L’arte al centro commerciale. Intervista con Carlos Jereissati

Classe 1971, Carlos Jereissati è CEO e presidente di Iguatemi Group, ovvero un piccolo impero di centri commerciali sparsi per il Brasile. Fiore all’occhiello è il JK Iguatemi di San Paolo: 200 negozi, 7 ristoranti, 4 piani e… un intenso art program. A intervistarlo per Artribune è Jacopo Crivelli Visconti, critico e curatore italiano basato a San Paolo ormai da molti anni.

Qual è la tua relazione con l’arte? Quando hai cominciato a collezionarla?
Sono sempre stato un ammiratore dell’architettura e, a causa del mio metodo di lavoro, devo pianificare e comprendere gli spazi pubblici e gli edifici. Ho cominciato a realizzare che avevamo spazi enormi che potevano essere usati come piattaforme per esporre arte e ispirare altre persone. Sono stato ispirato dall’armonia e dall’energia che l’arte può comunicare. I colori, il luogo e l’energia che trasmettono quanto interagisci con esse. Tento di utilizzare quei concetti nel mio lavoro quotidiano e spero che anche le persone che le vedono nei nostri mall vengano ispirate allo stesso modo.
Quanto ai miei inizi da collezionista, al tempo ho iniziato concentrandomi su giovani artisti brasiliani come Marcelo Moscheta, Vik Muniz, Mauro Piva & Caio Reisewitz. Al principio la mia collezione si focalizzava sulla geometria, il colore e il minimalismo, con lavori che andavano dalla svizzera (ma residente in Brasile) Mira Schendel all’americana Lisa Oppenheim, fra gli altri.

Qual è l’impatto della Iguatemi Collection sui clenti?
Il nostro art program è una bella opportunità per presentare al pubblico grandi opere d’arte contemporanea che sono visibili ogni giorno. Regaliamo alle persone un momento di relax, incoraggiandole a prendersi una pausa e a contemplare un’opera d’arte durante le loro vite indaffarate. Ci piacerebbe stimolarle a porsi delle questioni relative a cosa c’è dietro il lavoro, a quanto tempo è necessario per realizzarlo, alle sensazioni che innesca ecc.

JK Iguatemi, San Paolo - Architecture & Public Art

JK Iguatemi, San Paolo – Architecture & Public Art

Cosa pensi delle fiere d’arte? Raccontaci della tua partecipazione.
Tu, Jacopo, sei coinvolto in maniera molto attiva nella visita delle fiere d’arte internazionali. Io non riesco a lasciare l’ufficio [ride, N.d.R.], quindi conto proprio su di te e sulla direttrice di SP-Arte, Fernanda Feitosa, per sapere cosa sta succedendo! A dicembre 2014 sono stato ad Art Basel Miami Beach per la prima volta dopo parecchi anni: era così caotica che preferisco non seguire le fiere di persona.
A Iguatemi abbiamo l’opportunità di supportare molti progetti collegati all’arte, come SP-Arte, la São Paulo International Art Fair, che ha debuttato in maniera molto silenziosa e che oggi è una delle fiere più importanti del Sudamerica. La fiera ospita oltre 140 fra le gallerie più importanti d’arte moderna e contemporanea, provenienti da 17 Paesi. Abbiamo acquisito opere ogni anno in fiera e le abbiamo donate ai musei di San Paolo, come la Pinacoteca do Estado e il MAM. È basilare che quei musei abbiano collezioni importanti. In questo modo prendiamo parte alla scena dell’arte contemporanea in Brasile, che sta attraversando proprio ora un ottimo momento.

JK Iguatemi, San Paolo - Design & Public Spaces

JK Iguatemi, San Paolo – Design & Public Spaces

In che modo la tua mentalità è riflessa nelle opere esposte al JK Iguatemi?
Si dice che l’arte rifletta i valori dei suoi collezionisti. Le persone dicono che le opere che esponiamo al JK Iguatemi sono molto acute e discrete. Io sono molto riservato, quasi giapponese nella mia sensibilità minimalista. Ogni cosa deve essere al posto giusto. Ad esempio, sin dall’inizio abbiamo deciso che JK Iguatemi sarebbe stato bianco, silenzioso e calmo. Deve costituire un bilanciamento rispetto al caos della città, del traffico e dei cartelloni pubblicitari. Volevo che le persone arrivassero in uno spazio sereno e contemplativo, e che le opere che esponiamo lo comunicassero.

In che maniera il tuo art program si confronta con esempi internazionali?
Nel fare paragoni con la scena internazionale, occorre tenere presente il fatto che il Braisle non è l’Europa, nella quale esiste una lunghissima e assodata tradizione artistica. In Europa ci sono magnifici musei che la gente visita sin dall’infanzia, e ci sono spiegazioni chiare in merito all’origine delle cose. Molti brasiliani, invece, vedono soltanto il prodotto finito, senza conoscere il contesto dal quale sono scaturite le opere. Al JK Iguatemi abbiamo l’opportunità di esporre opere d’arte che le persone possono contemplare durante la loro vita quotidiana, e quindi è molto importante lavorare in maniera seria ed educativa. Vogliamo offrire qualcosa da cui il pubblico brasiliano possa imparare.

Jacopo Crivelli Visconti

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Redazione

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