Fabre, Massimo Listri. Fin quando, in concomitanza con la riapertura stagionale dell’estate 2024 (in inverno il Forte resta chiuso), si è scelto di interrompere la tradizione espositiva del complesso, che invece all’indomani del passaggio di proprietà nel 2019 l’amministrazione guidata dall’allora sindaco Dario Nardella sembrava intenzionata a rafforzare, per fare del sito un “un polo di arte e cultura, un contenitore multidisciplinare della contemporaneità e un centro di produzione, di ricerca e di sperimentazione”. Nel 2025, il Forte riaprirà il 24 giugno, giorno di festa a Firenze per le celebrazioni di San Giovanni, confermando, invece, l’orientamento più recente.
Il Forte Belvedere di Firenze sotto la gestione di Mus.E. Stop alle mostre
Sotto la gestione di Fondazione Mus.E, circuito che amministra per il Comune i musei civici, il polo ospiterà musica dal vivo, presentazioni di libri, conferenze ed eventi d’arte. Mus.E ha ottenuto in affidamento diretto gli spazi del Forte per i prossimi dieci anni, con delibera della Giunta comunale: gestirà gli spazi coperti e scoperti delle terrazze, i servizi igienici, il magazzino e la caffetteria, che non sarà solo punto ristoro, ma anche sede di eventi serali. Nessuna mostra è in programma, perché l’idea è quella di presentare al pubblico un programma dinamico di appuntamenti giornalieri, anziché puntare su un solo, grande evento di richiamo, “per sperimentare nuove forme di fruizione e coinvolgimento del pubblico per il quale il Forte Belvedere deve tornare a essere un luogo familiare, con il quale avere consuetudine”, spiega l’assessore alla Cultura di Firenze, Giovanni Bettarini. Intervistato da Repubblica, l’Assessore si è prodotto anche in un’affermazione bizzarra: il Forte, sostiene, tornerà a essere uno spazio vivo anziché una scenografia per mostre di grandi artisti. Secondo l’assessore una seria programmazione espositiva incentrata sui linguaggi contemporanei non sarebbe un’operazione culturale viva e in connessione con la realtà. Se è prematuro giudicare quel che sarà in attesa del calendario per i prossimi mesi, c’è da domandarsi quale piano programmatico e imprenditoriale (anche in relazione ai costi di gestione e sorveglianza della struttura) sarà adottato nel prossimo futuro per garantire la sostenibilità economica e la centralità culturale avuta in passato dal Forte Belvedere. Il laboratorio di urbanistica aperto a cittadini e scuoleDi sicuro il sito terrà presto a battesimo l’inedito iLab Firenze Forma continua, laboratorio esperienziale e interattivo sull’evoluzione urbanistica della città, ideato dal Servizio soprintendente musei comunali e dal laboratorio universitario HeRe_Lab, con il supporto operativo di Mus.E. Lo spazio, attivo dal 24 giugno, sarà ospitato all’ultimo piano della palazzina e si rivolgerà a cittadini, scuole e visitatori per raccontare, vedendola dall’alto, com’è cambiata Firenze.
Anche quest’anno il Forte chiuderà a ottobre, ma è al vaglio l’ipotesi di prolungarne l’apertura (almeno del laboratorio) per tutto l’anno. L’accesso è libero, con orario dalle 10 alle 20 con la caffetteria in servizio fino a mezzanotte in caso di eventi.
Livia Montagnoli
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati