8 giovani fotografi al Bitume Photofest di Lecce

La nuova generazione di fotografi italiani è protagonista del festival in corso negli spazi del Polo Bibliomuseale del Museo Castromediano

Fino al 31 ottobre il Polo Bibliomuseale del Museo Castromediano ospita la quinta edizione del Bitume Photofest, il primo festival urbano di fotografia contemporanea del Sud Italia, a cura di Andrea Laudisa e del collettivo Positivo Diretto. La valorizzazione della fotografia italiana emergente e l’ampliamento della fruizione dell’arte contemporanea attraverso esposizioni outdoor e in un’ottica di innovazione costituiscono gli obiettivi principali del Bitume Photofest – Young talent edition, promosso e sostenuto dal MiC e dalla Provincia di Lecce. Otto giovani artisti, provenienti da tutta Italia e che hanno ricevuto riconoscimenti internazionali sono i protagonisti del festival e si confrontano sul tema dello sconfinamento che genera libertà, raccontando, attraverso la complessità dell’iperrealtà postmoderna, inedite modalità di “agire” la fotografia.

Cecilia Pavone

ELEONORA AGOSTINI – A BLURRY AFTERTASTE

Eleonora Agostini, A Blurry Aftertaste, 2021

Eleonora Agostini, A Blurry Aftertaste, 2021

L’intimità ‒ a tratti claustrofobica, a tratti ludica ‒ del microcosmo domestico è al centro della poetica di Eleonora Agostini (1991), che presenta A Blurry Aftertaste. La ricerca dell’artista italiana trapiantata a Londra si snoda tra i linguaggi espressivi della fotografia, della performance e della scultura, indagando il fragile equilibrio dell’esperienza umana nello spazio privato e la difficoltà nel ricoprire un determinato ruolo. Dopo aver lasciato il suo luogo d’origine per trasferirsi all’estero, Eleonora Agostini – che è stata recentemente selezionata da Camera a Torino tra gli artisti di Futures Photography 2021 ‒ ha cercato di ricreare, nella sua opera, il suo spazio domestico per tenerlo vivo nella memoria, ritraendo anche i suoi genitori.

ROBERTO BOCCACCINO – TRUTH OR CONSEQUENCES

Roberto Boccaccino, Truth or Consequences, 2021

Roberto Boccaccino, Truth or Consequences, 2021

Il gioco linguistico di Roberto Boccaccino (Benevento, 1984), che, in Truth or Consequences, utilizza stravaganti nomi di luoghi, indicati su insolite mappe digitali, genera una riflessione filosofica sul concetto di mancanza e sul rapporto tra linguaggio e comportamento. Nell’indagine dell’artista ‒ che si occupa principalmente di ricerche fotografiche e di progetti legati all’immagine ‒, infatti, “la realtà non vuole essere raccontata” e le parole sono concepite come limitanti nel descrivere la reale condizione esistenziale. Roberto Boccaccino, che vive a Palermo dove ha creato Minimum, uno spazio dedicato ai progetti per la fotografia, ha ricevuto riconoscimenti internazionali ed è stato finalista nelle selezioni di Joop Swart Masterclass, Premio Gabriele Basilico, Premio Graziadei, Lumix Photojournalism Multimedia Award.

ALESSANDRO CALABRESE ‒ A FAILED ENTERTAINMENT

Alessandro Calabrese, A failed Entrainment, 2021

Alessandro Calabrese, A failed Entrainment, 2021

Le immagini fotografiche “iperstratificate”, create da Alessandro Calabrese (Trento, 1983) costituiscono la risultante di un’indagine sulla tecnologia digitale, finalizzata a sovvertire la concezione tradizionale di fotografia di paesaggio. Nella serie A Failed Entertainment l’artista sovrappone le immagini di sue fotografie, ricercate attraverso il motore di ricerca di Google, a immagini presenti in rete simili alle sue, secondo l’algoritmo del software. L’opera fotografica di Calabrese, che insegna alla NABA di Milano, è sorprendentemente “pittorica”, generando una riflessione sul concetto di iperrealtà che, come spiegava Baudrillard, ha compiuto il “delitto perfetto”, uccidendo la realtà attraverso il simulacro delle immagini creato dal mondo virtuale e digitale.

GIORGIO DI NOTO ‒ THE ICEBERG

Giorgio Di Noto, The Iceberg, 2021

Giorgio Di Noto, The Iceberg, 2021

Il concetto di invisibilità, la dicotomia reale/virtuale e l’esplorazione dei mondi sotterranei costituiscono il fulcro tematico nella poetica di Giorgio Di Noto (Roma,1990) che, nella serie The Iceberg, ritrae il caos delle immagini che proliferano nel dark web, una dimensione oscura, caratterizzata dall’anonimato degli utenti, in cui tutto può accadere. L’artista romano, che ha studiato fotografia al Centro sperimentale A. Adams, è docente di Tecniche di stampa alla RUFA a Roma, ed è tra gli autori della collettiva Retrofuturo esposta al Macro. Nella sua ricerca, Di Noto sperimenta l’utilizzo di inchiostri invisibili, che rivelano la stampa solo sotto la luce UV, creando atmosfere sospese, avvolgenti, quasi oniriche attraverso un sapiente dosaggio, nella sua opera fotografica, di luce e ombra.

