La fotografia come bene culturale. Intervista a Lorenza Bravetta

Il 15, il 16 e il 17 dicembre sono previste tre giornate di Passeggiate Fotografiche Romane. Cinque percorsi reali e metaforici, così vengono definiti, dal venerdì alla domenica, per scoprire il mondo della fotografia della Capitale. Il pubblico è chiamato a partecipare a mostre, incontri, visite guidate, archivi aperti, laboratori, performance, proiezioni e progetti inediti. Ne abbiamo parlato con Lorenza Bravetta, da gennaio 2017 Consigliere del Ministro Dario Franceschini per la valorizzazione del patrimonio fotografico nazionale presso il Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo.

In cosa consiste l’iniziativa delle Passeggiate Fotografiche Romane?
Su richiesta di numerosi operatori della scena fotografica romana, il MiBACT si è reso disponibile a dare un sostegno logistico e istituzionale alla promozione di questa manifestazione “spontanea” che non è un Festival, ma un palinsesto diffuso di eventi con l’obiettivo di mettere in rete le molteplici realtà che operano nel settore della fotografia in città, valorizzando le specificità di ognuna e avviando progettualità comuni, con l’auspicio che esse possano proseguire nel tempo.
L’evento ha trovato una sponda nel Comune di Roma tramite l’Assessorato alla Crescita culturale e ottenuto la partecipazione di diverse realtà private che hanno supportato l’iniziativa.

È piuttosto una sorta di censimento, per poi arrivare all’azione. Mi pare che questo sia il tuo metodo di lavoro.
Il metodo applicato a Passeggiate Fotografiche Romane è stato, in effetti, lo stesso che abbiamo attuato in questi mesi in tutti gli ambiti di intervento inerenti la fotografia: mappare l’esistente per definire politiche culturali aderenti alle reali esigenze di operatori e addetti ai lavori, nell’ottica di valorizzare ciò che è già presente e di intervenire con misure specifiche laddove necessario. La call, aperta a tutte le realtà romane attive nel campo della fotografia che desiderino segnalare le proprie attività nei giorni della manifestazione, è stata pubblicata online. Alle riunioni di definizione e coordinamento del progetto abbiamo invitato quanti più operatori siamo riusciti a coinvolgere nel breve tempo a disposizione grazie allo sforzo di tutti, attivando una rete di reti. Roma è stata suddivisa in cinque macro-aree, con la nomina di altrettanti referenti selezionati dagli stessi operatori tra fotografi, curatori, rappresentanti di associazioni culturali, musei e istituti, chiamati a individuare e coordinare le realtà presenti sui rispettivi territori, per la definizione di una serie di percorsi: passeggiate metaforiche o reali attraverso la città, per avvicinare un vasto pubblico alla fotografia attraverso mostre, incontri, visite guidate, performance e progetti inediti.

Eolo Perfido, essaouira street photography, B49 STUDIO

Eolo Perfido, essaouira street photography, B49 STUDIO

Con che cosa si parte?
Il programma si apre il 14 alle 19.00 con l’inaugurazione della mostra di Luigi Ghirri, Atlante, al MAXXI e si conclude domenica con la performance di video mapping Space of Photography a cura di D.O.O.R allo Spazio Factory del MACRO Testaccio, che rimarrà aperto fino alle 24.00. Da Villa Albani a San Lorenzo, dal Vittoriano al Ghetto, dal Pigneto a Torpignattara, da Valle Giulia al Palazzaccio, da Trastevere a San Paolo le tre giornate saranno costellate di attività e occasioni per conoscere i protagonisti della fotografia a Roma.

Potrebbe essere un modello che si applica ad altre città?
Assolutamente. Dopo questo numero zero analizzeremo insieme agli operatori i risultati e valuteremo l’opportunità di proseguire con un progetto più strutturato, proponendo eventualmente di estendere la manifestazione ad altre città e di creare sinergie con quelle che, come Milano, già promuovono iniziative analoghe. L’intento è dare vita a un meccanismo virtuoso per cui gli operatori, grandi e piccoli, pubblici e privati, istituzionali e non, sostenuti da un sistema attento, possano avviare scambi e collaborazioni a livello locale e nazionale.

