L’artista Fulvio Morella porta a Verona un viaggio sensoriale tra interiorità e accessibilità

Dal forno nasce la poesia: in occasione di ArtVerona Palazzo Castellani ospita l’intervento di Morella in collaborazione con Cramum e Gaggenau

Non è solo il profumo del pane che lievita o il calore che si sprigiona da un forno ad attirare l’attenzione: è l’universo simbolico e intimo che può nascere da uno sguardo attento e consapevole. È proprio da questo gesto quotidiano che prende forma InOltre, la nuova mostra di Fulvio Morella, presentata a Palazzo Castellani (sede di Italy Sotheby’s International Realty) il 10 e l’11 ottobre 2025, in occasione di ArtVerona. Un progetto promosso da Cramum in collaborazione con Gaggenau, che trasforma il design e la tecnologia in strumenti di narrazione artistica.

L’artista Fulvio Morella per Cramum e Gaggenau a Verona

Al centro dell’intervento il nuovo forno Expressive, non solo oggetto funzionale ma vera e propria cornice di un’opera d’arte: Occhio, creazione inedita di Morella. Inserita all’interno del forno, l’opera è un invito a “guardare oltre”, concetto chiave che attraversa tutta la mostra, esplorando gli spazi nascosti della percezione e dell’interiorità. Qui l’artista dialoga con le teorie di Carl Jung, ricamando un cielo notturno in cui lo sguardo diventa ricerca e introspezione.

L’opera di Fulvio Morella nelle parole del curatore Sabino Maria Frassà

InOltre non è soltanto il titolo della mostra, ma un invito a superare i confini del visibile e inoltrarsi nella dimensione interiore, dove arte, simbolo e pensiero si intrecciano in un’esperienza sensoriale e trasformativa. Fulvio Morella crea un percorso immersivo in cui il suo Braille stellato trasforma il linguaggio della disabilità in uno strumento poetico e narrativo. Il pensiero del Bauhaus è il perno concettuale, perché, come scriveva Paul Klee, – l’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è – seguendo questa visione, Morella fonde estetica, funzione e accessibilità in opere che non illustrano il mondo ma lo rivelano”, spiega il curatore Sabino Maria Frassà.

Le parole dell’artista

Per toccare il cielo con un dito dobbiamo prima smettere di aver paura di guardare, conoscere e comprendere l’infinito che ciascuno di noi custodisce”, conclude Morella.

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Redazione

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