Fotografia Europea 2019 di Reggio Emilia: guida delle principali mostre del festival

Da Horst P. Horst a Larry Fink, da Vincenzo Castella ai futuri talenti della fotografia giapponese: scopriamo quali saranno i nomi della prossima edizione di Fotografia Europea di Reggio Emilia

Pixy Liao, Things We Talk About, 2013

Pixy Liao, Things We Talk About, 2013

Si apre, dal 12 aprile al 9 giugno 2019, la quattordicesima edizione di Fotografia Europea, il festival che ha fatto di Reggio Emilia un punto di riferimento della fotografia a livello italiano e internazionale. Un appuntamento ormai molto atteso anche dal grande pubblico, attraverso il quale la città emiliana ospita opere di artisti storicizzati e talenti ancora da scoprire, cogliendo l’occasione per aprire le porte dei suoi più bei palazzi storici. “Fotografia Europea mette in scena i rapporti tra le persone, tra le culture, tra i saperi, dal punto di vista individuale e da quello collettivo, da quello privato a quello pubblico”, come ha ricordato Walter Guadagnini, direttore di questa prossima edizione. “Attraverso antologiche di grandi maestri del passato e di tantissimi rappresentanti delle generazioni più giovani, vogliamo scoprire i legami profondi tra le persone, ma anche tra la fotografia e il mondo”. Il tema di quest’anno è LEGAMI. Intimità, relazioni, nuovi mondi: un argomento che va dal microscopico al macroscopico, assumendo una declinazione intima e sentimentale o politica, su cambiamenti demografici e migrazioni dei popoli. A confermare il respiro internazionale della manifestazione, il festival emiliano sceglie quest’anno il Giappone come “terra da esplorare”, attraverso l’occhio fotografico degli autori invitati e come tramite di scambio umano e artistico. Qui, una guida alle mostre più significative che verranno attivate dal circuito ufficiale di Fotografia Europea.

Giulia Ronchi

FOTOGRAFIA EUROPEA 2019 – XIV edizione
LEGAMI. Intimità, relazioni, nuovi mondi
Reggio Emilia, 12 aprile – 9 giugno 2019 
www.fotografiaeuropea.it
[email protected]

HORST P. HORST A PALAZZO MAGNANI

Horst P. Horst, Lisa Fonnsagrives-Penn, Vogue, June 1940, cm 80x105 cs. Courtesy Paci contemporary gallery (Brescia – Porto Cervo, IT)

Horst P. Horst, Lisa Fonnsagrives-Penn, Vogue, June 1940, cm 80×105 cs. Courtesy Paci contemporary gallery (Brescia – Porto Cervo, IT)

Considerato l’ideale inizio del percorso attraverso il denso programma di Fotografia Europea, Palazzo Magnani ospita gli scatti dell’artista Horst P. Horst (1906-1999): curata da Walter Guadagnini, la mostra è realizzata con la collaborazione della galleria Paci Contemporary di Brescia, che sappiamo essere la rappresentante esclusiva di questa firma in Europa. Vengono così esposte 120 immagini, tra le più iconiche di Horst – come la celebre Odalisca -: i volti di Jean Cocteau a Salvador Dalì appaiono tra le fotografie risalenti agli anni Trenta, proseguendo con gli scatti per Vogue e Harper’s Bazaar che negli anni Cinquanta lo hanno reso uno dei personaggi più ricercati del suo campo, fino agli ultimi sviluppi a colori che nel 2015 sono stati esposti nella mostra del Victoria & Albert Museum di Londra.

LARRY FINK A PALAZZO DA MOSTO

Larry Fink, New York Magazine Party, New york City, October 1977 © Larry Fink

Larry Fink, New York Magazine Party, New york City, October 1977 © Larry Fink

Gli scatti di Larry Fink (New York, 1941) sono magici momenti di “intimità rubata”: calatosi nei contesti più disparati, il fotografo ha immortalato le proteste civili, i party esclusivi di Hollywood e dei grandi musei, la vita rurale e le palestre pugilistiche. I legami tra persone e persone, persone e immagini, saranno messi in risalto a Palazzo Da Mosto in una raccolta dal titolo Unbridled Curiosity: per questa mostra, realizzata appositamente per il festival emiliano, Fink ha selezionato, assieme al curatore Walter Guadagnini, oltre 90 scatti scelti dalla sua produzione a partire dagli anni Sessanta. Un percorso per immergersi nel tocco originalissimo e nello sguardo di questo grande fotografo americano.
Sempre a Palazzo Da Mosto, sarà ospitata la mostra Arabian Transfer di Michele Nastasi: un report attraverso sei città della Penisola Araba che stanno vivendo in un momento “transitorio” della propria storia: attraversate da cambiamenti urbanistici, demografici e sociali sono destinati a diventare nuove terre di approdo di uomini e culture.