In più occasioni hai parlato di memoria, identità e futuro.
“Memoria, identità, futuro” sono le parole chiave su cui si incentra il progetto di valorizzazione del patrimonio fotografico nazionale avviato dal Ministero nel gennaio 2017. La fotografia intesa come patrimonio storico, ma anche come linguaggio contemporaneo e strumento di comunicazione e d’inclusione.

Francesco Neri, At home, Faenza 2.04.2011, Spazio Cerere

Francesco Neri, At home, Faenza 2.04.2011, Spazio Cerere

È evidente che il lavoro che stai portando avanti è frutto di un metodo operativo rigoroso. Prima di tutto bisogna censire.
Come già detto, abbiamo ritenuto necessario partire dalla conoscenza e dalla comprensione dell’esistente per immaginare e attuare misure il più possibile aderenti alle reali esigenze del settore. Con le due prime giornate degli Stati generali della fotografia, indette dal Ministro a Roma e Reggio Emilia, rispettivamente nell’aprile e maggio scorsi, si è avviato un lungo percorso di analisi e di confronto con gli operatori, che ci ha portati in tutta Italia con gli incontri MiBACT per la fotografia: nuove strategie e nuovi sguardi sul territorio. In queste conferenze, organizzate su iniziativa di enti locali, pubblici e privati, si è parlato di conservazione e valorizzazione degli archivi, di committenze pubbliche, di musei, internazionalizzazione, collezionismo, mercato, di educazione all’immagine, alta formazione e di molto altro ancora. È stata data voce al mondo dell’associazionismo e a quello delle categorie professionali, riunite per la prima volta insieme a un tavolo. Per quanto non possa considerarsi un processo esaustivo, e ci auguriamo che sia solo l’inizio, l’apporto degli oltre quattrocento operatori italiani e stranieri che in questi mesi hanno partecipato attivamente al dibattito è stato una base preziosa su cui fondare la redazione del Piano strategico di sviluppo della fotografia che sarà presentato a breve.

A gennaio 2018 sarà un anno che lavori al fianco del Ministro Fanceschini. Che bilancio ne dai?
È stato un anno entusiasmante ed è volato. Ho apprezzato il confronto interno al Ministero e quello con gli operatori esterni. Ho avuto il privilegio di un contatto diretto e capillare con il territorio, dal nord al sud del Paese, dal quale è emersa una grande vivacità ed eterogeneità di attori, desiderosi di partecipare attivamente a un progetto comune di valorizzazione della fotografia in Italia e della fotografia italiana all’estero. Il nostro Paese presenta in questo ambito uno straordinario valore aggiunto, tanto sulla parte storica che sulla produzione contemporanea ed è giunto il momento di metterlo a sistema e renderlo noto. Se, anche attraverso il Piano strategico, riusciremo a dare un quadro di riferimento, creando economie di scala a livello territoriale e settoriale, sono certa che si apriranno nuove e importanti opportunità per la fotografia italiana a livello internazionale.

Porta Pinciana durante l'intervento di Christo, Il Museo del Louvre

Porta Pinciana durante l’intervento di Christo, Il Museo del Louvre

La cabina di regia è fatta dai direttori generali. Quanti sono?
Le Direzioni Generali coinvolte nella Cabina di regia per la fotografia sono sei. Tutte si occupano, a vario titolo, di fotografia e tutte hanno contribuito al progetto di valorizzazione del patrimonio fotografico voluto dal Ministro, che ha avuto il pregio di introdurre per la prima volta un approccio strutturato e organico al tema, anche e innanzitutto all’interno del Ministero.

Nell’ipotesi che questo quadro politico non venga confermato, c’è qualche possibilità che questo progetto continui?
Il Piano che presenteremo è quinquennale e, per essere attuato e implementato, necessita della partecipazione attiva del mondo politico e di tutti gli operatori del settore.

Angela Madesani
ha collaborato Carlotta Urban

www.beniculturali.it/pfr
www.fotografia.italia.it

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Angela Madesani

Angela Madesani

Storica dell’arte e curatrice indipendente, è autrice, fra le altre cose, del volume “Le icone fluttuanti. Storia del cinema d’artista e della videoarte in Italia”, di “Storia della fotografia” per i tipi di Bruno Mondadori e di “Le intelligenze dell’arte”…

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