PIERO PERCOCO – PUGLIA CRUDA

Piero Percoco, Puglia Cruda, 2021

Piero Percoco, Puglia Cruda, 2021

I colori acidi che permeano Puglia Cruda, la serie di opere fotografiche realizzata da Piero Percoco (1987), in collaborazione con Studio Cromie, corrispondono a una sintesi “lisergica” che racconta il rapporto di amore/odio dell’autore con la propria terra. Originario di Sannicandro di Bari, Piero Percoco – che ha assunto il nome d’arte “The Rainbow is understimated ‒L’arcobaleno è sottovalutato” ‒ racconta, attraverso una fotografia quasi iperrealista, le contraddizioni che caratterizzano la Puglia. E lo fa attraverso uno sguardo permeato di durezza che sconfina in una favola policromatica, che comunque genera un’inedita visione del reale. Le immagini fotografiche di Piero Percoco sono state pubblicate su numerose riviste internazionali tra le quali The British Journal of Photography, Der Grief e The New Yorker.

ALESSIA ROLLO – PARALLEL EYES

Alessia Rollo, Parallel Eyes, 2021

Alessia Rollo, Parallel Eyes, 2021

La restituzione della dimensione magico-rituale alla cultura meridionale, posta in secondo piano dal rigore scientifico delle ricerche intraprese da Ernesto De Marino, costituisce il fulcro della ricerca condotta da Alessia Rollo (Lecce, 1982). La fotografa pugliese, infatti, rivolge uno Sguardo Parallelo rispetto all’approccio documentaristico del noto antropologo, conducendo la sua indagine sulla ritualità e sulla tradizione del Meridione d’Italia in due direzioni: la documentazione di riti di origine pagana ancora presenti nel Sud Italia e la creazione di un archivio di foto e frame di video realizzati negli Anni Cinquanta, sui quali l’autrice opera con interventi di pittura, perforazioni e collage. Alessia Rollo ha esposto in personali e collettive a livello nazionale e internazionale, tra le quali Photo London 2018.

FEDERICA SASSO – APHASIA

Federica Sasso, Aphasia, 2021

Federica Sasso, Aphasia, 2021

Il tema della perdita, della mancanza e della memoria è alla base della poetica di Federica Sasso (1992), fotografa originaria di Vicenza che presenta, al Bitume Photofest, l’opera Aphasia. L’afasia è la perdita della connessione cerebrale tra pensiero e parola, malattia che ha colpito, nel 2005, la nonna dell’autrice. Dal 2019 Federica Sasso ha iniziato a lavorare su questo progetto espositivo, indagando la dicotomia pieno/vuoto e traendo immagini dai filmini girati dal nonno fin dalla sua nascita, un grande archivio di ricordi familiari, realizzando così “un racconto metaforico della malattia, della persona, di quello che la circonda e che ha perso”. Federica Sasso ha esposto in festival e gallerie tra le quali Les Rencontres de la Photographie d’Arles, Landskrona Foto Festival, Thessaloniki Biennale, Fotografia Europea e Milano Photo Week.

ALBA ZARI – THE Y

Alba Zari, The Y - Research of biological father, 2021

Alba Zari, The Y – Research of biological father, 2021

Alba Zari (1987) ha sublimato, attraverso la fotografia, il dolore scaturito da importanti mancanze a livello familiare. Per questo la poetica dell’artista, nata a Bangkok da genitori italiani, e solo in seguito riportata in Italia, è basata essenzialmente sulla ricerca dell’identità e della “verità” relativa alle sue origini e al suo passato, piena di interrogativi senza risposta. Alba Zari presenta The Y, che, come puntualizza l’autrice, si configura, per lo spettatore come “un viaggio, cronologico, ed è una ricerca, attraverso pochi documenti, della verità, accettando, per tentativi e fallimenti, l’assenza di informazioni”.
Con The Y fa parte di Foam Talents 2020 e il progetto è stato esposto in festival e musei internazionali come il MAXXI, London Art Fair, Circulation Parigi e Athens Photo Festival.

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Cecilia Pavone

Cecilia Pavone

Cecilia Pavone, storica e critica d’arte, curatrice indipendente, giornalista professionista, è nata a Taranto ed è laureata in Filosofia all’Università degli Studi di Bari. La sua ricerca verte sulla fenomenologia artistica contemporanea e sulla filosofia dell’arte. Scrive su riviste specializzate…

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