“Dio e il nulla sono la stessa cosa”. Intervista al pittore Thierry De Cordier
La sua serie di dipinti “NADA”, in cui annulla il soggetto della Crocifissione, è attualmente in mostra alla Fondazione Prada di Milano. Abbiamo incontrato Thierry De Cordier per farci raccontare il suo rapporto con la pittura e con la religione

“Il mio primo dipinto nero (oggi distrutto) era il risultato di una sola intenzione: abolire l’immagine del Cristo in croce sebbene solo in maniera esemplificativa. Non ho mai pensato di realizzare un bel quadro. Il mio unico obiettivo era annientare, dal punto di vista simbolico, un’iconografia cristiana dalle radici profonde. In quel momento volevo solo questo. Un giorno, mentre ero immerso nella lettura della biografia del mistico spagnolo San Giovanni della Croce, mi sono imbattuto in questo passaggio: ‘Nessuna enfasi, solo rigore assoluto. La ricerca del NADA (il ‘nulla’) della Croce; il pensiero dell’unica cosa necessaria…’. All’improvviso è apparsa in me una visione e ho compreso a fondo il significato dei dipinti slegandoli dal vincolo restrittivo in cui erano imprigionati. Come liberate dalla negazione originale (che mi aveva spinto a dipingerle), le tele iniziavano gradualmente a evolversi fino alla realizzazione ultima della pittura: il sublime”. Sono le parole con le quali Thierry De Cordier (Oudenaarde, 1954) spiega la genesi di NADA, la serie di lavori posti nella Cisterna della Fondazione Prada, a Milano. Artribune gli ha fatto alcune domande a proposito di questo lavoro.

Intervista a Thierry De Cordier
Nell’introduzione al Quaderno affermi di lavorare su dipinti che non vogliono rappresentare nulla. Dici anche di non essere arrivato da nessuna parte. Per farlo, hai realizzato opere sul tema della Crocifissione, uno dei temi iconografici più ricorrenti della storia dell’arte occidentale. Da quanto ho capito, sei agnostico. Perché hai scelto questo tema?
Sono ateo, non agnostico. Comunque, se non sbaglio, è stato il teologo tedesco Hans Küng ad affermare che senza Gesù, Dio non potrebbe esistere. Partendo da questa intuizione, ho utilizzato l’immagine del Cristo in croce come punto di partenza per lo smantellamento simbolico di Dio, al fine di arrivare al nulla attraverso la pittura.
“Lavoro a dipinti che non devono rappresentare niente. Non sono ancora approdato da nessuna parte. Mentre lo faccio, mi domando se esista qualcosa di più difficile che dipingere il nulla”. Nel quaderno questa tua dichiarazione funziona come una sorta di epigrafe. Che risposta ti sei dato?
Nessuna, perché la domanda che pongo è senza risposta. È poesia! Un invito a riflettere nell’assenza di qualsiasi risposta. In un punto dei miei appunti sui NADA, mi chiedo quale differenza ci sia tra Dio e il nulla. E rispondo che non ce n’è, perché sono la stessa cosa.
In queste opere vedo una scomparsa in atto, una sorta di annullamento del soggetto proposto. È come se riuscissi a condurre lo spettatore in una dimensione di profondità dominata dalla spiritualità. Una spiritualità universale e laica che non ha nulla a che vedere con la religione o la fede.
Sebbene preferisca evitare il termine “spiritualità”, ormai abusato, trovo la tua interpretazione molto accurata. E pensare che la grande maggioranza non vede proprio nulla in questi dipinti.
Ogni opera propone una presenza assente, in cui lo spettatore deve immergersi completamente. Non ci sono risposte, solo ulteriori domande. Cosa ne pensi?Hai ragione. Restano solo domande senza risposta. Domande a cui si può rispondere solo con altre domande, all’infinito… È proprio questa l’intenzione.
In tutte le tue opere che ho avuto la fortuna di vedere, ho sempre percepito una profonda nostalgia dell’eternità.
Non comprendo bene questa definizione. Intendo la nostalgia come un desiderio sentimentale per un periodo del passato. Ma io non ho mai vissuto l’eternità. Non so nemmeno cosa sia, né cosa immaginare che sia. Se intendi un desiderio di eternità, allora mi dispiace dirti che non ce l’ho. A meno che tu non ti riferisca alla morte e al fatto di essere per sempre liberato da tutto. Sì, quel desiderio mi capita spesso…
Angela Madesani
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