VINCENZO CASTELLA ALLA SINAGOGA

Vincenzo Castella - # 01 Milano 2012 - 2012 - photo Michele Alberto Sereni

Vincenzo Castella – # 01 Milano 2012 – 2012 – photo Michele Alberto Sereni

È la natura a dominare l’esposizione di Vincenzo Castella (Napoli, 1952) alla Sinagoga di Reggio Emilia: Urban Screens è un display con fotografie di grande formato (di 180 x 226 cm) che avviluppano lo spettatore attraversando lo spazio. La natura addomesticata e allo stesso tempo selvaggia induce alla riflessione sul precario equilibrio tra l’essere umano e il suo ecosistema, oltre che sulla rappresentazione, sulle simbologie e sulle iconografie dello stesso. Un progetto in continuità con la produzione di Castella, da sempre coinvolto nella documentazione del reale: a distanza di 35 anni dall’operazione editoriale Viaggio in Italia, che realizzò grazie all’invito di Luigi Ghirri, prosegue la sua ricerca di un personale percorso narrativo.

IL GIAPPONE NEI CHIOSTRI DI SAN PIETRO

Pixy Liao, It's never been easy to carry you, 2013

Pixy Liao, It’s never been easy to carry you, 2013

A seguito di recenti lavori di restauro, i Chiostri di San Pietro tornano al centro dell’offerta artistica del Festival della Fotografia, diventando la sede del paese ospite di quest’anno: il Giappone. All’interno degli ampi spazi dei chiostri, si confronteranno sulla tematica dell’Estremo Oriente i lavori di artisti nipponici ed europei. Tra i primi, Kenta Cobayashi, guidato dal critico e curatore Francesco Zanot, esporrà manipolazioni digitali di immagini che vedono la fotografia diventare una sorta di “portale” che rimanda ad altre rappresentazioni; Holy onion, la serie di Motoyuki Daifu, è composta di 20 scatti che reiterano un unico atto banale, quello di sbucciare una cipolla, elevandolo a valore iconico; Ryuichi Ishikawa, stella nascente nell’ambito della fotografia giapponese, ritrae figure borderline, emblemi di storie legate al benessere e al sesso nella società e alla dittatura delle apparenze. Tra queste voci, emerge anche quella della cinese, nata e cresciuta a Shanghai, Pixy Liao, che tratta delle relazioni uomo e donna: tramite il suo progetto, Experimental Relationship ribalta davanti a una telecamera ruoli e posizioni di potere all’interno della coppia. Altrettante sperimentazioni si svolgono nelle opere degli artisti europei Justine Emard, Vittorio Mortarotti e Anush Hamzehian e Pierfrancesco Celada: il rapporto uomo-macchia, la megalopoli Tokyo-Nagoya-Osaka e l’indagine sull’isola di Yonaguni sono i focus sui quali si concentrano i lavori di questi fotografi alla scoperta del Giappone.

FRANCESCO JODICE NEI CHIOSTRI DI SAN PIETRO

Francesco Jodice, Rivoluzioni, film, HD, 20min circa, 2019, film still

Francesco Jodice, Rivoluzioni, film, HD, 20min circa, 2019, film still

Ancora in questa location, viene allestita la mostra del fotografo e film-maker Francesco Jodice (Napoli, 1967), che con Rivoluzioni sviluppa la commissione assegnatagli lo scorso anno dalla manifestazione emiliana, con il tema “Rivoluzioni. Ribellioni, cambiamenti, utopie”. Nel suo recente video, Jodice lavora sul concetto di circolarità della storia, e lo fa partendo da un fatto realmente accaduto: l’ultimo messaggio inviato in segreto nel 1989 dalla sonda cinese Kaiju 2 prima di scomparire all’interno di un buco nero. Basato su questo inquietante elemento cosmico al di là del quale ogni forma spazio-temporale cessa di esistere, il film gioca su un’ammaliante serie di rimandi tra fiction cinematografica e incredibile realtà.

EMERGENTI AI CHIOSTRI DI SAN DOMENICO

Fabrizio Albertini, Radici © Fabrizio Albertini

Fabrizio Albertini, Radici © Fabrizio Albertini

Fabrizio Albertini, Silvia Bigi, Emanuele Camerini, Marta Giaccone, Luca Marianaccio, Iacopo Pasqui e Jacopo Valentini sono i sette vincitori della call di Giovane Fotografia Italiana dedicata ai talenti under 35, che si ripete all’interno di Fotografia Europea per la settima volta. La mostra, Ropes/Corde, si collega esplicitamente al tema della mostra, LEGAMI. Intimità, relazioni, nuovi mondi. Nelle differenti declinazioni di significato date delle opere in mostra, le corde diventano simbolo di unione e strumento di salvezza, ma possono essere allo stesso tempo simbolo di ostacolo, impedimento e prigionia.

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Giulia Ronchi

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi è nata a Pesaro nel 1991. È laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Cattolica di Milano e in Visual Cultures e Pratiche curatoriali presso l’Accademia di Brera. È stata tra i fondatori del gruppo curatoriale OUT44, organizzando…

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