La storia della Fondazione Onassis che produce un festival di arte immersiva in un parco di Atene
Torna nel più grande parco pubblico nel centro di Atene, “Plasmata”, festival biennale all'aperto di arte ibrida - fisica, digitale e immersiva – organizzato dalla fondazione creata 50 anni fa dall’armatore greco in memoria del figlio

“Quando andiamo in un parco, abbiamo l’illusione di recarci in un luogo naturale, ma in realtà non lo è perchè è artificiale, in quanto disegnato da alcune persone”. In queste parole di Afroditi Panagiotakou, Direttrice artistica della Onassis Foundation di Atene, è racchiuso un po’ il senso della terza edizione di Plasmata (“creature” in greco). Si tratta del festival biennale all’aperto di arte ibrida – fisica, digitale e immersiva – organizzato da questa istituzione privata, creata nel 1975 da Aristotele Onassis in memoria del figlio Alexander, morto in un incidente aereo due anni prima, per sostenere e diffondere la cultura greca nel mondo. Oltre alla salute e all’educazione, altri due pilastri della Fondazione che compie quest’anno 50 anni: li celebrerà con un grande investimento a sostegno delle scuole primarie della Grecia.

























Il festival Plasmata torna ad Atene
Quest’anno la rassegna torna a svolgersi al Pedion tou Areos (“Campo di Ares”, l’antico dio greco della guerra), uno dei più grandi parchi pubblici della città, progettato nel 1934 per rendere omaggio agli eroi della Guerra d’indipendenza greca dall’Impero Ottomano nel 1821: fino al 15 giugno ci si potrà immergere in installazioni, musica, cinema, performance di 25 artisti greci e internazionali. Tutte opere legate dal filo conduttore dello scarto tra reale e irreale, in un invito a guardare il mondo con gli occhi incantati di un bambino. L’evento, dopo una prima edizione al Pedion e una seconda nella località di Iannina (non molto distante dal confine con l’Albania) torna così in questo parco recentemente restaurato dalla Fondazione Onassis, grazie alla sua posizione centrale e ai quartieri che collega. Come quello dell’Acropoli: anche il sito archeologico più famoso del mondo vede l’intervento della Fondazione: ha creato al tempo del Covid, sotto il Partenone, una pavimentazione in cemento, molto discussa, ma resa necessaria dagli oltre 150 incidenti al giorno di turisti scivolati sui precedenti marmi, e un ascensore per raggiungerlo.

La Fondazione Onassis: la storia
Ad Atene ci sono due fondazioni a contendersi la scena culturale: Onassis e Niarchos entrambe con i loro edifici situati sulla trafficata Syngrou Avenue che conduce al porto del Pireo. Se i loro fondatori sono uniti da esperienze di vita e da legami di parentela e di rivalità (entrambi armatori greci, Stavros Niarchos sposa la sorella della prima moglie di Aristostele, Athina Livanos, e quando lei muore sposa il suo antico amore, proprio Tina, separatasi nel frattempo dal marito che ha prima una grande storia d’amore con Maria Callas e poi il matrimonio con Jackie Kennedy), le due istituzioni che li rappresentano hanno approcci molto diversi alla gestione della cultura. Più spettacolare quella della Fondazione Niarchos, che ha il suo centro disegnato da Renzo Piano, con un ruolo soprattutto di finanziatore di organizzazioni e progetti no-profit in tutto il mondo. Più concreta quella della Fondazione Onassis, che ha il suo quartier generale in Onassis Stegi (tetto in greco), disegnata dal parigino Architecture Studio, con una programmazione e produzione all’avanguardia di arte, musica, danza e teatro che la vede direttamente coinvolta. Le sue iniziative spaziano dalla Stegi. Radio (ha una postazione dentro Plasmata) con i suoi dj e producer ateniesi che trattano il suono come materiale storico, con collaborazioni internazionali come C2C di Torino, all’Archivio Kavafis, con 966 libri della biblioteca personale del grande poeta greco, insieme a una vasta collezione di documenti e opere d’arte ispirate alla sua eredità.

Le opere in mostra da Plasmata ad Atene
Si tratta di un dialogo continuo tra passato e presente, tra antichità e contemporaneità che si riflette anche nelle opere in mostra a Plasmata. Come le sculture molli di Andreas Angelidakis che si rifanno a colonne e capitelli trasformati in moderne sedute sparse per il parco; o il poetico video di un’altra artista greca, Efi Gousi, che riprende un gruppo di giovani ragazze intente a rivivere un antico rituale di riappropriazione del legame con la Madre Terra: un cortocircuito tra nuove generazioni e cambiamento climatico. Ma anche opere di artisti internazionali, come quella di Bob Wilson – parte della collezione permanente della Fondazione Onassis – che dà un impercettibile movimento alla civetta, antico simbolo greco di saggezza. Nuove commissioni, opere della Collezione Onassis, nuovi progetti di artisti provenienti dall’ONX (Onassis Digital Culture Incubator) e dai programmi di residenza artistica AiR, oltre ad altri esposti per la prima volta in Grecia, si uniscono, così, per dare forma a Plasmata di quest’anno.
Claudia Giraud
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati