Bitume platform. A Ragusa l’arte pubblica ridà vita alla fabbrica simbolo della città

Riceviamo e pubblichiamo una riflessione e le foto di una nostra lettrice su un progetto correlato al festival di muralismo “FestiWall”. La sede è la fabbrica Ancione di Ragusa, chiusa nel 2013 e riaperta pochi giorni fa da questo intervento di arte pubblica.

Pochi sanno che a Ragusa si trova una fabbrica che produceva bitume con cui sono state asfaltate la gran parte delle strade di mezza Europa, tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900. L’oro nero di Ragusa era la pietra pece, materiale fossile con grande versatilità di impiego utilizzato come idrocarburo e come asfalto destinato al manto stradale. Quel sito industriale era la fabbrica Antonino Ancione che, dopo aver spento definitivamente le macchine nel 2013, ha riaperto pochi giorni fa sotto un’altra veste. Bitume – Industrial Platform of Arts è il progetto che ha ridato vita a questo luogo industriale, simbolo della città. Intrecciandolo all’arte pubblica.

BITUME PLATFORM: GLI ARTISTI

Sotto la guida del direttore artistico Vincenzo Cascone, già noto per aver ideato FestiWall, festival di arte muraria svoltosi per quattro edizioni sempre nella città di Ragusa, oltre 30 artisti internazionali sono passati a lasciare un segno in questo luogo spettrale ma magico, quasi sacralizzandolo, restituendo un’anima alle numerose vasche di raffreddamento e agli immensi silos per il cemento. Ricordiamo, tra gli altri, l’australiano Guido van Helten, il calligrafista italiano Luca Barcellona, il polacco M-City, lo spagnolo Sebas Velasco, i greci Simek e Dimitris Taxis, il moscovita Alexey Luka, l’italiana Martina Merlini, Moneyless e Never 2501, l’argentino Francisco Bosoletti, il madrileno Ampparito, i tedeschi Case Maclaim e SatOne, il siciliano Licama, il fotografo Alex Fakso. Artisti che hanno saputo mescolare la loro arte con i materiali presenti, calce, cemento e bitume: qualcosa che ha un nonsoché di steampunk.

BITUME: UNA ESPERIENZA IMMERSIVA

Cascone ha coinvolto nel progetto l’ultimo erede della famiglia Ancione, Manfredi, anche lui a suo tempo operaio nella fabbrica, che gli ha aperto le porte e dato la possibilità di realizzare questo immenso progetto.  All’interno di un percorso stabilito e totalmente in sicurezza, il loro racconto guidato spazia dall’arte all’archeologia industriale in un incastro perfetto, arricchito da aneddoti sui vecchi operai, tra i quali ricordiamo, Carmelo “Meno Leffa”, raffigurato su un silos, come a fare da sorvegliante silenzioso, e gli artisti.  Bitume, non è l’ennesimo festival di arte muraria, è un’esperienza immersiva, carica di vita, di storie e di passione.  Il progetto vede il supporto dell’Assemblea Regionale Siciliana, del Comune di Ragusa, della Fondazione Federico II di Palermo, della Facoltà di Geologia dell’Università di Catania, della Fondazione Cesare Zipelli, della Banca Agricola Popolare di Ragusa, della collaborazione dell’EcoMuseo Carat. È possibile visitare Bitume fino a Marzo 2021 prenotando la visita sul sito. 

– Clara Sistili

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Redazione

Redazione

Artribune è una piattaforma di contenuti e servizi dedicata all’arte e alla cultura contemporanea, nata nel 2011 grazie all’esperienza decennale nel campo dell’editoria, del giornalismo e delle nuove tecnologie.

Scopri di più