La mostra dell’artista Armin Linke a Firenze è un lavoro sulla vitalità degli archivi

Archivi, musei e collezioni entrano in dialogo con la fotografia contemporanea: una mostra che riflette sulla sedimentazione storico-patrimoniale di Firenze attraverso la materialità del sapere, tra cambiamenti e risignificazioni

Negli spazi di Palazzo Grifoni Budini Gattai, sede del Kunsthistorisches Institut in FlorenzMax-Planck-Institut, inaugura Armin Linke: The City as Archive. Florence. Un progetto che invita a esplorare la città come archivio vivente, oltre i percorsi turistici tradizionali. La mostra unisce gli scatti contemporanei dell’artista e regista (Milano, 1966) alle immagini storiche e documentarie della Fototeca. Curata da Hannah Baader e Costanza Caraffa, l’esposizione invita a riflettere anche sull’importanza della fotografia quale strumento multifunzionale di documentazione, d’arte, di indagine e di confronto tra epoche diverse.

Percorsi di esplorazione e conoscenza al Max Planck Institut di Firenze

L’esposizione conduce il visitatore attraverso luoghi in cui scienza, arte e memoria convergono senza soluzione di continuità. Oggetti, documenti, reperti scientifici e materiali di pratiche di conservazione sono agenti narrativi, in quanto soggetti stessi di trasferimenti fisici, di forme di cooperazione culturale con altri Paesi – in primis la Germania -, di distruzioni e di costanti riletture. La città – suggerisce il progetto – non è fatta solo di monumenti, ma di istituzioni che producono e amministrano sapere, di persone che ordinano, restaurano, catalogano, archiviano. In questa dimensione operativa, spesso invisibile, Firenze rivela la sua vitalità contemporanea, divenendo “non sono solo il contesto della mostra, ma la sua materia viva”. Il progetto si sviluppa in ventitré capitoli, percorrendo archivi, musei e collezioni specialistiche, quali terreni di ricerca in grado di raccontare Firenze come laboratorio di conoscenza.

Armin Linke. The City as Archive, installation view, Kunsthistorisches Institut, Firenze, 2025. Photo: Bärbel Reinhard. Courtesy: KHI-MPI
Armin Linke. The City as Archive, installation view, Kunsthistorisches Institut, Firenze, 2025. Photo: Bärbel Reinhard. Courtesy: KHI-MPI

Le fotografie di Armin Linke in mostra a Firenze

L’obiettivo della camera di Linke si è sapientemente soffermato su elementi di un ecosistema storicoculturale stratificato, muovendosi dall’Archivio di Stato all’Istituto Geografico Militare, dall’Erbario Centrale al Museo Galileo, da La Specola all’Opificio delle Pietre Dure, dall’Opera di Santa Croce al Museo Archeologico Nazionale, dagli Archivi Storici dell’Unione Europea all’Istituto Agronomico per l’Oltremare fino all’Archivio Gucci, all’Osservatorio di Arcetri e alla Fondazione Alinari, presentati con fotografie dell’alluvione e delle distruzioni belliche. L’allestimento stesso diventa parte della conversazione: gli scaffali vuoti dell’ex Fototeca sono segni tangibili di cambiamento e un monito sulla natura processuale dell’archivio, più vicino a un organismo vivente che a un deposito statico. La loro funzione, oggi, è un’assenza produttiva.

Il paesaggio concettuale di Armin Linke a Palazzo Grifoni Buttini Gattai

L’itinerario affronta un discorso più ampio sull’archiviazione, come afferma Linke: “Mi interessava osservare le forme di materialità e di riproduzione dell’informazione culturale: display, installazioni, oggetti, documenti, grafici, metadati, ma anche i gesti e i metodi di ordinamento, come una coreografia dell’accumulazione e della sua storia materiale. La fotografia, in questo progetto, non è un punto d’arrivo ma un punto di partenza per un dialogo”. Dunque, i luoghi non sono contenitori, ma depositari di pratiche, ovvero, il riflesso di scelte valoriali e politiche per la produzione, conservazione e trasmissione del patrimonio culturale. Infine, attraverso l’ibridazione tra materiali storici e fotografie contemporanee, la mostra sfugge dal risultare un vuoto reliquiario estetico. Invece, genera una costellazione visiva che restituisce alla città il suo tessuto complesso di relazioni, smontando con sottigliezza la narrazione di un’icona cristallizzata nel suo splendore rinascimentale.

Le opere collaterali nel percorso espositivo di Armin Linke

In occasione della XVIII edizione di Lo schermo dell’arte, la mostra presenta anche un’opera video: uno storyboard animato e multimediale, accompagnato da field recordings intrecciati a una composizione sonora di Giuseppe Ielasi. Allo stesso modo, i materiali prodotti in cinque anni di ricerca sono stati raccolti, assieme ai testi curatoriali, nel volume The City as Archive, uscito a dicembre per la casa editrice Viaindustriae. Testo in cui viene quindi restituito un atlante visivo del capoluogo, quale spazio di sedimentazione e trasformazione della conoscenza.

Elisa Perissinotti

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