Tra arte contemporanea, archeologia e rigenerazione urbana: una nuova opera di Edoardo Tresoldi a Bari
Sarà visibile anche dal mare la monumentale opera di Edoardo Tresoldi, in fase di costruzione nell’area archeologica di San Pietro a Bari Vecchia

L’artista lombardo ha presentato nell’antico sito di San Pietro a Bari vecchia – luogo simbolico caro alla comunità barese ed emblema di una storia dalle radici millenarie risalenti all’Età del Bronzo – la prima porzione dell’installazione ambientale che sarà alta 30 metri e interamente creata con reti metalliche. Il modello in scala dell’opera, invece, è stato presentato dallo scultore nell’ex chiesa di San Francesco della Scarpa, insieme a Maria Piccarreta, architetto e segretario regionale del MiC Puglia e al Sindaco di Bari Vito Leccese.
Presentata l’opera di Edoardo Tresoldi a Bari
Già noto sulla scena internazionale per la creazione, nel 2016, dell’opera di ricostruzione della Basilica paleocristiana di Santa Maria Maggiore a Siponto, Edoardo Tresoldi ha vinto il bando pubblico internazionale del Segretariato Regionale finanziato con fondi europei del valore di due milioni di euro. Da quattro anni ha lavorato a questo ambizioso progetto di rigenerazione urbana voluto dal MiC, analizzando tutti gli studi archeologici sull’area e confrontandosi attivamente con la comunità locale per riscoprirne il valore simbolico nell’immaginario collettivo. L’imponente installazione, infatti, è finalizzata a restituire ai baresi, attraverso l’arte contemporanea unita alla ricerca archeologica, una parte fondamentale della loro identità, un luogo per troppo tempo negato ai cittadini, lasciato nelle mani della malavita locale.

La storia del sito archeologico di San Pietro
Il sito archeologico di San Pietro, infatti, ha una storia complessa e travagliata. Nell’Alto Medioevo, infatti, vi sorgeva un luogo di culto, costituito dalla chiesa di San Pietro risalente al XII Secolo e dal convento francescano costruito nel XV secolo. Nel Seicento il complesso monumentale è stato ulteriormente trasformato per diventare, in epoca napoleonica, un edificio civile, prima un liceo e poi un ospedale distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale con l’esplosione della nave Anderson. Nel 1969 anche i resti dell’ospedale vennero demoliti, generando un “vuoto urbano”, una zona off-limits divenuta area archeologica negli anni Ottanta.
Edoardo Tresoldi: “Sono partito da quello che è stata l’area di San Pietro negli ultimi mille anni”
Come chiarisce Maria Piccarreta, entusiasta per il lavoro svolto finora: “L’area di San Pietro ha una storia complessa, travagliata, però di fatto è il cuore pulsante della città. Quindi è giusto e doveroso lavorare perché i baresi se ne riapproprino e che lo vivano come luogo e non come ricordo”. L’opera di Tresoldi è, dunque, un’opera stratificata, che mira a ricreare la storia del sito di San Pietro rievocando i diversi edifici di culto che sono stati costruiti nel corso dei secoli. “Sono partito dalla ricerca storica e scientifica di quello che è stata l’area di San Pietro negli ultimi mille anni – spiega Edoardo Tresoldi– un sito che affonda le sue radici fino alla nascita di Bari, ricco di stratificazioni. Abbiamo preso solo una piccola fetta di questi mille anni per capire cosa è passato di qui”. “L’opera – conclude l’artista – cerca di cogliere la fotografia di questo processo. È una foto temporale in cui gli edifici come una matrioska si incastrano l’uno dentro l’altro per raccontare la storia della città. È un grande puzzle con il quale anche noi cerchiamo di rispondere alla domanda millenaria sul senso del sacro che ha abitato qui”.
Cecilia Pavone
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