Mohamed Keita al Pecci di Prato. Il progetto fotografico in Mali di un giovane rifugiato politico

Promossa da Fondazione Pianoterra Onlus, la mostra itinerante KENE/Spazio documenta l’esperienza di Keita che in Africa ha avviato un laboratorio con 10 ragazzi per aiutarli a riscattarsi attraverso la fotografia

Un viaggio fotografico in Mali attraverso gli occhi di chi lo vive tutti i giorni. È questo il cuore tematico di KENE/Spazio, la mostra a cura di Sara Alberani del fotografo ivoriano Mohamed Keita, arrivato a Roma da immigrato dieci anni fa, e dei suoi giovani allievi partecipanti al laboratorio da lui tenuto in Africa, che si inaugura il prossimo 19 febbraio presso il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, diretto da Cristiana Perrella, per proseguire fino al 20 marzo.

LA STORIA DI MOHAMED KEITA

Nato in Costa d’Avorio nel 1993, Mohamed Keita arriva in Italia come rifugiato politico nel 2010, all’età di 17 anni, dopo aver attraversato il Mali, il deserto libico e Malta. Giunto a Roma, per tre mesi vive per strada, dormendo alla Stazione Termini, fino a quando un volontario gli regala una macchinetta fotografica usa e getta, strumento che consentirà a Keita non solo di raccontare la sua storia, ma di scoprire la passione e il talento per la fotografia. Nell’estate del 2017, l’incontro con la Fondazione Pianoterra Onlus – da sempre a fianco delle famiglie più vulnerabili nei quartieri più difficili delle città, con un focus rivolto soprattutto alle donne in stato di gravidanza o alle neomamme – lo conduce ad una svolta: torna in Africa, in Mali, a Bamako, con l’obiettivo di creare uno spazio dove i ragazzi possano imparare la fotografia come strumento di educazione e arricchimento culturale. “Con i corsi, il materiale e le macchine fotografiche, forniamo ai ragazzi di Kanadjiguila gli strumenti per raccontare anzitutto se stessi e il loro mondo”, spiega Mohamed Keita. La mostra promossa da Pianoterra presso il Pecci di Prato documenta proprio questa esperienza che ha coinvolto 10 ragazzi in un laboratorio di fotografia nel quartiere di Kanadjiguila e che continua tuttora.

Giovane ritratta nel suo letto poco dopo il risveglio. KENE/Spazio, immagine scattata durante i laboratori a Bamako, courtesy Studio Kene

Giovane ritratta nel suo letto poco dopo il risveglio. KENE/Spazio, immagine scattata durante i laboratori a Bamako, courtesy Studio Kene

LA MOSTRA DI MOHAMED KEITA AL PECCI DI PRATO

La fotografia può assumere moltissime forme, me lo ha insegnato Mohamed Keita soprattutto grazie a KENE”, ci confida la curatrice della mostra Sara Alberani. “Mohamed disegna questo progetto con costanza e metodo ogni giorno da più di due anni. Lontano dal suo Paese di origine vi fa ritorno come artista contemporaneo, appartiene a quegli artisti che concepiscono la ricerca visiva come un dispositivo per avviare processi partecipati, di impatto territoriale e sociale, nonché una crescita intima e personale per chi vi partecipa”. In esposizione ci saranno cinque fotografie di Mohamed Keita – i cui scatti sono stati esposti nell’ambito della XIV edizione di FotoGrafia festival internazionale di Roma, a Londra, all’Istituto Italiano di Cultura e presso Palazzo Querini, nella mostra Rothko in Lampedusa, in occasione della 58. Biennale Arte di Venezia – accanto a circa 50 immagini realizzate dai giovani studenti in Mali. “KENE è un progetto unico nel suo genere”, ci spiega Alessia Bulgari, Presidente Fondazione Pianoterra. “Il compimento di un percorso di formazione iniziato anni fa alla stazione Termini di Roma con l’immagine di un giaciglio. Un viaggio di ritorno con l’obiettivo di trasmettere ad altri ragazzi la passione per la fotografia e dare loro una chance di riscatto, una possibilità di promozione sociale: un inno alla fotografia e al suo potere rigenerante. Fondazione Pianoterra crede nel potere dell’arte, della cultura, della conoscenza come motore di cambiamento positivo, per questo è orgogliosa di promuovere questa iniziativa in Italia. KENE è un percorso straordinario, da valorizzare, raccontare, e far conoscere“.

LA MOSTRA DI KEITA E I PROGETTI SOCIALI

Dopo Prato, la mostra viaggerà nelle città di Milano, Roma, Napoli e, oltre a prevedere laboratori nelle scuole e nei centri educativi per i giovani del territorio, sarà accompagnata da un sito. Qui sarà possibile acquistare le opere esposte e sostenere, così, le attività laboratoriali che il gruppo di lavoro sta conducendo in Mali, contribuendo anche allo sviluppo di tutta la comunità, con interventi di risanamento idrico e azioni di promozione dei diritti e della salute delle donne. Completa il progetto la pubblicazione di un libro fotografico (KENE – Mohamed Keita) che esalta il percorso di formazione, con testi di Sara Alberani, Alessia Bulgari, Marco Delogu, Mohamed Keita, Yves Lègal, Cristiana Perrella, Alessandro Triulzi, Dagmawi Yimer: non solo una testimonianza della mostra, ma un vero e proprio diario di quanto realizzato a Bamako.

– Claudia Giraud

www.studiokene.org

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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