I diorami performativi del grande artista William Kentridge arrivano alla Fondazione Carla Fendi di Spoleto
La fondazione presieduta da Maria Teresa Venturini Fendi e i Mahler & LeWitt Studios ospiteranno, durante il prossimo Festival dei Due Mondi, la mostra legata al centro sperimentale dell’artista sudafricano

Prosegue all’insegna di William Kentridge il legame che unisce da quasi 20 anni il Festival dei Due Mondi di Spoleto e Fondazione Carla Fendi. L’artista sudafricano, oltre a firmare il manifesto della 68esima edizione dell’importante kermesse di teatro, danza, musica e arte, è protagonista di un altro progetto culturale che include una mostra, un programma di residenze ed eventi connessi (tra cui una sua lecture).
La Fondazione presieduta da Maria Teresa Venturini Fendi e i Mahler & LeWitt Studios curati da Guy Robertson ospiteranno nella città umbra, dal 28 giugno al 27 luglio, la mostra Unhappen Unhappen Unhappen – Pepper’s Ghost Dioramas. Questo progetto è legato al gruppo The Centre For The Less Good Idea, creato da Kentridge alcuni anni fa a Johannesburg e ispirato al principio secondo cui anche l’“idea meno buona” può dare origine a opere di valore.
La mostra legata a “The Centre For The Less Good Idea” di Kentridge
“Unhappen era una delle tante espressioni – undo, unsay, unremember, unhappen (che in italiano potremmo rendere con parole come disfare, disdire, o parimenti inesistenti come disricordare, disaccadere) – legate all’idea utopica dell’inversione del tempo, che emerge quando si riavvolge un film”, spiega Kentridge. “Unhappen era, ovviamente, ironico, perché una volta che qualcosa è accaduto, non si può far sì che non sia accaduto. È l’espressione di un desiderio: quello che il mondo sia diverso. Che cosa avverrebbe se quanto accaduto potesse essere annullato? Se potessimo riavvolgere il film e riportare il mondo allo stato originario?”. Trainata da questa idea di fondo, che sottintende il desiderio di cancellare un passato doloroso come il trauma dell’apartheid o il colonialismo, la mostra Unhappen Unhappen Unhappen – Pepper’s Ghost Dioramas presenta presso l’Ex-Battistero della Manna d’Oro quattro storie, realizzate da Anathi Conjwa, lo stesso Kentridge, Micca Manganye e Sabine Theunissen. Storie difficili, che gli artisti costruiscono e decostruiscono giocando con la memoria, e che presentano sotto forma di diorama in uno spazio miniaturizzato che diventa performativo grazie a Pepper’s Ghost, una tecnica vittoriana di illusione teatrale utilizzata da Kentridge e dal Centro, secondo il loro peculiare modus creativo.
La tecnica del Pepper’s Ghost spiegata da William Kentridge
“Quando ero studente, circa 50 anni fa”, continua Kentridge, “avevo letto Vladimir Mayakovsky e ne ero rimasto affascinato. La tecnica del Pepper’s Ghost permette di portare in scena quei personaggi fantastici presenti in un’opera come quella di Mayakovsky, in un modo che sarebbe molto difficile da realizzare in scala reale, con un attore che, per esempio, è solo un paio di pantaloni, o una donna che è soltanto una grande lacrima. Ora possiamo farlo usando pupazzi e disegni, realizzando alla fine una versione possibile di quest’opera impossibile di Mayakovsky. È un processo di ricerca attraverso il quale trovare testi in cui le tecniche del Pepper’s Ghost possano essere utilizzate sia su grande scala, in palcoscenico, sia nella forma miniaturizzata del diorama”.

Gli interventi di William Kentridge a Spoleto
A Spoleto, Kentridge sarà protagonista anche di un’altra mostra negli spazi del Piano Nobile di Palazzo Collicola: Pensieri fuggitivi, a cura di Saverio Verini, è un’ampia selezione di oltre cinquanta opere realizzate dall’artista negli ultimi venticinque anni. Disegni, video, sculture, stampe e taccuini compongono un percorso che riflette la profondità e l’evoluzione del linguaggio visivo di uno degli artisti più autorevoli della scena contemporanea internazionale. E ancora lo spettacolo teatrale The Great Yes, The Great No al Teatro Nuovo il 12 e 13 luglio e la lecture da lui tenuta al Teatro Caio Melisso Carla Fendi il 9 luglio, intitolata appunto Finding The Less Good Idea, dove esporrà le connessioni tematiche e metodologiche tra il suo lavoro teatrale e il lavoro di The Centre for the Less Good Idea.

Il commento della Presidente della Fondazione Carla Fendi
“Non credevo che nello spazio miniaturizzato di un diorama, una ‘scatola’ con un lato aperto alla visione dello spettatore, fosse possibile racchiudere così tanti mondi”, conclude Maria Teresa Venturini Fendi, da anni attiva su diversi altri progetti in cui arte e scienza sono in connessione. “Kentridge e gli artisti di The Centre for the Less Good Idea danno vita a narrazioni connesse al presente e al passato, animate da suoni, voci, canti, immagini. Storie complicate e dolorose che spesso scaturiscono dai traumi dell’apartheid e del colonialismo, ma che hanno sempre un lato ludico e sorprendente che permette di andare oltre. È questa sinergia collettiva tra scrittori, ballerini, cineasti, artisti, musicisti di ogni parte del mondo, oltre alla ricchezza del valore artistico di Kentridge e di tutto il gruppo, ad avermi attirato verso questo progetto, perfettamente in linea con l’approccio multidisciplinare e sociale della Fondazione e a cui va un meritato riconoscimento”.
Claudia Giraud
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati