Il PadiglioneItalia alla design week di Milano

Nel cuore del distretto più cool, proprio all’interno della nordica Zona Ventura, da due anni a questa parte si è insinuato un fortino tutto italiano. Alessandro Zambelli ci racconta come ha creato PadiglioneItalia. E cosa ci riserva per questa settimana milanese.

Il preludio di una storia italiana spesso comincia dal buon cibo. “PadiglioneItalia è nato nell’autunno del 2011, durante una merenda a base di salumi e Gutturnio con Gio Tirotto nel piacentino”, inizia a raccontare Alessandro Zambelli. Subito dopo sono stati coinvolti Ctrlzak, Alhambretto e 4P1B”. L’idea era di creare un collettivo di designer, ora associazione culturale, con lo scopo di promuovere e diffondere il lavoro dei suoi associati, tracciando una mappa del design made in Italy.
Come sostiene Alessandro, “il design in Italia è radicato. L’unica grande differenza che vedo è un’inversione di ruoli tra designer e aziende, ma il fine è rimasto il medesimo: pensare, evolversi.” Ciascuna personalità all’interno di PadiglioneItalia ha un proprio linguaggio, una propria identità che viene espressa attraverso prodotti unici esposti in varie mostre tematiche. Ogni anno vengono selezionati nuovi designer per lo sviluppo di progetti diversificati.
La mostra Disfunzione Mediterranea – curata dal direttore del MAC di Lissone, Alberto Zanchetta – è una selezione di lavori che parte dalla riflessione sul pensiero disfunzionale, inteso come imprevedibilità creativa localizzata nel mondo latino affacciato sul Mediterraneo, mixando design, arte e sperimentazione. La creatività non è un percorso rettilineo, così come ognuno di noi non è perfetto: presenta difetti che ci rende unici e originali. La Disfunzione Mediterranea indaga quelle infinite possibilità di oggetti in cui il difetto diventa una peculiarità. Come dichiara Zambelli: “Riteniamo che oggi l’errore possa essere quel gesto progettuale ponderato che ci permette di fotografare al meglio il contemporaneo e, perché no?, anche di prenderci un po’ gioco di noi stessi. La storia ce lo insegna: non è forse dagli errori che si è arrivati alle più grandi scoperte?”.

Alessandro Zambelli, Levante - photo Walter Borghetti

Alessandro Zambelli, Levante – photo Walter Borghetti

Diciassette i designer in mostra: 4p1b, Alessandro Zambelli, Alhambretto, A/R studio, CarusoD’AngeliStudio, Ctrlzak, Ghigos Idea, Gio Tirotto, Giorgio Laboratore, Giulio Patrizi, Luca Scarpellini – useDesign, Marta Lavinia Carboni, Serena Confalonieri, Studio Natural, Uovodesign, Whomade + Michela Milani.
Alessandro Zambelli presenta Levante, un progetto nel quale la disfunzione è intesa come la capacità tipica dei popoli mediterranei di adattare ciò che non è funzionale, attraverso un piccolo accorgimento che si integra perfettamente all’oggetto, portando una soluzione temporanea perfetta nella sua immediatezza. Le ciotole di ceramica barcollanti vengono rese stabili inserendo un tappo di sughero – che rimanda al vino tipico prodotto della cultura mediterranea – che funge da supporto, da “levante”. Lo studio Ctrlzac applica l’alterazione a un coltello, usato fin dall’inizio dell’umanità come arma. La sua forma riconoscibile e standardizzata viene alterata creando un oggetto di riflessione, il bordo tagliente percorre tutta la sua sagoma, ferendo sia la preda che il predatore. Chi ha il coltello dalla parte del manico? Chi è così coraggioso da farsi carico delle conseguenze di questa disfunzione?
Nel progetto Ruggine di Marta Lavinia Carboni il difetto non è celato ma messo in risalto, diventando decoro. Una lastra di metallo fa dell’ossidazione un pregio, la ruggine attraverso un particolare trattamento si appropria pian piano della lastra seguendo un preciso disegno geometrico. Anche in Memorie d’acqua di Uovodesign la disfunzione diventa ornamento: i segni del calcare lasciati dall’acqua non sono visti come sporco, ma diventano un prezioso dettaglio.

Alessandro Zambelli, Levante - photo Walter Borghetti

Alessandro Zambelli, Levante – photo Walter Borghetti

La design week negli ultimi anni è cambiata molto e il fattore crisi ha permesso la nascita di nuovi linguaggi, posti e sperimentazioni. “Sono cambiati i luoghi e le tipologie espositive”, ci racconta Alessandro, “oggi sempre più low-cost. Questo ha permesso la nascita di nuovi distretti espositivi in luoghi spesso abbandonati per il resto dell’anno. Si è persa la scia dello sfarzo Anni Novanta e tendenzialmente si è più portati a creare gruppi di condivisione”. La crisi può essere vista come nuova spinta per rivalutare e modernizzare il design italiano, che ha bisogno di farsi sentire.

Sebastiano Tonelli

Milano // fino al 13 aprile – ore 10-20
Disfunzione Mediterranea
a cura di Alberto Zanchetta
PADIGLIONEITALIA
Via Oslavia 3
[email protected]
www.padiglione-italia.com

Articolo pubblicato su Artribune Magazine Speciale design

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Sebastiano Tonelli

Sebastiano Tonelli

Classe 1990, Sebastiano Tonelli è un designer nato in Trentino ma milanese d’adozione. Curioso, testardo e inguaribile perfezionista, ama il design essenziale e la cura del dettaglio, lavorando a stretto contatto con i materiali. Si laurea in product design alla…

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