La poesia viaggia in treno: Fs per la Giornata Mondiale della Poesia

Per questa Giornata Mondiale della Poesia, celebrata il 21 marzo di ogni anno, Ferrovie dello Stato ha lanciato l'iniziativa "Poeti in Viaggio". Cinque grandi nomi della poesia contemporanea recitano componimenti, lasciandosi ispirare da treni e stazioni

Il 21 marzo di ogni anno si celebra in tutto il mondo la Giornata della Poesia, una data istituita dall’UNESCO nel 1999 per celebrare una delle “forme di espressione e identità culturale e linguistica più preziose dell’umanità”.

POETI IN VIAGGIO: L’INIZIATIVA DI FERROVIE DELLO STATO

Anche le Ferrovie dello Stato hanno voluto contribuire alle celebrazioni di questa ricorrenza. Lo hanno fatto con l’iniziativa Poeti in Viaggio, che vede coinvolti cinque grandi nomi della poesia contemporanea. Davide Rondoni, Flaminia Colella, Melania Panico, Denata Ndreca e Erika Di Felice hanno così offerto la loro visione sul legame tra poesia e stazioni, tra versi che scorrono e treni in viaggio, tra rime di versi e binari.

DAVIDE RONDONI TRA I POETI IN VIAGGIO DI FERROVIE DELLO STATO

Quello che vedete è l’intervento di Davide Rondoni secondo il quale: “Si può dire che la poesia sia salita in carrozza con il primo treno e non sia mai più scesa” e aggiunge “Sono nato davanti a una stazione, a Forlì. Pablo Neruda era figlio di un ferroviere e lo era anche uno dei miei maestri, Mario Luzi. (…) Quante poesie sono nate sui vagoni, quante ambientate sui treni e in ogni angolo del mondo. E dal finestrino il mondo quanto ha ispirato, quanto ha parlato ai poeti. Credo che molti abbiano scoperto una strana spinta a scrivere in versi vedendo il mondo muoversi in quel riquadro, suscitando nostalgie, attese, presentimenti. I treni portano tutta l’umanità con le sue meraviglie, i suoi dolori, i malori e le grazie. A tutto questo la poesia offre voce, è conoscenza artistica della vita. Non si prende un treno senza destinazione. E così anche la poesia mette a fuoco un destino per la vita”. Del resto anche poeti del carato di Eugenio Montale hanno scritto versi ispirati da treni e stazioni. Come non ricordare la sua Nel fumo:

Quante volte t’ho atteso alla stazione
nel freddo, nella nebbia. Passeggiavo
tossicchiando, comprando giornali innominabili,
fumando Giuba poi soppresse dal ministro
dei tabacchi, il balordo!
Forse un treno sbagliato, un doppione oppure una
sottrazione. Scrutavo le carriole
dei facchini se mai ci fosse dentro
il tuo bagaglio, e tu dietro, in ritardo.
Poi apparivi, ultima. E’ un ricordo
tra tanti altri. Nel sogno mi perseguita.

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Roberta Pisa

Roberta Pisa

Vive a Roma dove si è laureata in Scienze politiche e Relazioni internazionali. Da sempre si occupa di cultura e comunicazione digitale. Dal 2015 è pubblicista e per Artribune segue le attività social.

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