23 novembre 1980. Fotografia e terremoto

Vi regaliamo in esclusiva una decina di fotografie che fanno parte del progetto “Sisma80”, promosso da Luciano Ferrara in ricordo del terremoto dell'Irpinia che 40 anni fa sconvolse l'Italia.

Il 23 novembre 1980, alle 19:34, la Terra tremò per 90 secondi – 90 lunghissimi, interminabili secondi. Sono passati quarant’anni da quello che è noto come terremoto dell’Irpinia, ma in realtà i terremoti furono due e scossero un’area enorme, coinvolgendo prepotentemente anche Napoli.
Il tragico evento, pur nell’emergenza che stiamo vivendo in questo 2020, è ricordato da una messe di iniziative, con una particolare partecipazione dell’arte, poiché – come è noto – proprio l’arte, nella persona innanzitutto di Lucio Amelio, contribuì in maniera importante a portare l’attenzione sulle aree più devastate del nostro Paese: ci riferiamo alla celeberrima collezione Terrae Motus, ora conservata alla Reggia di Caserta.

Mimmo Jodice, Terremoto un anno dopo

Mimmo Jodice, Terremoto un anno dopo

IL PROGETTO SISMA80

Fra le iniziative messe in campo per non dimenticare il tragico terremoto, Sisma80, progetto fotografico promosso dalle associazioni tribunali138 e noos aps, e ideato da Luciano Ferrara (Cimitile, 1950), noto soprattutto per lo straordinario ciclo iniziato nel 1979 e dedicato ai femminielli, in ideale continuità e contiguità con l’altrettanto celebre progetto sui “travestiti” che Lisetta Carmi aveva condotto a Genova nella seconda metà degli Anni Sessanta.
Sisma80 è un progetto corale che ha coinvolto venti fotografi, con nomi che vanno da Peppe Avallone a Mimmo Jodice, da Annalisa Piromallo all’agenzia Fotosud.

FOTOSUD, Napoli, Piazza del Plebiscito, 1980

FOTOSUD, Napoli, Piazza del Plebiscito, 1980

LA MOSTRA E IL LIBRO SUL TERREMOTO DEL 1980

Un progetto d’archivio declinato in una mostra che avrebbe dovuto inaugurarsi proprio il 23 novembre ma che, a causa della pandemia in corso, è stata inevitabilmente rimandata; e in un libro, edito da Iod Edizioni, che sarà in distribuzione a partire da dicembre e conterrà le testimonianze di giornalisti e docenti universitari.
Un omaggio alle vittime, un ricordo doveroso, ma anche un tributo a un fotogiornalismo che ha avuto – e che, nelle sue migliori espressioni, ha tuttora – un ruolo centrale nel raccontare il terremoto del 1980 e in genere l’Italia.

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Redazione

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