Italiani. Popolo di santi, poeti, navigatori e… artisti

Apre oggi al pubblico - e resterà allestita fino al 19 febbraio - una grande mostra dedicata, guarda un po’, all’Italia e alla sua Unità. Succede a Bergamo, alla Gamec. Ne abbiamo parlato con Giacinto Di Pietrantonio, che quel museo lo dirige.

Certo che, per parlare di Unità d’Italia, in questo periodo ci vuole un tantino di coraggio (“Somaro chi espone il tricolore”, Umberto Bossi dixit). E soprattutto ci vuole molta coerenza e conoscenza della storia, in un momento in cui si fa di tutto per sbiadire ogni ricordo scomodo legato al passato della nostra nazione.
Alla Gamec di Bergamo ci provano a parlare di nazione, di unità, di immagini e immaginario italiani, in un misto di ricostruzione documentaria e provocazioni, accumulo di opere stile Salon parigino e un allestimento efficace e mai banale.
Attraverso la creazione di un percorso espositivo che procede per simboli e grandi campi semantici, quasi fosse una raccolta di saggi di Mario Isnenghi, la mostra parte da quell’idea che Giacinto Di Pietrantonio, direttore del museo, riassume nel concetto di arte come etica. “La tesi che noi sosteniamo, ripresa dallo storico dell’arte Francesco Arcangeli”, dice Di Pietrantonio, “è che l’Italia, caduto l’Impero Romano, abbia abdicato alla guerra a favore dell’arte e sia diventata così un Paese invaso dagli stranieri. Loro erano impegnati con le armi, noi con il pennello e lo scalpello”. Non è un caso che l’opera scelta come immagine della mostra – Antonio Riello, KT F104 – sia la miniatura di un aereo militare con tanto di decorazione simil-affresco del Tiepolo, quasi a voler sottolineare che, certo, in epoca moderna non possiamo sicuramente fregiarci del ricordo di grandi battaglie e valorosi condottieri, ma che in quanto a personalità artistiche e a esportazione del concetto di bellezza, l’Italia ha sempre avuto un ruolo di primo piano.

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Maurizio Cattelan - Untitled - 2009 - coll. privata - photo Zeno Zotti

L’esposizione è stata pensata con un intento pedagogico”, continua Di Pietrantonio, “un’occasione per ripensare ai simboli che hanno formato l’immagine dell’Italia e un tentativo di mettere in atto un’operazione di memoria attraverso l’arte contemporanea”. Un intento riassunto efficacemente nell’opera creata appositamente per l’evento e che conclude il percorso espositivo, ABC dell’arte italiana di Giuseppe Stampone, in cui a ogni lettera dell’alfabeto corrisponde un momento dell’arte contemporanea italiana, per cui ad esempio alla lettera “D” viene associato Luigi Ontani nei panni di Dante.
Otto le sezioni che compongono la mostra: significativa la prima sala, dal titolo Fratelli d’Italia, in cui il richiamo all’inno nazionale fa da sfondo alla presentazione di coppie d’artisti legate da un vincolo di fratellanza, da Giorgio de Chirico e Alberto Savinio fino a Tano Festa e Francesco Lo Savio, che, esprimendo valori artistici al contempo simili e diversi, confermano il carattere italiano fatto di sentimenti unitari e differenze. A seguire le sezioni Mappamondo Italia, Per grazia ricevuta Italia, Cartoline d’Italia, Bar Sport Italia, A futura memoria d’Italia, Politica Italia e Fatto in Italia/All’italiana, in un dialogo intelligente fatto di continui rimandi e sprazzi d’ironia, dove è possibile osservare, tra le altre, opere di Maurizio Cattelan, Luciano Fabro, Enzo Cucchi, Alighiero Boetti, Canaletto, Gino De Dominicis e Renato Guttuso.

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Giuseppe Stampone - ABC dell’Arte Italiana - 2011 - coll. privata

E se Loredana De Lillo con la sua Black & White Italian Fla” riflette sull’attuale perdita d’importanza del tricolore come simbolo nazionale, è con un’iniziativa così accattivante che la Gamec tenta di ridare importanza a quella che è ed è stata l’Unità d’Italia.
D’altronde, avrà pure un significato se, guardando una mappa di Alighiero Boetti, Giacinto Di Pietrantonio afferma: “L’Italia è l’unico Paese al mondo che possiede un’immagine formale, che può essere ricondotta a un oggetto. Vedi, sembra uno stivale”. Speriamo non assomigli solamente allo stivale visto in una celebre opera di Cattelan.

Alessandro Marzocchi

Bergamo // fino al 19 febbraio 2012
Il Belpaese dell’arte. Etiche ed Estetiche della Nazione
a cura di Giacinto Di Pietrantonio
www.gamec.it


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Alessandro Marzocchi

Alessandro Marzocchi

Alessandro Marzocchi (Milano, 1986) è studente presso l’Università degli Studi di Parma, curatore e speaker radiofonico. Specializzato in arte contemporanea, da anni ha un conto aperto con La Mariée mise à nu par ses célibataires, même. Ha realizzato una serie…

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