Arte, spazio pubblico e memoria condivisa. La mostra del collettivo Museo Wunderkammer a Trento
Ospitato negli spazi delle Gallerie, il progetto espositivo ripercorre undici anni di attività del collettivo ideato da Luca Bertoldi e Giusi Campisi, attraverso azioni urbane, performance e installazioni

Nati come due tunnel stradali della tangenziale di Trento, Le Gallerie nascono nel 2008 nell’ambito di un progetto di riqualificazione del sobborgo di Piedicastello, ai piedi di Doss Trento. Vantando complessivamente 6mila mq di spazio espositivo, il polo è dedicato al racconto e alla rappresentazione della storia del Trentino, evolvendosi nella sua dimensione laboratoriale e sperimentale.
Caratteristiche che si sposano con la ricerca del collettivo Museo Wunderkammer, ideato nel 2014 da Luca Bertoldi e Giusi Campisi (con il coinvolgimento di un ampio gruppo di collaboratori), che attraverso azioni e iniziative propone una riflessione critica sulle rappresentazioni culturali e i rapporti di potere che le sostengono.
A ripercorrere undici anni di ricerca con azioni urbane, performance e installazioni è Wunderkammer City. A Urban Collection, la mostra ospitata alle Gallerie a partire dal 28 giugno (e visibile sino al 21 settembre), a cura di Marco Scotini e Andris Brinkmanis.





La mostra del collettivo Museo Wunderkammer alle Gallerie di Trento
La mostra prende forma attorno a tre filoni tematici: si parte dalle Cartografie dell’urbano (Eventi, immaginari e luoghi), con cui si esplora il rapporto tra arte e città, ponendo l’attenzione su come azioni partecipate e pratiche condivise abbiano contribuito a costruire un museo dal basso, alimentato dal coinvolgimento attivo dei cittadini. Questo processo ha dato vita a un archivio digitale di immaginari urbani (consultabile su museowunderkammer.it) che documenta la relazione tra abitanti e territorio. Successivamente, si passa alla sezione Wunderkammer (Mirabilia dell’ordinario), concentrandosi sulla riflessione critica sul museo come istituzione culturale, interrogando la sua funzione, la sua estetica e i meccanismi di potere che ne regolano la narrazione.
La mostra “Wunderkammer City”: attualizzare vicende marginali con i linguaggi delle arti contemporanee
Infine, il nucleo Archivio (Memorie rimosse e presenti inediti), propone un archivio della memoria sommersa della città di Trento, recuperando episodi dimenticati degli Anni ’70 attraverso installazioni, video e azioni artistiche. Un gesto che ha permesso di riportare alla luce vicende marginali (o rimosse), attualizzandole attraverso linguaggi contemporanei e atti simbolici che uniscono passato e presente.

Museo Wunderkammer: un progetto collettivo per interrogare il legame tra comunità, spazio urbano e istituzioni
“Museo Wunderkammer nasce a Trento nel 2014 come progetto collettivo, per interrogare la relazione tra spazio urbano, immaginari soggettivi e istituzioni culturali”, spiegano ad Artribune Luca Bertoldi e Giusi Campisi di MWK. “La prima azione pubblica, la Collezione di Immaginari Urbani, ha invitato abitanti e attraversatori a donare porzioni della città dotate di senso: luoghi significativi per uso, affezione o conoscenza. L’atto di donazione si è tradotto in uno sguardo che da personale diventa collettivo, generando un archivio aperto in cui si sovrappongono livelli di memoria, affettività e desiderio. Questo sguardo reinterpreta la Wunderkammer come un dispositivo urbano e discorsivo, che mette in tensione il carattere chiuso, espositivo e proprietario delle camere delle meraviglie storiche. Se nel XVI Secolo il collezionista ordinava il mondo accumulando oggetti rari ed esotici, MWK espone l’ordinario, il frammentario, ciò che è prossimo e vissuto: rovine, archivi minori, frammenti urbani. La città si rivela così come campo di forze, attraversato da tensioni tra pubblico e privato, individuale e collettivo, memoria e trasformazione. Ogni opera, ogni intervento site-specific agisce come un corto circuito in questo campo, rendendo visibile ciò che è stato escluso o rimosso”.
Valentina Muzi
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