A Milano c’è un van Gogh ospite speciale alla Pinacoteca Brera

Palazzo Citterio inaugura la nuova rassegna “L’Ospite” che si propone di portare a Milano i grandi capolavori dell’Arte Moderna. Il primo protagonista è van Gogh, con la sua enigmatica “Arlesiana”

Vincent van Gogh aveva la passione per i libri. Una verità sul grande maestro del Post-impressionismo che si ritrova nel nuovo appuntamento che lo vede protagonista a Milano. A un anno e mezzo di distanza dalla grande mostra tenutasi al MUDEC – van Gogh pittore colto – si rinnova l’attenzione sul lato meno noto del pittore, seppur così importante. Cultura, letteratura e libri in senso lato sono parte integrante dell’arte di van Gogh. Ne fanno da fondamento, da impulso vitale e, talvolta, persino da soggetti di scena. Come in questo caso, con l’Arlesiana del 1890 esposta temporaneamente a Palazzo Citterio, in occasione del primo episodio della nuova rassegna L’Ospite. Due volumi sono poggiati sul tavolo, accanto alla protagonista, suggerendone tratti allegorici altrimenti inespressi.

“L’Ospite”: la nuova rassegna di arte moderna e contemporanea alla Pinacoteca di Brera

Con van Gogh prende avvio il nuovo progetto voluto dal direttore Angelo Crespi che mira a dare vita nuova e continua alle sale di Palazzo Citterio. Non troppo distante dai dai Dialoghi introdotti da James Bradbourne – suo predecessore alla guida di Brera – L’Ospite porterà prestiti eccezionali a Milano, rafforzando e intessendo nuove collaborazioni con importanti Istituzioni (e non solo) in una logica di scambio. In questo caso si tratta della GNAMC, da cui proviene L’Arlesiana, che prospetta già anche altre future relazioni con l’istituto romano.

Vincent van Gogh, L'Arlesiana, Palazzo Citterio,Milano, 2025. Photo Cesare Maiocchi
Vincent van Gogh, L’Arlesiana, Palazzo Citterio,Milano, 2025. Photo Cesare Maiocchi

Van Gogh: pittore colto e di grande sensibilità emotiva

Se la sensibilità di van Gogh è piuttosto nota, meno lo è la devozione per i libri e per le grandi parole letterarie e poetiche lasciate da grandi autori nel corso dei secoli. “Ho una passione più o meno irresistibile per i libri e ho il bisogno di istruirmi continuamente, [….] come ho bisogno di mangiare il mio pezzo di pane”. Così diceva il pittore, nutrito fin da piccolo – in famiglia passavano le serate dopo cena a leggere ad alta voce – di scritti importanti, che spaziano dai testi sacri, ai componimenti shakespeariani, ai romanzi veristi di Émile Zola. Durante i suoi spostamenti, i libri lo accompagnano e illuminano le sue giornate, consolandolo nei periodi di crisi e fornendogli modelli di vita e di pensiero. Inevitabilmente, questa cultura così vasta ha delle ricadute anche sulla sua pittura. Ne influenza i temi e i soggetti – si pensi, ad esempio, al seminatore direttamente ripreso dalla Parabola omonima del Vangelo – quanto anche le scelte iconografiche con cui completare le composizioni. I volumi rilegati, con tanto di titoli leggibili, sono spesso co-protagonisti di ritratti e nature morte.

Vincent van Gogh, L'Arlesiana, 1988. Photo via Wikipedia
Vincent van Gogh, L’Arlesiana, 1988. Photo via Wikipedia

L’Arlesiana in mostra a Palazzo Citterio 

È così anche per l’Arlesiana, che appare sulla tela in compagnia di due libri. L’opera, realizzata durante il periodo di ricovero nella casa di cura di Saint Rémy, materializza i ricordi di qualche anno prima, quando van Gogh viveva ad Arles, assieme all’amico Gaugin. La protagonista è infatti Madame Ginoux: moglie del proprietario del caffè della Gare di Arles, dove il pittore trascorreva spesso le serate. Il legame con lei era però più profondo di un semplice contatto commerciale; pare che la donna gli si dimostrò vicina, materna a seguito della crisi che lo aveva portato a tagliarsi un orecchio preso dallo sconforto.
Sono diverse le versioni del ritratto giunte a noi; questa, in particolare, ha colori e forme espressive più libere e fantasiose. Tutte, in realtà, furono dipinte in assenza del modello fisico davanti, bensì sulla base di alcuni studi fatti da Gaugin, che realizzò proprio un’opera che la immortalava. La chiave interpretativa, che rende Madame Ginoux simbolo di malinconia e materno conforto, sono i libri. Scorrendo il dorso dei due, si colgono i rispettivi titoli: la Capanna dello Zio Tom di Harriet Beecher Stowe e i Racconti di Dickens. Allegorie di una letteratura realista, ricca di insegnamenti con cui saper affrontare anche i momenti più difficili della vita, nei quali – malgrado le sofferenze – non bisogna disperare mai. Un messaggio che van Gogh consegna oggi al pubblico, come lo fece per se stesso ai tempi, preso dai tormenti che lo condussero a tagliarsi l’orecchio.

Emma Sedini

Libri consigliati:


 
(Grazie all’affiliazione Amazon riconosce una piccola percentuale ad Artribune sui vostri acquisti) 

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Emma Sedini

Emma Sedini

Etrusca e milanese d'origine in parti uguali, vive e lavora tra Milano e Perugia. È laureata in economia e management per arte, cultura e comunicazione all'Università Bocconi, e lì frequenta tutt'ora il MS in Art Management. Nel frattempo, lavora in…

Scopri di più