Néstor e le sue figure androgine e sensuali in mostra a Madrid. Il video
Attivo tra Ottocento e Novecento, l’artista Néstor Martín-Fernández de la Torre – moto come Néstor – ha lasciato un segno nell’arte spagnola, pur restando dimenticato. A lui è ora dedicata una grande mostra al Museo Reina Sofia di Madrid. Ecco il filmato
Sfidando le convenzioni morali della sua epoca, Néstor Martín-Fernández de la Torre fu autore di un’arte spregiudicata e maliziosa che ammalia lo spettatore. Nella mostra Néstor Reencontrado in corso al Reina Sofia di Madrid fino all’8 settembre, un centinaio di sue opere ne ripercorrono la carriera.
Néstor Reencontrado: la mostra che riscopre un artista coraggioso
Guardando le figure umane dipinte da Néstor a catturare l’attenzione è l’ambiguità di genere, dovuta alla mescolanza tra elementi maschili e femminili. Questo lo rende fortemente moderno, considerando che ha realizzato le sue opere in un’epoca in cui le convenzioni sociali non ammettevano tale commistione. Pagò questa sua scelta con forti critiche e l’ostracismo da parte del sistema artistico.
Il corpus di oltre cento opere in mostra a Madrid, concorre a riscoprirne il grande lascito, significativo anche per l’attenzione che pose nel ritrarre la natura della sua Gran Canaria, isola in cui nacque e di cui si fece promotore della cultura e identità – lanciando il cosiddetto tipismo.
Lo stile artistico di Néstor
L’arte di Néstor non è ascrivibile a nessun genere in particolare: nei suoi dipinti e soggetti sono ravvisabili elementi di modernismo, simbolismo e surrealismo, senza mai abbracciare totalmente nessuna di queste correnti.
Gli studiosi affermano che l’artista grancanaro avesse uno stile tutto suo, capace di mescolare colori forti e cupi a figure sensuali e ambigue, insieme a elementi ispirati dalla natura dei suoi luoghi di provenienza, con simboli massonici ed esoterici.
Un artista scomparso prematuramente
Nato in una famiglia benestante, Néstor si dedicò sin da giovanissimo all’arte. Si formò dapprima a Barcellona, per poi trasferirsi a Madrid nel 1913: qui conobbe Valle-Inclán, Federico García Lorca e un Salvador Dalí che rimase affascinato dal suo stile. Viaggiò anche in Europa – tra Parigi, Bruxelles e Londra – e visitò alcune delle colonie spagnole in Africa, per poi stabilire il suo studio nel 1934 nell’isola della sua infanzia.
Solo 4 anni dopo, all’età di 51 anni, perse la vita per una malattia polmonare: a celebrarlo fu eretto a Gran Canaria un museo a lui dedicato, mentre il resto della Spagna lo dimenticò. La mostra madrilena intende ora proprio riscoprire e tornare a valorizzare l’arte di Néstor, che pervase anche architettura e teatro.
Roberta Pisa
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