15 interventi d’arte all’insegna di Leopardi diffusi nel borgo marchigiano di Recanati

Il progetto diffuso “Logos Infinito” curato da Gianluca Marziani prende avvio da una riflessione su Giacomo Leopardi mediata dal valore della parola, che diventa oggetto visivo nell’interpretazione dell’arte contemporanea. Recanati ospita gli interventi dislocati tra il Villa Colloredo Mels e gli spazi del borgo

Logos Infinito è un progetto diffuso che esplora la parola e i suoi ecosistemi. E non potrebbe esistere senza il borgo che l’ha accolto e ispirato, Recanati, sulle colline marchigiane che guardano l’Adriatico. A curarlo è Gianluca Marziani, che ha lavorato – su impulso dell’assessore alla cultura Rita Soccio – sulla possibilità di creare un dialogo con la figura di Giacomo Leopardi, senza per questo scadere in una lettura didascalica dell’opera del poeta, e anzi partendo dai suoi contenuti filosofici, le Operette morali. Questa riflessione ha fissato l’obiettivo: enfatizzare l’uso visivo della parola attraverso l’arte, partendo dall’insegnamento dell’arte concettuale.

Sara Leghissa, La scuola ha riaperto come dopo una nevicata, Logos Infinito, Recanati

Sara Leghissa, La scuola ha riaperto come dopo una nevicata, Logos Infinito, Recanati

LOGOS INFINITO. IL PROGETTO A RECANATI

Sul testo si può costruire un valore plastico”, spiega Marziani “Il marcatore identitario tangibile di Recanati, Giacomo Leopardi, genera a sua volta un marcatore immateriale che abbiamo chiamato Logos. E la relazione tra poeta e linguaggio ha prodotto il titolo del progetto diffuso, disseminato in diversi spazi di un centro storico peculiare per la sua compattezza urbanistica. Per questo abbiamo lavorato sulla creazione di un percorso che si articola in modo quasi impalpabile, intercettando il valore poetico del genius loci, giocando sulla persistenza, ma anche sulla labilità, senza invadere lo spazio vitale, e invece aggiungendo segni che in modo discreto invitano a riflettere”. Dunque gli artisti chiamati a raccolta hanno lavorato per dimostrare come il linguaggio, oggi, sia diventato una delle forme di ricerca espressiva più versatili del contesto visivo. E così, dalla fine del 2022 Recanati ha iniziato a popolarsi di progetti artistici destinati a moltiplicarsi nell’arco dei prossimi due anni: “Sono 15 i lavori già realizzati tra il Museo Civico di Villa Colloredo Mels e altri punti strategici della città, dalla Torre del Borgo al corso principale del centro, fino alla chiesa sconsacrata di San Pietrino, nei pressi dell’abitazione di Leopardi”. Una mappa aiuta a orientarsi lungo il percorso, che può essere fruito senza rispettare un ordine preciso (del resto le opere saranno destinate anche a nuove collocazioni, nell’arco di sviluppo del progetto): ogni intervento è storia a sé, pur partecipando alla definizione di un nuovo paesaggio artistico e di una psicogeografia, “cioè la geografia del nostro sguardo, delle nostre emozioni e intuizioni”.

Matteo Attruia, Welcome, Logos Infinito, Villa Colloredo Mels, Recanati

Matteo Attruia, Welcome, Logos Infinito, Villa Colloredo Mels, Recanati

LE OPERE DI LOGOS INFINITO

Al Museo Civico, che conserva alcuni capolavori di Lorenzo Lotto e ospita un importante Museo dell’emigrazione, si apprezza il lavoro del collettivo Numero Cromatico sull’intelligenza artificiale, qui chiamata a comporre poesie sul tema dell’amore e della fine. Sempre l’AI è all’origine dell’arazzo poetico esposto in una nuova sala del percorso museale. Mentre tra pareti specchianti si moltiplicano tre frasi dal ritmo ossessivo, a opera di Matteo Attruia, che ha lavorato anche sulla grande scritta lampeggiante al neon Welcome. Lavoro con approcci e strumenti molteplici sulla parola anche Sveva Angeletti, che esplora il logos in modalità immersiva, coinvolgendo anche l’ascolto. Al Museo della Musica si scopre invece l’intervento seminale di Donato Dozzy, noto musicista elettronico, che con Anna Caragnano è partito dalla scomposizione del testo dell’Infinito di Leopardi, ricadenzandolo e lavorando su un tappeto sonoro ambient. Mentre Sara Leghissa ha portato in città l’iniziativa La scuola ha riaperto come dopo una nevicata, coinvolgendo gli studenti del Liceo Classico Leopardi in un laboratorio volto a esternare esperienze e sensazioni relative al disagio vissuto durante la pandemia e con la ripresa delle relazioni sociali. Ora le loro frasi sono diventate pannelli affissi sulle finestre del Museo Civico, affissioni pubbliche e videoproiezioni al San Pietrino. Tra i nomi coinvolti, lo street artist sardo Manu Invisible ha lavorato sul volume plastico del lettering, intervenendo sulla facciata esterna del Museo Civico con la parola Presente e sulla Torre del Borgo con la parola Infinito. “Mi piacerebbe che il numero degli interventi, da qui al 2024, crescesse fino a contemplarne una cinquantina, molto diversificati e diluiti, sempre poco impattanti, ma percepibili muovendosi nel borgo. Dietro al progetto c’è il sostegno di Sistema Museo, ma stiamo dialogando anche con il FAI, per popolare i giardini di Casa Leopardi, e poi cortili e chiostri. Logos Infinito è un filo che attraversa la città, le sale, gli spazi, le archeologie urbane. Si situa in maniera silenziosa, come il linguaggio, che rispetto all’immagine non grida. Qui cerchiamo di cogliere l’attenzione del pubblico facendo a meno della rilevanza mediatica dell’artista, che ormai è il principale veicolo di richiamo”. Al termine del progetto sarà realizzato un catalogo con valore documentario per fissare questa particolare esperienza di arte urbana diffusa che prospera sulle qualità del borgo.

Livia Montagnoli

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