Giovane arte in Slovenia. Reportage da Fotopub

Andata in scena a Novo Mesto, dal 31 luglio al 3 agosto, la rassegna slovena ha dato voce ad artisti locali e giovani artisti internazionali. Individuando nella attualità una importante chiave di lettura.

A Novo Mesto, piacevole cittadina slovena dalle reminiscenze austroungariche, si respira l’entusiasmo dell’arte che nasce. Una rassegna curata dai giovani per i giovani, sotto la guida di Dušan Smodej, Tadej Vindiš, Živa Kleindienst e Urša Purkart. Vincitori dell’edizione 2019, i performer serbi Tamara Spalajković e Luka Cvetković. La rassegna, pur a carattere internazionale, ha avuto quest’anno un focus particolare sugli artisti dell’area balcanica. Collettive e personali, fotografia, installazioni, performance formano il composito mosaico di Fotopub, interessante rassegna dove si respirano creatività, entusiasmo e onestà intellettuale, fra artisti esordienti e artisti che hanno già maturato una certa esperienza anche internazionale, fra cui il duo italiano The Cool Couple.

WEB E DIALOGO

Nell’era della comunicazione digitale, il britannico Mark Farid racconta se stesso attraverso l’archivio delle sue personali comunicazioni sui social network, i tracciati delle conversazioni su Skype, Whatsapp, Facebook e Twitter. Poisonous Antidote è il progetto online sviluppato nel mese di settembre 2016; un’enorme banca dati che dà accesso a chiunque alla vita privata dell’artista, alle sue relazioni, alle sue opinioni, alle sue scelte. Un lavoro concettuale che affronta da un lato la tematica della privacy, dall’altro la paradossale tendenza dell’individuo a rinunciare a quella stessa privacy, in nome dell’autopromozione, della condivisione ossessiva della propria vita. Farid riflette sul basso grado di consapevolezza con cui soprattutto i minori si avvicinano alla rete, nell’illusione di far parte di una vera comunità sociale che spesso si rivela illusoria e mendace, oltre che rischiosa.
Approccio assai più “tradizionale” quello di Mila Panić e Saša Tatić, autrici della performance partecipativa Rocking Chairs; sedie a dondolo e tappeti, disposti in un angolo della piazza di Novo Mesto, a creare un angolo in cui conversare con le artiste bosniache sulle urgenze sociali europee, la situazione politica o lo stato dell’arte contemporanea. Un modo per ritrovare il contatto personale, il piacere dell’ascoltare gli altri; un metodo di lavoro con cui le artiste si mettono in discussione, nel tentativo di stimolare il ritorno del pensiero critico.

Thomas Kuijpers, When the Twins Were Still Beautiful, 2019, Novo Mesto. Courtesy Fotopub. Photo Janez Klenovšek

Thomas Kuijpers, When the Twins Were Still Beautiful, 2019, Novo Mesto. Courtesy Fotopub. Photo Janez Klenovšek

FANTASMI DEL PASSATO

Anche solo guardando al breve arco temporale dell’ultimo quarto di secolo, fra le due sponde dell’Atlantico non sono purtroppo mancate le tragedie. Quella che più ha segnato l’immaginario collettivo è stata l’attentato dell’11 settembre 2001 contro le Twin Towers a New York; un luogo cruciale dell’economia mondiale, ma anche un riferimento dell’orizzonte collettivo: visitato, visto al cinema, letto sui libri o sulle riviste, nominato nelle canzoni, riprodotto su migliaia di gadget, poster, copertine di album e libri, quell’angolo di Manhattan è in qualche modo parte di noi. Thomas Kuijpers costruisce un’installazione utilizzando migliaia di quegli stessi oggetti, disposti in modo da avvolgere il pubblico e immergerlo in quel fantastico sogno che fu New York: When the Twins Were Still Beautiful è un suggestivo e a suo modo commovente salto nel passato, consapevole che in quell’11 settembre a cambiare fu la vita di ognuno di noi. Un passaggio suggerito dall’assonanza twins/things.
Sponda opposta per 1999 – The Oracle Told Me I’d Fall in Love with the One, collettiva dei giovani serbi Milica Mijajlović, Tamara Spalajković, Luka Cvetković e del polacco Rafal Zajko, curata da Natalija Paunić, che esplora la memoria della guerra in Kosovo. Focus della mostra, i dipinti neoespressionisti di Mijajlović, che riproducono lo spettacolo tremendo, ma paradossalmente maestoso, della guerra: i tracciati luminosi delle bombe che incendiavano il cielo della città diventano, nei suoi ricordi di bambina, esplosioni di colori da cui scaturiscono forme. Ma quel lontano 1999 non fu solo l’anno del primo bombardamento su Belgrado, nel corso dell’offensiva NATO; a pochi giorni di distanza si tenne anche la prima mondiale del film Matrix. Su questa coincidenza Spalajković e Cvetković costruiscono la performance video di un bacio atteso e mai dato fra un uomo e una donna, metafora della distanza fra due Paesi e due popoli, così come della percezione di una realtà ingannevolmente presentata sotto due differenti punti di vista (come di fatto fu la guerra in Kosovo). Una mostra installativa nella piscina di una scuola pubblica, dalla forte valenza concettuale ma non priva di drammatica poesia.

Danilo Milovanović, Note.Link.Transfer, 2019. Courtesy Fotopub Photo. Janez Klenovšek

Danilo Milovanović, Note.Link.Transfer, 2019. Courtesy Fotopub Photo. Janez Klenovšek

SPAZI UMANI E SPAZI DELL’ARTE

Le fiabe di Gianni Rodari non perdono mai la loro attualità. Questa volta hanno ispirato il duo italiano The Cool Couple, che con la performance Turborage omaggia Il palazzo da rompere e riflette sulle molte limitazioni alla libertà di espressione e sulla gabbia di convenzioni che molto spesso ostacola anche i comportamenti più semplici. Coinvolgendo il pubblico nel rompere a colpi di mazza da baseball le due colonne erette per l’occasione, lanciano un ideale appello al recupero della propria dimensione umana, alla riappropriazione dello spazio (la performance si è svolta in un parco pubblico), degli istinti, al loro sfogo contro le prevaricazioni del conformismo e dell’oppressione politica.
La strada e il museo, due mondi apparentemente inconciliabili con estetiche molto lontane. Prova a rompere queste barriere Danilo Milovanović, con la mostra di fotografia concettuale Note: Link: Transfer, che cattura piccoli particolari della realtà urbana, dalle strisce pedonali alle striature sull’asfalto ai vecchi manifesti pubblicitari erosi dalla pioggia. Fotografati e incorniciati, diventano i capitoli di un racconto che acquista dignità artistica proprio perché esposto in uno spazio “accademico”. Incontro/scontro fra due differenti concetti estetici, un altro punto di vista per rompere le convenzioni, in un progetto concettualmente valido, che perde forse qualcosa nella sua trasposizione formale, ma che lascia comunque intuire il potenziale del giovane artista.

Niccolò Lucarelli

https://www.fotopub.com/

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Niccolò Lucarelli

Niccolò Lucarelli

Laureato in Studi Internazionali, è curatore, critico d’arte, di teatro e di jazz, e saggista di storia militare. Scrive su varie riviste di settore, cercando di fissare sulla pagina quella bellezza che, a ben guardare, ancora esiste nel mondo.

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