Nuova fiera sull’incisione a Bilbao. Via Sardegna
Si svolgerà a Bilbao dal 29 novembre al 2 dicembre la prima edizione di “FIG”, festival dedicato all’incisione contemporanea. La manifestazione comprende una fiera, una mostra, un premio e tanti eventi collaterali. Dietro le quinte, una realtà italiana, l’associazione sarda Casa Falconieri. Abbiamo intervistato la presidente Gabriella Locci.
Com’è nata questa iniziativa? Come succede che un centro di ricerca come il vostro, con sede in Sardegna, si trasformi in un organizzatore internazionale di fiere?
Guardarsi intorno, vedere come questa crisi (che è piuttosto un cambiamento profondo ancora da capire in tutte le sue implicazioni) generi ansia, frustrazione e incertezza, è stata la grande molla che ci ha spinto a incentivare i progetti creativi e artistici. Non possiamo smettere di fare, non possiamo smettere di sognare solo perché il momento attuale presenta contorni difficili e non definiti.
Il nostro progetto per Bilbao non è l’organizzazione di una fiera, ma è un progetto molto articolato che tra le sue componenti contiene anche una fiera d’arte, ed è mirato a creare una situazione nuova di apertura e di collaborazione. Una specie di piattaforma aperta a tutti, soprattutto ai giovani, che deve generare confronti, collaborazioni, provocare relazioni dinamiche e promuovere nuove modalità di fare e intendere i fatti artistici.
Perché Bilbao?
Pensare a Bilbao è stato quasi naturale per la conoscenza che abbiamo maturato di questa città e delle sue istanze culturali legate al mondo dell’arte che condividiamo negli obiettivi.
Chi sono i vostri compagni di viaggio?
In questa grande avventura, che si rinnova ogni giorno, e in questo azzardo, diversi sono i compagni di viaggio. Nel caso del progetto FIG si tratta di due strutture di Bilbao, Ikas-Art e Intermedio, con cui condividiamo modalità di relazione e ideali culturali.
Parlateci brevemente di Casa Falconieri. Chi siete e da dove venite?
Veniamo da un’isola, la Sardegna, e quindi da una periferia, ma se consideriamo la sua situazione geografica che la colloca nel centro del Mediterraneo. Le particolarità dell’isola, le intelligenze creative presenti, gli umori e anche il malessere, hanno contribuito alla nostra decisione di aprire una situazione di sperimentazione nelle arti visive che si configura nei complessi progetti di ricerca e nell’atelier dedicato all’innovazione sui linguaggi incisori.
Quello che ci anima è un progetto d’arte, ma anche di vita, che si mette continuamente in discussione, coinvolge giovani artisti e spinge verso la ricerca artistica sottolineandone l’imprescindibile aspetto etico. Pensiamo che non sia possibile definirsi artista se manca una profonda consapevolezza del mondo e di sé stessi. Se non si è disposti a guardare dentro le cose, tutte le cose, anche quelle scomode, dove lo sguardo normalmente fatica ad arrivare.
Partendo da queste considerazioni abbiamo realizzato importanti progetti espositivi collaborando con molti enti e strutture tra cui la Soprintendenza BAPSAE di Cagliari e Oristano, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Cagliari, la Diputacion de Toledo, la Fundacion CIEC di Betanzos, il Centro de Arte Visuale del Museo del Barro di Asuncion, la Fondazione Teatro Lirico di Cagliari. Abbiamo presentato artisti in manifestazioni importanti quali Estampa, JustMad e l’Encuentro Internacional de Arte Universitaria Ikas-Art, Ostrale 012 a Dresda.
Perché avete sentito l’esigenza di far nascere una fiera dedicata all’incisione? E perché avete deciso di farla nascere proprio in Spagna, nei Paesi Baschi?
Il progetto FIG è qualcosa di molto più di una fiera dedicata all’incisione, abbiamo l’ambizione di voler modificare lo sguardo che molti hanno verso l’arte e cambiare un sistema che è diventato stretto, inefficace e asfittico. Bilbao poi è una città con una situazione particolare, generata chiaramente anche dall’importante presenza del Guggenheim, sostenuta da una serie di situazioni interessanti legate al mondo dell’incisione originale.
