Tutte le mostre da vedere quest’estate 2025 al Castel Belasi di Trento
Dall'arte botanica ai ghiacciai, alla relazione tra uomo e natura: ecco i temi che animeranno gli spazi del maniero trentino durante la stagione estiva. Un programma espositivo che invita a riflettere sulle sfide del presente

Nato nel 2021 in un castello medievale sulle Alpi, ai piedi delle Dolomiti di Brenta in Val di Non (Trentino), il centro d’arte contemporanea Castel Belasi ha finora ospitato un cospicuo numero di mostre e di artisti, tra cui spiccano i nomi di Richard Long, Tiago Rocha Pitta, Gianni Motti e Gregor Hildebrandt.
Programmi espositivi che puntavano l’attenzione sul pensiero ecologico, come si evidenzia anche nelle tre nuove mostre che animeranno il centro diretto dall’artista Stefano Cagol (Trento, 1969) per la stagione estiva. Passando dall’arte botanica ai ghiacciai, al rapporto tra arte e natura, ecco tutte le mostre nel dettaglio.

La biodiversità nell’arte botanica in mostra a Castel Belasi di Trento
Si intitola Raccolti e racconti la mostra dedicata alla biodiversità, ospitata negli spazi del centro d’arte di Trento fino al 22 giugno. Con oltre 70 opere provenienti da tutta Italia, il progetto pone l’attenzione sulla grande varietà di piante alimentari e utili (come ai fini medicinali, tessili e/o da profumo) esistenti, in contrasto con le poche varietà attualmente utilizzate nella coltivazione a livello mondiale. L’esposizione è parte del progetto internazionale di Botanical Art Worldwide 2025, volto a celebrare la biodiversità nelle colture vegetali strettamente associate alla specie umana nel corso di migliaia di anni e dialoga con le mostre di oltre 30 Paesi in tutto il mondo, organizzate in contemporanea.

La sostenibilità ambientale in mostra al centro d’arte di Trento
Fino al 26 ottobre quattordici artisti daranno forma a Come Ghiaccio, la mostra che intende raccontare il concetto di tranquillità e sparizione, tra protezione, ribellione e speritualità, a cura del direttore del polo Stefano Cagol. Ospitato al piano superiore di Castel Belasi, le opere di AES+F, Almagul Menlibayeva, Caroline McManus, Eleonora Roaro, Emilio Perez, Gregor Hildebrandt, Khaled Ramadan, Indra Moroder Valecha, Ivínguak` Stork Høegh, Laura Pugno, Peter Aerschmann, Philip Samartzis, Pietro Capogrosso e Yitian Yan entrano in dialogo con i dipinti cinquecenteschi delle Metamorfosi di Ovidio e dell’antico mito di Perseo, simbolo della capacità di cambiamento consapevole.

Nella Project Room di Castel Belasi una mostra di artisti under 35
Sono Maria Giovanna Abbate, Giulia Broz, Elisa Cappellari, Florinda Ciucio, Michela De Nichilo, Stefano Ferrari, Arianna Marcolin, Camilla Prey e Roxane Erika Roehrig i protagonisti di Dall’Antropocene al Biocene, la mostra che riunisce le opere dei partecipanti alla masterclass under 35 realizzata nel 2024 al MUSE Museo delle Scienze di Trento, nell’ambito della piattaforma We Are the Flood.
Sculture, video e installazioni saranno visibili fino al 26 ottobre nell’antica Sala delle decime, dove oggi prende forma la Project Room di Castel Belasi.
Il rapporto tra umanità e ambiente in mostra al Castel Belasi di Trento
“La scelta di questi progetti espositivi, nasce dalla volontà di stimolare immaginazione e visione rispetto al rapporto fra umanità e ambiente, rispondendo alla mission dell’istituzione che dirigo”, racconta il direttore artistico Stefano Cagol. “Le mostre sono attraversate dal tema della sparizione, dei ghiacciai, della biodiversità e delle certezze, eppure sono pervase da un grande senso di proiezione verso il futuro. In un’epoca in cui convinzioni e certezze si stanno dissolvendo come neve al sole, lo sguardo anticipatore e sensibile delle arti contemporanee è sempre più prezioso per la società. Così, presenti sono le opere di artisti di generazioni differenti, celebrati e giovani, di culture che vanno da quella Inuit a quella del Kazakhistan, e provenienze da tutto il globo, dall’Australia agli USA, passando per la Cina, in un mosaico di punti di vista, arricchito dalla fruttuosa collaborazione con MUSE, nella convinzione della forza di uno sguardo esteso”.
Redazione
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati