Il sacro e l’arte contemporanea. Gli arazzi firmati da artisti internazionali in una chiesa alle porte di Milano

Le opere create per gli 800 anni del Duomo di Cosenza da 16 grandi nomi della scena internazionale vanno nella chiesa di Santa Barbara a Metanopoli. La città del metano voluta 70 anni fa da Enrico Mattei a San Donato Milanese

Metanopoli è la città del metano voluta da Enrico Mattei per i lavoratori di Eni, l’ente nazionale idrocarburi. È in questo quartiere Anni ‘50 di San Donato Milanese, alle porte di Milano, che per un anno intero si celebra un importante connubio: quello tra religione e arte contemporanea. Fino al 31 dicembre 2026 la mostra Trame Sacre a Santa Barbara, curata da Giacinto Di Pietrantonio, espone, infatti, 16 grandi arazzi d’arte contemporanea nel matroneo della Chiesa di Santa Barbara che festeggia quest’anno il 70° anniversario dalla fondazione. 

La storia della Chiesa di Santa Barbara a Metanopoli

Progettata da Mario Bacciocchi su impulso dello stesso Mattei, la chiesa di Santa Barbara a Metanopoli è considerata una delle realizzazioni più significative dell’architettura sacra del Novecento italiano, con la sua navata unica e la facciata essenziale: è il cuore stesso della “città ideale” pensata per accogliere gli impiegati e gli operai dell’Eni e le loro famiglie. A rendere l’edificio così particolare è anche il suo eccezionale corredo artistico, frutto del coinvolgimento di importanti protagonisti dell’arte italiana del secondo dopoguerra — tra cui Andrea e Pietro Cascella, Pericle Fazzini, Arnaldo e Giò Pomodoro, Bruno Cassinari, Fiorenzo Tomea e Franco Gentilini — che hanno lasciato opere integrate nell’architettura, in un dialogo continuo tra spazio sacro e arte contemporanea. La chiesa è stata anche restaurata negli ultimi anni, insieme alle sue opere d’arte.

La mostra “Trame Sacre a Santa Barbara”: un unicum tra religione e arte contemporanea

È in questo contesto che si inserisce la mostra di arazzi contemporanei, a tema religioso, biblico ed evangelico nel matroneo di Santa Barbara: provengono dalla Cattedrale di Cosenza, dove sono stati esposti per la prima volta nell’ottobre 2022 come parte delle celebrazioni, a loro volta, degli 800 anni della sua dedicazione. L’idea progettuale è la stessa di allora: nasce dalla Fondazione Riccardo Misasi Ereditare la Terra che ne ha curato gli aspetti organizzativi, accompagnando la direzione artistica e quella artigianale. “Tale operazione”, spiegava ai tempi dell’esposizione in Calabria il curatore Giacinto Di Pietrantonio, “costituisce un unicum nella storia della relazione tra religione e arte contemporanea. Essa va pure letta come risposta al messaggio rivolto agli artisti da Paolo VI in chiusura del Concilio Vaticano II° dell’8 dicembre del 1965 nel quale il Papa invitava gli artisti a tornare a dialogare con la Chiesa come era stato per millenni. Ciò dimostra che l’arte in quanto sempre contemporanea può e deve tornare a lavorare e a dialogare nei luoghi sacri.

La mostra “Trame Sacre a Santa Barbara”: le 16 opere

La mostra Trame Sacre a Santa Barbara ripresenta, quindi, a San Donato Milanese i 16 grandi arazzi realizzati da altrettanti artisti internazionali per la cattedrale di Cosenza che hanno liberamente interpretato i temi religiosi con la loro creatività: Stefano Arienti con L’Ultima Cena, Vanessa Beecroft con Gesù che purifica il tempio, Mariella Bettineschi con La Visita di Maria a Elisabetta, Michele Ciacciofera con Davide che trasporta l’arca dell’alleanza, Jan Fabre con Gesù guarisce 10 lebbrosi durante il viaggio verso Gerusalemme, Giuseppe Gallo con La guarigione di Naaman il Siro, Goldschmied & Chiari con Il sacrificio di Melchisedek, Debora Hirsch con La preghiera di consacrazione del tempio di Salomone, Ugo La Pietra con La Costruzione della Cattedrale, Maurizio Orrico con La consegna della Stauroteca, Alfredo Pirri  con La consacrazione della Cattedrale, Michelangelo Pistoletto con La gloria del Paradiso Terzo Paradiso, Luigi Presicce con La profezia di Natan al Re Davide, Giuseppe Stampone con L’Assunzione della Beata vergine Maria, Grazia Toderi con Il miracolo della peste e Vedovamazzei con L’Annunciazione.

Stefano Arienti ricorda l’arazzo disegnato per il Duomo di Cosenza

Ho dato un titolo all’arazzo che ho disegnato per Cosenza: ‘Ultima cena nel duomo di Cosenza (da Girolamo Romanino)’”, ricorda Stefano Arienti. “Nella mia opera gli apostoli si stringono attorno a Gesù per l’ultima cena, ma la cena si svolge in un altissimo spazio architettonico che ha il soffitto del Duomo di Cosenza come compare in una vecchissima fotografia scattata prima dei restauri degli ultimi decenni. Nel mio disegno la scena ricalca quella dipinta da Romanino per il Duomo di Montichiari, nel suo caso sotto una elegante volta a botte, nel mio caso sotto le volte barocche, allungate da me per diventare quasi gotiche. Infine c’è anche un gioco grafico, con l’uso della retinatura, che vorrebbe muovere i decori architettonici e ravvivare i gesti”. La mostra è solo uno dei tasselli di un anno ricco di eventi che consisteranno in una serie di iniziative, come conferenze con gli artisti coinvolti.

Claudia Giraud

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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