L’artista Matteo Fato invade la sua Pescara con una grande mostra diffusa

Un progetto diffuso tra spazi pubblici e luoghi della memoria riaccende il legame tra arte contemporanea e città. Con omaggi a Flaiano, De Dominicis, Manzo, Ciampi e Summa, Matteo Fato racconta Pescara come non l’abbiamo mai vista

 
Ha tutte le carte in regola per essere un artista”, cantava Piero Ciampi con malinconia e ironia. A Pescara, una nuova versione incisa su 45 giri – reinterpretata da Matteo Fato (Pescara, 1979) con il curatore Simone Ciglia – diventa il paesaggio sonoro di un progetto espositivo diffuso tra spazi pubblici e privati, che riflette sul crescente disinteresse verso l’arte contemporanea. Tutta la mostra si articola come una riscrittura della geografia emotiva del luogo: “Questa idea nasce da un dialogo con l’imprenditore e mecenate Ottorino La Rocca sul valore di una città che ha vissuto stagioni straordinarie per l’arte, spesso dimenticate”, racconta Fato durante l’inaugurazione dell’iniziativa, ideata in sinergia con Simone Ciglia e promossa dalla Fondazione La Rocca.

La mostra alla Fondazione La Rocca 

Punto di partenza del progetto è proprio la sede della Fondazione La Rocca, dove si concentra una selezione antologica di opere, tra inediti e lavori già noti. Nella prima sala, alcune parole illuminate al neon scandiscono la sequenza dei dipinti: La natura chiede alla pittura di non dimenticarla. La frase, che sintetizza lo spirito dell’intero intervento, trova un ideale proseguimento nella lectio di Gianni Garrera, tenuta presso lo Spazio Matta: un’analisi che esplora la crisi dell’arte moderna come distacco dalla natura, denunciando la rinuncia alla sua rappresentazione come un gesto di abbandono e complicità nella sua distruzione. Attraverso il Project Space – spazio di nuova acquisizione della Fondazione, ricavato da un’ex rimessa per pescatori – l’artista restituisce al pubblico l’intimità del processo creativo.

Matteo Fato, L’albero reale e l’albero dipinto si sostengono a vicenda , 2015 : 2025 - Foto Michele Alberto Sereni - Courtesy dell’artista; Fondazione La Rocca, Pescara
Matteo Fato, L’albero reale e l’albero dipinto si sostengono a vicenda , 2015 : 2025 – Foto Michele Alberto Sereni – Courtesy dell’artista; Fondazione La Rocca, Pescara

L’omaggio a Ennio Flaiano

 L’itinerario si snoda in una costellazione di omaggi simbolici, a partire dal titolo della mostra, che intreccia due citazioni di Ennio Flaiano: “Leggere è niente, il difficile è dimenticare ciò che si è letto” e “sono nato a Pescara per caso”. Da un lato, il segno indelebile lasciato dal sapere; dall’altro, l’ironia del destino che decide chi siamo e da dove veniamo. Il blu è il colore che unifica tutto il lavoro: dalle pareti del Museo delle Genti alla Project Room adiacente alla Fondazione, fino al disco in vinile. Un tributo a Flaiano e alla sua Autobiografia del blu di Prussia. Nella poetica di Flaiano, infatti, il blu riflette la complessità della condizione umana. A sottolinearne ancora una volta l’influenza su tutto il lavoro è la scritta al neon collocata sulla facciata della sua casa natale.

Matteo Fato tra confronti, omaggi, riscritture 

Con una fotografia aggiornata della città, Fato rievoca, inoltre, la cartolina che Gino De Dominicis usò nel 1975 per la mostra Quando non si parla più di immortalità del corpo (ingresso riservato agli animali) alla Galleria De Domizio. All’edicola dismessa di Cesare Manzo, invece, riattiva per un istante lo spirito di Fuori Uso, storico progetto che fece della città un crocevia dell’arte. Qui, a chi pronuncia il nome del gallerista viene donato un poster in edizione limitata. 