I linguaggi incisori, promossi da docenti anche giovanissimi, trovano uno spazio considerevole all’interno della Facoltà di Belle Arti; esiste la Fondazione Bilbao Arte che genera un interessante movimento nei diversi settori artistici; sono presenti nel territorio cittadino situazioni di Atelier come La Taller impostati in maniera dinamica, aperta e innovativa sia nelle modalità relative allo specifico dell’incisione che in quelle della gestione delle relazioni e del rapporto umano; lo stesso Museo de Bellas Artes ha una sua programmazione espositiva che dedica importanti momenti espositivi ai linguaggi incisori. Ci troviamo quindi davanti ad un territorio fertile, attento e colto, in grado di costruire e fare proprio un evento quale il progetto FIG.
L’obiettivo finale è trasformare Bilbao nella capitale mondiale dell’incisione?
L’obiettivo, ancora una volta, è convogliare energie creative; lavorare in un territorio che presenta attenzione e sensibilità; creare situazioni di crescita per gli artisti e per la città; fare in modo che Bilbao diventi un riferimento per il vasto e interessante mondo dell’incisione.
La città di Bilbao ha già mostrato nel tempo la capacità di organizzarsi, riorganizzarsi trovando valide motivazioni e obiettivi certi, aprirsi al nuovo e all’internazionale; con un territorio contrassegnato da forti presenze artistiche, architettoniche e progettuali, ha la capacità e la forza di inserire il progetto del I° Festival de Grabado all’interno del tessuto artistico-culturale cittadino.
Vista la crisi, che anche in Spagna non scherza, avete optato per una fiera low cost per gli espositori…
Gli intendimenti di Casa Falconieri, e quelli dei nostri compagni di viaggio, non sono mirati al guadagno immediato, ma alla costruzione di una situazione strutturata in modo dinamico che possa crescere nel tempo e diventare un reale punto di incontro e di scambio. La fiera, collocata all’interno del progetto FIG, ha costi molto contenuti perché principalmente deve permettere anche ai giovani di mostrare le loro opere e, soprattutto, deve creare un dialogo continuo tra gli artisti, le gallerie, il pubblico e i collezionisti.
Quali saranno i progetti a latere dell’evento fieristico? È in programma una grande mostra di Piranesi…
La mostra Giovanni Battista Piranesi. Visionaria memoria dei luoghi, che realizziamo nel Museo de Bellas Artes di Bilbao, vede esposte più di duecento incisioni originali di proprietà dell’Università di Cagliari – Facoltà di Architettura. Si tratta di un’esposizione che vede convergere la collaborazione di importanti strutture quali il MIBAC-Soprintendenza BAPSAE per le province di Cagliari e Oristano, l’Università di Cagliari con la Facoltà di Architettura, l’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma e lo stesso Museo de Bellas Artes.
Nel periodo dell’esposizione, e durante i giorni del Festival FIG, è prevista inoltre una serie di incontri dove affrontare tematiche relative al mondo dell’Incisione e alla sua attualità come linguaggio artistico, alla ricerca artistica in generale, alle tematiche relative allo spazio costruito (Bilbao è quasi un laboratorio per l’architettura contemporanea), alla necessità di modificar e aggiornare un sistema poco elastico che spesso non lascia spazi agli artisti in formazione.
Altro momento importante è quello destinato alla didattica e quindi al rapporto con le scuole che sarà realizzato attraverso momenti di sperimentazione diretta del fare artistico.
Parliamo più nello specifico del Premio FIG. Puntate molto su questo riconoscimento. Come è organizzato e in base a cosa è stato assegnato?
All’interno del Festival FIG Bilbao 2012, è inserito il I Premio Internazionale di Incisione Contemporanea, a cui possono partecipare tutti gli artisti senza limite di età e di nazionalità. L’obiettivo del premio è di dare impulso all’incisione contemporanea nelle sue diverse forme e contaminazioni, per riprendere la grande tradizione delle arti incisorie proiettandola fortemente nella direzione della sperimentazione e dell’innovazione tecnica ma soprattutto concettuale. Quest’anno è stata premiata l’iraniana Shirin Salehi.
Massimiliano Tonelli
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