Un ritratto urbano di Pescara

Una vela itinerante sul fiume Pescara collega idealmente i diversi luoghi: insieme alle affissioni pubbliche e alle installazioni sul territorio, ogni sede restituisce il frammento di un ritratto sfaccettato della città. Per l’artista, l’arte contemporanea non dovrebbe essere riservata a pochi. È proprio da questa convinzione che nasce l’esigenza di uscire dallo spazio chiuso dell’esposizione tradizionale per incontrare le persone in luoghi inattesi.

Matteo Fato, Il difficile è dimenticare ciò che si è visto per casa (Ritratto di Pescara per caso), 2025 - Foto Michele Alberto Sereni - Courtesy dell’artista; Fondazione La Rocca, Pescara
Matteo Fato, Il difficile è dimenticare ciò che si è visto per casa (Ritratto di Pescara per caso), 2025 – Foto Michele Alberto Sereni – Courtesy dell’artista; Fondazione La Rocca, Pescara

Dialoghi con il passato: Il Museo Dell’Ottocento

Nelle sale del Museo dell’Ottocento, Fato presenta un ciclo di d’après ispirati a Cammarano, Mancini, Michetti, Rossano e Trouillebert, che riflettono su generi classici come nudo, natura morta e autoritratto. Inseriti all’interno del percorso espositivo del museo attraverso l’uso delle casse da trasporto, le opere di Fato appaiono come provenienti dai depositi, in un gesto che mette in discussione l’idea stessa di esposizione. “Portare le mie opere qui è stato un pretesto per riaccendere l’attenzione verso questo straordinario museo”, spiega l’artista.

Luoghi e Memorie: Il Museo delle Genti d’Abruzzo

Al Museo delle Genti d’Abruzzo, Fato attiva un dialogo tra arte e cultura materiale, mettendosi volutamente in difficoltà in un contesto complesso. Dopo numerosi sopralluoghi, ha colto nel museo antropologico una sfida stimolante, presentando opere di epoche diverse accanto a interventi site-specific, come uno straccio nella sala degli arazzi, simbolo ricorrente della sua pratica.

L’alluvione del 2019

Per la sola giornata dell’inaugurazione, lo spazio zerozerosullivellodelmare ha accolto l’idea di mostrare per la prima volta le opere danneggiate durante l’alluvione avvenuta nello studio dell’artista nel 2019. I lavori erano stati recuperati dall’artista e conservati dentro ad apposite casse, per consentirne un deterioramento controllato. Esporli ora, allineati lungo l’orizzonte dell’acqua, assume per l’artista il valore di un atto di guarigione, reso possibile anche dallo sguardo di chi osserva.

Un museo espanso

La mostra continua per le strade, con una serie di manifesti affissi in diversi punti della città: immagini d’artista offerte allo sguardo dei passanti. Al porto canale, un cavalletto in pietra della Maiella diventa monumento alla pittura e omaggio alla performance Un arcobaleno dipinto sul mare di Franco Summa. L’opera, recentemente vandalizzata, richiamava l’installazione permanente di Arteparco ed era stata collocata in un luogo simbolico per l’artista. Proprio qui, infatti, è stata realizzata la foto-tableau vivant del manifesto ispirato a La pesca delle telline di Francesco Paolo Michetti, simbolo del tempo perduto e della memoria della città.

Restare è un gesto politico. Le parole di Matteo Fato

Nel corso della nostra conversazione, Fato chiarisce il senso del progetto: “Voglio invitare i giovani artisti di Pescara a investire nel proprio territorio. Viaggiare è importante, ma restare non significa fallire. Pescara, con la sua storia artistica degli Anni Ottanta e Novanta, è un territorio fertile. Questo progetto vuole riaccendere un passato che non ho vissuto, ma che desidero far rinascere. Ho scelto di restare perché, come canta Piero Ciampi, questa città ‘ha tutte le carte in regola’ per essere un museo”.

Donatella Giordano

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Donatella Giordano

Donatella Giordano

Nata in Sicilia, vive a Roma dal 2001. Ha studiato presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, dove nel 2006 ha conseguito il diploma di laurea con una tesi che approfondiva la nascita dei primi happening e delle azioni performative…

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